In questi giorni, forse complici le fibrillazioni di maggioranza, è tornato di moda ipotizzare a voce alta. E allora: se… domani non piove vado al mare; se…vincevo la lotteria ero milionario; se…mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata un carretto; se… la sinistra sammarinese fosse unita non ce ne sarebbe per nessuno.
Tutto vero, teoricamente, ma c’è quel se…grande come una casa, alto come un muro. Perché dietro quel se…. la storia ce lo insegna, si mimetizzano in tanti che con la sinistra hanno davvero poco a che spartire: Rampanti, affaristi, arrivisti, carrieristi, e di solito sono proprio questi che si insinuano nelle organizzazioni e gradualmente le svuotano dei valori fondanti, intenti come sono a raggiungere il loro personale obiettivo. Devo anche dire, per onestà intellettuale, che spesso, nella così detta base, hanno trovato e trovano terreno fertile. D’altronde, nel detto popolare “ogni popolo ha la classe dirigente che si merita”, c’è molta verità.
Ma chi è di sinistra dovrebbe per antonomasia essere più aperto rispetto all’evoluzione dei tempi, ma anche più attento alle classi più deboli, più fragili, più bisognose di aiuto nell’ambito di un progetto generale di crescita, di sviluppo e di benessere del Paese. Se non è così si finisce per perdere d’identità e di conseguenza non si può più essere punto di riferimento per nessuno, con conseguente perdita di consenso e di rappresentanza. Esattamente ciò che è avvenuto in questi anni relegando le varie espressioni della sinistra sammarinese quasi all’irrilevanza, e sul perché ciò sia accaduto sarebbe utile fare una approfondita analisi.
Ormai la stella polare di tutte le forze politiche è il Governo. Tutti vogliono andare al Governo, sempre e comunque. Non importa per che cosa fare, l’importante per il singolo è esserci, anche se il partito e chi dovrebbe rappresentare, contano poco o nulla. Così si spiega l’informe melassa costituita dall’attuale panorama politico dove i confini tra destra e sinistra sono divenuti impalpabili e dove tutti sono uguali o quasi. Tutti politicamente corretti, in fila per due.
Tanto è vero che oggi a San Marino si può tranquillamente uscire da un partito di maggioranza, aderire ad uno di minoranza e dichiarare di essere fedeli alla maggioranza e, come se non bastasse, di ricevere l’augurio da parte del partito abbandonato di buon lavoro per il futuro. Un capolavoro di antipolitica e di confusione che la dice lunga del livello raggiunto attualmente. Certo che poi, se le cose vanno come vanno e tutti i sammarinesi si trovano davanti enormi problemi da risolvere, non c’è da meravigliarsi. D’altronde, da quando i partiti, con tutti i loro difetti, hanno cominciato a sfaldarsi, per San Marino è iniziata una china davvero poco invidiabile e di cui non è dato di vedere la fine.
Penso che sia giunto il tempo di tornare con i piedi per terra. Il nuovo lo abbiamo provato sulle ceneri del vecchio, ma per ora è stato altamente deludente; sta governando il Paese da un paio di lustri e sarebbe ora che dimostrasse di saper fare qualcosa di buono, oltre che pensare solo alla propria poltrona.
Credo sia assolutamente necessario recuperare i partiti come mediatori tra le Istituzioni e le istanze del popolo. Credo che le forze politiche debbano recuperare il loro ruolo nella società e tornino anche ad essere laboratori in cui si prepara il personale politico del futuro. Credo che i partiti debbano rappresentare nell’azione quotidiana la propria identità, senza camuffamenti di comodo. Si abbandoni dunque la ricerca spasmodica delle ammucchiate innaturali che a lungo andare non possono convivere e, favorita anche da una nuova legge elettorale, si rimetta in moto la politica attraverso il dialogo e il confronto su programmi ben definiti. E soprattutto si faccia tesoro degli errori del passato: i sogni romantici ma irrealizzabili si mettano definitivamente da parte; i connotati identitari di ogni forza politica emergano nitidamente; si evitino i profittatori che sempre gravitano attorno ad ogni espressione politica.
Se… si fa questo, la barca si potrebbe anche raddrizzare alla svelta.
Se… si fa questo, i sammarinesi di certo potrebbero stare più sereni.
Se… si fa questo la sinistra probabilmente non si unirà mai in un unico soggetto, ma di certo sarà più riconoscibile, più rappresentativa e più utile al Paese.
Ma c’è quel se….,grande come una casa e alto come un muro!
Augusto Casali