
Come già avevo detto all’indomani delle elezioni le due Coalizioni DC/AR e Libera/PS-PSD, sono costrette a governare il Paese per la prossima legislatura. Infatti, dopo un lungo e avvilente tira e molla sulle poltrone di ognuno, finalmente le forze politiche interessate hanno iniziato e in settimana finiranno, a stendere il programma. Per me, abituato ad altri tempi, è come iniziare a costruire un palazzo dal tetto anziché dalle fondamenta.
Comunque sia presto il Governo sarà varato dal Consiglio Grande e Generale. Ora attendiamo l’ufficialità, ma da quel che è dato di sapere Esteri, Finanze, Giustizia e Sanità, rimarranno alla DC, esattamente come prima, nel segno della continuità.
Si dirà che ha vinto le elezioni e quindi il suo potere contrattuale è addirittura cresciuto e la cosa ha un suo fondamento, a condizione che non diventi un alibi dietro il quale nascondere un desiderio di Governo quasi irrefrenabile da parte delle altre componenti politiche.
Ricordiamoci comunque che DC e alleato, hanno ottenuto complessivamente il 40% dei voti e di conseguenza il 60% dei votanti hanno scelto altro e che, salvo non si volesse ricorrere al ballottaggio, da cui la DC avrebbe corso un rischio altissimo, visti anche i precedenti, le strade erano per tutti obbligate, perché un Esecutivo DC/Repubblica Futura sarebbe stato altamente improbabile viste le distanze siderali su Banca Centrale e Tribunale, per non dire della così detta “cricca”. Quindi le condizioni per alzare il prezzo e tentare di cambiare qualche carta in tavola c’erano tutte, forse è mancata l’esperienza.
Ad ogni modo il dado è tratto e la compagine governativa partirà prestissimo, con un interrogativo che solo il tempo potrà sciogliere: Continuità o cambiamento? Perché non credo che la Coalizione Libera/PS – PSD possa rinunciare completamente al cambiamento dopo averlo sbandierato per tutta la campagna elettorale, pena il destino che è toccato a Rete. Staremo a vedere.
Quel che è certo il prossimo Governo e la maggioranza che lo sosterrà, hanno di fronte a sé problemi assai complessi da risolvere. Ad esempio quello del debito pubblico. Credo che non sarà possibile continuare ancora per anni ad utilizzare il debito pubblico per pagare stipendi e pensioni. Occorrerà un cambiamento legato allo sviluppo della nostra economia e all’individuazione di nuovi cespiti di entrata, altrimenti se dal cassetto prelevi solo e non si mette mai nulla dentro, se non l’aumento del debito pubblico, non è difficile prevedere come potrà andare a finire per la nostra Repubblica.
La Sanità, fiore all’occhiello del nostro Paese, si sta deteriorando di anno in anno da ormai diverso tempo, seguendo modelli organizzativi sbagliati o comunque non adeguati alle esigenze di una realtà di 34.000 abitanti e non credo che si possa fare finta di nulla ancora per molto tempo, continuando, tra l’altro, a far gestire le cose da “stregoni” venuti da fuori che non hanno di fatto risolto nulla o addirittura hanno aperto nuove problematiche. Cosa deve succedere ancora nella Sanità per avviare il cambiamento?
Il rapporto con l’Italia va ricostruito su basi di fiducia reciproca e di precise garanzie. Al di là delle foto ricordo e delle onorificenze elargite a chiunque varchi il nostro confine, l’essenza del rapporto tra i due Stati deve mirare a trovare equilibri possibili affinchè la vicinanza o addirittura l’inclusione di San Marino nel territorio italiano, possa concretamente essere percepito come una opportunità seria e non come un problema. Se non si arriverà a questo, penso che non ci sia accordo con l’U.E. che tenga. Perciò occorre una politica estera dinamica pronta a trovare accordi bilaterali, soprattutto con l’Italia, che possano concretamente risolvere problematiche che sembrano avere strade obbligate.
Mi si dirà: Cosa vuoi cambiare, quando l’elettorato ha appena premiato la continuità. Certo, in democrazia occorre rispettare la volontà degli elettori che di fronte all’incertezza del presente ha scelto di mantenere lo status quo, poco o molto che sia. Ma il politico di razza non si limita a guardare la finestra di casa, ma è capace di vedere oltre, verso l’orizzonte del futuro.
Augusto Casali