SAN MARINO. L’ASTROLABIO – “Le dimissioni simulate” … di Augusto Casali

Le dimissioni in politica dovrebbero essere una cosa seria. Le dimissioni o si danno oppure non si danno, non si annunciano, non si fanno precedere da  “penultimatum” e tanto meno esistono le dimissioni non irrevocabili: Che cacchio vuol dire non irrevocabili? Se sono revocabili diventa un atto assolutamente inutile, una sceneggiata pietosa, perché davvero non si capisce perché le dimissioni siano allora state rassegnate. Un insegnamento recente, che dovrebbe fare fischiare le orecchie a qualcuno, sono proprio le dimissioni di due Consiglieri di RETE che hanno dimostrato con i fatti che cosa significhi dimettersi.

Le dimissioni (da manuale) possono sottintendere una sconfitta personale, oppure una fuga dalle responsabilità; possono essere però anche un atto di coerenza, perché essere coerenti nella vita politica è molto difficile e costa prezzi piuttosto alti, ve lo dice uno che ha rassegnato, per motivi diversi ma sempre coerenti, le dimissioni (vere) da membro del Governo per ben tre volte nel suo percorso politico. Oppure le dimissioni possono essere simulate, una farsa la cui conclusione è già scontata perché non si può fare diversamente ed è esattamente ciò che è successo qualche giorno fa a San Marino.

Il Segretario di Stato alla Sanità ha rassegnato le dimissioni, le cui motivazioni sono state tenute rigorosamente segrete ai cittadini in questo Paese dove ormai tutto è segreto, riunioni, deliberazioni, accordi, anche se ai candidati Consiglieri sono vietate le adesioni a società segrete. Dopo Natale è stata fatta una riunione frettolosa tra un festeggiamento e l’altro e Ciavatta ha ritirato rapidamente le dimissioni, di cui nessuno conosce, come già detto, le motivazioni, perché miracolosamente in mezz’ora le problematiche esistenti sono state brillantemente superate, ovviamente nessuno sa come e perché in quanto tutto deve rimanere segreto. Se questa non è una sceneggiata napoletana degna del re del genere, Mario Merola, ditemi voi di che cosa si tratta.

Ma c’è di più: c’è l’immancabile comunicato del Congresso di Stato, in cui si parla di “normale dialettica interna…e sensibilità diverse,,,”; di “franco confronto” molto serrato “nelle ultime 48 ore”, tra brindisi di Natale e di Capodanno, immagino. Con il petto in fuori il Congresso di Stato annuncia che sono state “respinte all’unanimità le dimissioni di Ciavatta…”, di cui non si conoscono le motivazioni rimaste segrete e neppure si conoscono le ragioni per le quali sono state respinte poiché segrete. Insomma, tutto va bene. Si va avanti più forti che – ‘pria – diceva il grande Ettore Petrolini nella memorabile parodia di Nerone che incendiava Roma. Si tratta di un classico di chi si trova in difficoltà, infatti quando le cose vanno bene non ci sarebbe bisogno di fare comunicati perché il cittadino lo vedrebbe da sé. 

E allora la gente cosa avrà mai capito? Ma chi se ne frega della gente, l’importante è avere avuto il loro consenso, essere riusciti ad andare al Governo e adesso che ci siamo col cavolo che lo molliamo. D’altronde a chi non piace il potere… 

Che cosa rimane di questo episodio che rasenta il grottesco? Sicuramente alcuni dati politici:

– Il Segretario alla Sanità, responsabile di un settore vitale per i sammarinesi, che attualmente è in grave difficoltà e non per colpa principale del personale medico, paramedico e amministrativo, esce da questa vicenda ancor più indebolito se possibile, perché ha dimostrato quello che in tanti hanno pensato in questi ultimi due anni e cioè che RETE è attaccata alle poltrone come pochi;

– Il Governo esce a sua volta indebolito poiché, suo malgrado, un altro elemento si va ad aggiungere alle già numerose ruote sgonfie del convoglio;

–  Gli scricchiolii dell’impalcatura governativa sono così sempre più evidenti e se la storia insegna qualcosa siamo probabilmente all’inizio della fine dell’ennesimo Esecutivo, che, grazie ad una legge elettorale sbagliata, continua a privilegiare gli accorpamenti tra forze politiche che a lungo andare non possono assolutamente stare insieme.

Certo che all’orizzonte un’alternativa degna di questo nome, capace di un cambiamento vero,  al momento fatico ad intravvederla. No, non siamo messi bene per ora, ma appena l’alternativa si paleserà….

Augusto Casali