Voglio tornare al 20 dicembre 1987, quando nella mattinata, presso il Teatro Titano, veniva celebrato il primo atto di unificazione nell’area socialista con la fusione del Partito Socialista Democratico Sammarinese nel Partito Socialista Sammarinese.
In tale circostanza intervennero Antonio Lazzaro Volpinari ed il sottoscritto, in qualità di Segretari dei due Partiti; Pietro Giancecchi e Remy Giacomini quali Presidenti di P.S.D.S. e P.S.S. Furono discorsi alti, di prospettiva, che tutti i protagonisti di allora pensavano e sognavano diversa da quella che poi si è rivelata la realtà.
Nel suo intervento però Remy fece un passaggio di straordinaria bellezza e affermò una realtà indiscutibile quando, ad un certo punto del suo intervento, testualmente disse: “Non è né un anno né qualche decennio solamente ma un secolo che il P.S.S. conduce la sua battaglia per la democrazia, la libertà e l’unione delle forze democratiche e libere; potrà con l’andar dei tempi trovare e perdere diversi compagni di viaggio, ma il nostro cammino sarà sempre sulla stessa strada anche se non avrà mai una meta finita perché il progresso e il rinnovamento del Socialismo non hanno mai fine perché non hanno fine le vicende dell’umanità e la trasformazione sociale…..Ci sarà lavoro da fare all’opposizione per cose forse più serie ed incisive di quelle che non possono fare oggi i Partiti di Governo.
Non c’è mai stata, oltretutto, una così profonda diseducazione nei governanti e nei governati, perché questi ultimi si rispecchiano in quelli ed i cittadini non hanno più nessuno o quasi da prendere in esempio.
C’è quindi incombente il problema che si può chiamare di ecologia politica; cioè creazione e salvaguardia di un ambiente politicamente e amministrativamente sano; disinfestazione dai parassiti del paternalismo clientelare; estirpazione della pianta dell’abuso e del personalismo nell’esercizio del potere.
La nostra fatica principale deve essere d’ora in poi quella di partecipare al rinnovamento e alla moralizzazione della politica; e non solo all’interno dei partiti…..Questa deve essere per noi la cultura per il Socialismo; maturazione delle coscienze che si ottiene con il portarsi a modello di comportamento politico e civile quotidiano.
Perciò non cultura nello stretto senso etimologico del termine, ma cultura semplice, umana, schietta della quale può essere portatore anche il più modesto compagno illetterato, con il suo modo di vivere e di trovarsi e comportarsi con gli altri….Intorno a questi propositi dobbiamo realizzare il progetto dell’unità di tutti i partiti o gruppi che si ispirano all’idea Socialista e che deve essere l’indirizzo filosofico che è stato sempre nostro e che oggi ci unisce ai nuovi Compagni.”
Purtroppo le cose non andarono come si era sperato, tracciato e quel giorno indicato. In effetti l’unità di tutti i Socialisti sotto la bandiera del P.S.S. si realizzò tre anni più tardi, nel 1990, con l’adesione anche del PSU e i Socialisti divennero centrali nella vita politica del Paese, recuperando anche posizioni di Governo, ma ben presto taluni personaggi, dimentichi dei principi e dei valori fondanti del Socialismo, attratti dal rampantismo, dal carrierismo e dagli interessi personali, si anteposero abilmente a coloro i quali in modo sincero e trasparente rimanevano fedeli a tali principi e ai valori.
La disponibilità di denaro, il clientelismo spicciolo e l’uso del voto estero, finirono per drogare organismi, nomine, elezioni e compagni della base, i quali, soprattutto dopo la scomparsa di Remy Giacomini, forse dell’ultimo vero leader politico, quando gli fu offerta la possibilità di scegliere tra due modi di intendere la politica, preferirono l’apparire piuttosto che l’essere, tradendo l’essenza del Socialismo stesso. Il resto è storia recente, gli effetti di quelle scelte, i cui danni potenziali al momento compresero in pochi, furono devastanti per il movimento Socialista oggi ridotto all’irrilevanza rispetto allo scacchiere politico sammarinese, con conseguenze deleterie anche sull’intero Paese, come i fatti ci stanno ampiamente dimostrando.
Remy nel suo discorso del 1987 ci disse in pratica che il Socialismo è sempre attuale perché la società muta e in ogni epoca ci saranno sempre i più deboli da difendere e da tutelare; ci sarà sempre da salvaguardare nell’ordine la libertà, la democrazia e la giustizia sociale. Ce ne sarebbe grande necessità anche oggi. Servirebbero solo (si fa per dire) Socialisti che ricominciassero a comportarsi da Socialisti!
Augusto Casali