Winston Churchill disse: “La democrazia è la peggior forma di governo eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.”
Credo che su questo assunto, esempi alla mano, possiamo convenire tutti. In fin dei conti democrazia significa partecipazione e più partecipazione c’è nelle scelte importanti per un paese e più queste scelte saranno democratiche. A San Marino sono state combattute diverse battaglie per l’affermazione della democrazia, delle quali, la più emblematica è stata sicuramente l’Arengo del 1906, quando i capi famiglia si riunirono per sottrarre dalle mani di pochi Consiglieri il potere di decidere per tutti.

Oggi invece è stato sufficiente evocare il Referendum, cioè la partecipazione del popolo a scelte per il futuro del nostro Paese, per mandare in fibrillazione gli artefici del negoziato per l’Accordo di associazione all’U.E. Apriti cielo!
Il nostro ordinamento giuridico prevede la possibilità di esercitare lo strumento di democrazia diretta quando le scelte sono pregnanti per tutti i sammarinesi e per il loro futuro; la democrazia rappresentativa, in certi casi, deve lasciare il posto alla democrazia diretta, affinchè poi si realizzi ciò che veramente vuole la maggioranza reale del Paese. Altrimenti per quale motivo il legislatore avrebbe inserito nella legislazione sammarinese lo strumento del Referendum?
Allora, sinceramente, trovo sconcertante le reazioni scomposte dei pervicaci sostenitori dell’Accordo di associazione all’Unione Europea, i quali cercano di demonizzare, isolare, scomunicare, tutti coloro i quali hanno il coraggio di affermare che per un Accordo di questo tipo, che impone di recepire 7.000 normative europee – non lo dico io, è stato detto nel corso del dibattito Consiliare – che porteranno a modificare il nostro Ordinamento giuridico, giudiziario, economico, finanziario, burocratico e che dovrà ampliare la nostra già nutrita Pubblica Amministrazione; che vedrà decadere tutti gli accordi, che interessavano San Marino, già in essere con l’U.E., senza peraltro risolvere le problematiche del T2 e senza poter accedere a fondi comunitari più di quel che non si possa già oggi, ed infine, stando fuori dalla porta delle stanze dove altri decideranno; dicevo, un Accordo di questo tipo, che coinvolgerà tutti: i giovani, ma anche i maturi che a San Marino ci dovranno stare per decine di anni, ed anche gli anziani, i quali sperano di starci il più a lungo possibile, credo che possa, anzi, debba essere oggetto di referendum. Se la democrazia diretta non si usa per casi del genere mi chiedo quando dovrebbe essere usata.
Inoltre, se si parla di Referendum è solo grazie alla mancanza di trasparenza e di informazione in corso d’opera, nei confronti dei cittadini da parte delle autorità competenti, le quali hanno sempre tenuto tutto nascosto, fino all’ultima riunione della Commissione Consiliare Affari Esteri, segretata anche questa volta, in cui si parlava dell’Addendum richiesto dall’Italia, che però viene tenuto assolutamente segreto. Chi parla è perduto!
Invece dobbiamo continuare ad ascoltare dichiarazioni rassicuranti ma vuote, piene di luoghi comuni che non significano nulla: “entreremo nel mercato europeo”, “potremo usufruire dell’Erasmus”, “si tratta di una grande opportunità”, “San Marino non può stare fermo” e potrei continuare. Chiacchiere, ma in concreto, tutte queste affermazioni che cosa significano, praticamente nulla. I sammarinesi vogliono sapere semplicemente quali sono i costi e i benefici di questa operazione e i fautori dell’Accordo non sanno rispondere, anzi dicono che è difficile e che il popolo sammarinese non può capire.
Ecco perché si è cominciato a parlare di Referendum. Il Governo aveva il dovere di dire chiaramente ai sammarinesi come stanno le cose, in modo semplice e comprensibile; doveva elencare i possibili eventuali vantaggi da un lato e dall’altro doveva indicare a che cosa dovrà rinunciare San Marino e che cosa dovrà fare per ottenere gli eventuali vantaggi. Invece nulla di tutto questo. Continuano a dirci: “è difficile spiegarlo.” Anche per chi ha partecipato al negoziato a quanto pare. Quindi il risveglio dei sammarinesi ha una motivazione ben definita: l’arroganza del potere.
Se ci sarà un Referendum, finalmente, chi ha taciuto fino ad oggi, sarà costretto a dire esattamente, in termini semplici e comprensibili, come stanno davvero le cose e se lo avesse fatto da subito non saremmo di certo giunti a questo punto.
E adesso sono curioso di vedere tutti questi partiti democratici, a parole tutti dalla parte dei sammarinesi e del popolo, che si sperticano per fare a gara a chi è più democratico dalla mattina alla sera, come si atteggeranno di fronte ad una richiesta di Referendum. Ne vedremo delle belle. I salti mortali, doppi e tripli, si sprecheranno. Preparatevi.
E dire che tutto sarebbe così semplice. Ognuno porta le sue ragioni, tutte legittime, per carità, i cittadini elettori ascoltano, si formano una idea e la esprimono attraverso un voto. Se prevarranno i favorevoli, tutti saremo impegnati ad ottenere il miglior risultato possibile per San Marino poiché lo ha deciso la maggioranza; se viceversa prevarranno i contrari tutto tornerà come prima perché lo ha voluto la maggioranza del Paese. In questo caso però, si dovrà cambiare passo alla politica estera sammarinese, perseguendo sugli aspetti specifici che interessano San Marino, accordi bilaterali solo settorialmente impegnativi per la nostra Repubblica. Sono oltre 1.700 anni che la nostra piccola barca naviga con successo per mari anche tempestosi. E questo grazie ad una politica estera saggia, realistica, ispirata alla neutralità attiva, come arma di difesa dei nostri piccoli e vulnerabili confini, e se si continuerà a battere le rotte già testate nel passato, i sammarinesi non si troveranno di certo in difficoltà. Viceversa, se queste rotte verranno abbandonate da sparuti capitani di ventura, e qualche avvisaglia c’è già stata, i pericoli e le incognite non mancheranno di certo.
Ecco perché è giusto che si celebri un referendum per l’Accordo di associazione all’U.E.; perché siano gli abitanti di questa Terra a scegliere oggi, la rotta per il futuro della nostra Repubblica. La democrazia non fa mai male!
Augusto Casali