Dopo tanti anni dedicati alla politica, alla vita di partito e alle istituzioni, ciò che mi stupisce oggi è questa specie di inerzia generalizzata che si respira un po’ ovunque. Negli ultimi 15 anni sono cambiate molte cose per San Marino e sia pure con tutti i difetti del sistema passato, bisogna constatare che oggi i sammarinesi hanno molti più problemi da risolvere davanti a sé.
La situazione finanziaria si è deteriorata, i soldi che erano in cassa sono rapidamente finiti ed ora si fa debito pubblico che, a quanto pare, si paga facendo altro debito; le tariffe aumentano parecchio, il caro vita non si ferma e il potere di acquisto negli ultimi dieci anni è molto diminuito creando non pochi problemi a tante famiglie per le quali la vita si fa sempre più difficile.
Certamente vi sono fattori che esulano da responsabilità interne: il Covid è stato micidiale da ogni punto di vista, sicuramente sanitario ma anche economico. Ci sono state categorie, come quella del settore turistico-commerciale, ad esempio, duramente segnate da due anni di chiusure a volte totali, a volte parziali, con divieti ed imposizioni che hanno semplicemente impedito di poter lavorare.
Poi è arrivata la guerra in Ucraina ad opera della Russia, i cui effetti, compresi quelli sanzionatori attuati dall’Europa, si fanno sentire già oggi, mentre le prospettive per il prossimo autunno e inverno sembrano essere ben peggiori.
Dunque fattori che la nostra piccola Repubblica ha dovuto subire come altri, ma l’andazzo sopra citato a San Marino già era cominciato anni prima, con l’aumento del caro vita mentre stipendi e pensioni sono praticamente fermi da tempo. Eppure tutti, o quasi, se ne sono stati zitti.
Se in parte capisco che, in un Paese in cui ci sono migliaia e migliaia di dipendenti statali e tanti pensionati, il malessere fatichi a manifestarsi per timore, ho più difficoltà a comprendere l’impalpabilità dei Sindacati, ad esempio, i quali non portano più gente a Palazzo sul serio da tempo memorabile Ma quel che più mi colpisce è l’inerzia della classe politica in generale. Tutta uguale, tutta politicamente corretta. Trovare differenze tra una forza politica e l’altra è davvero difficile. Per trovare significative differenze tra DC e RETE, ad esempio, ci voleva la legge sull’aborto, altrimenti chi se ne sarebbe accorto?
Soprattutto i giovani Consiglieri sono tutti uniformi nei loro interventi, non riesco a cogliere il fervore giovanile che è sempre stato e dovrebbe essere tipico della loro età. Invece li vedo tutti un po’ grigi, tutti con la testa sotto il pelo dell’acqua. Forse è la mancanza di gavetta che li condiziona nella loro azione, ma di certo l’incisività è davvero modesta.
Le decisioni vengono prese nelle conventicole dei soliti noti, mentre il Consiglio Grande e Generale è divenuto una sorta di messa in scena rituale necessaria per l’apparente salvaguardia della democrazia.
E così i sammarinesi sono sempre meno interessati alla politica, partecipano poco, protestano ancor meno, ma mugugnano il loro malessere, parlano nei capannelli, nei bar, e manifestano a stento il loro scontento.
Ebbene questo stato di cose è pericoloso. Significa che il nostro sistema democratico è malato e che i rappresentanti delle istituzioni sono sempre più distanti dal Paese reale, chiusi nei palazzi del potere, intenti a calare scelte dall’alto a volte davvero incomprensibili, e quel che è peggio, probabilmente credendo di operare nell’interesse generale. Una spirale senza sbocchi che alla fine potrebbe esplodere su sé stessa con danni sociali facilmente intuibili.
Credo sia davvero giunto il tempo di invertire la rotta, riscoprire le proprie identità, valorizzare e rispettare le Istituzioni, rispolverare il dialogo e il confronto, smetterla di prendersi troppo sul serio e tornare a fare politica tra la gente, comprendendone le necessità concrete e reali, riscoprendo il buon senso e il senso dello Stato, senza i quali, soprattutto una piccola realtà come la nostra, non può fare molta strada.
Non è più tempo di stare a casa in attesa che qualcuno risolva i problemi per tutti. E’ il momento della partecipazione in prima persona; dell’essere più che dell’apparire, perché i problemi che i sammarinesi si trovano di fronte sono davvero complessi, lo vediamo praticamente tutti i giorni, e per risolverli occorre che tutti si rimbocchino le maniche e ognuno dia un po’ di sé stesso al futuro della nostra Repubblica.
Augusto Casali