San Marino. L’ASTROLABIO – “Situazione Disastrosa” … di Augusto Casali

Nel nostro Ospedale c’era una volta il reparto di ortopedia preso in mano da un giovane medico di 39 anni, il quale si era contornato di giovanissimi collaboratori, che nel tempo dimostrarono tutta la loro valenza professionale. 

L’Ortopedia era diventata un fiore all’occhiello, tantissime persone venivano a San Marino per usufruire delle prestazioni degli apprezzati professionisti che operavano nel nostro Ospedale di Stato.

Tanti furono i campioni dello sport che si avvalsero delle prestazioni del nostro reparto di Ortopedia, tra i quali, a titolo di esempio, Marco Simoncelli e Filippo Inzaghi. E naturalmente tantissimi furono i sammarinesi che beneficiarono delle prestazioni, dalle più semplici alle più complesse, dei medici del nostro Ospedale. Per non parlare dei rapporti a livello internazionale instaurati con varie realtà da parte del Primario dell’epoca.

Poi nell’organizzazione del nostro Ospedale è cominciato a succedere qualcosa; si sono mutuati modelli organizzativi pensati per realtà molto diverse da quella sammarinese; la burocrazia e cresciuta a dismisura; la politica è divenuta troppo invadente.

Tutto questo ha prodotto, e non solo in Ortopedia, i primi scricchiolii e i primi abbandoni. Chi avrebbe davvero continuato a fornire la propria opera era proprio il Primario di Ortopedia, il quale però è stato liquidato, dopo 26 anni di primariato (dal 1988 al 2014), troppo frettolosamente, senza che gli fosse data la possibilità di mettere adeguatamente a frutto la sua esperienza al fine di garantire la naturale prospettiva ad un reparto di qualità ampiamente riconosciuta.

In questi 18 anni trascorsi da allora la situazione del nostro sistema sanitario è diventata quella che abbiamo tutti sotto gli occhi. La fuga di medici in atto dovrebbe fare riflettere i massimi responsabili della cosa pubblica. Il deterioramento del sistema viene misurato ogni giorno dai cittadini che lo denunciano apertamente. 

Per quanto riguarda poi l’Ortopedia nello specifico, e nonostante l’impegno di coloro i quali sono rimasti in trincea con spirito di attaccamento esemplare, dal 2014 ad oggi è stata una agonia continua. Ora però la situazione è davvero disastrosa: Medici che si dimettono poco dopo essere stati appena assunti; convenzioni con pensionati italiani che garantiscono la presenza solo qualche volta alla settimana; primari vincitori di concorso che devono ancora prendere servizio; consulenze a costi alti; attese di mesi per gli interventi e soprattutto in caso di urgenza si viene dirottati negli ospedali di Rimini. Sembra incredibile eppure è così!

Credo che sia ora di aprire gli occhi e di agire concretamente per ricostruire un reparto di ortopedia a San Marino degno della sua tradizione. Tra le altre cose ci sono in particolare due allievi dell’ex Primario citato che sono cittadini sammarinesi, affermati e stimati, i quali si erano resi disponibili, con i loro collaboratori, a risolvere i problemi e, forti dell’esperienza del passato, a ricostruire l’ortopedia sammarinese. Ma i vertici della Sanità sembrano essere sordi, distratti da altro, preferiscono perdersi negli espedienti regalando ai cittadini sammarinesi lo spettacolo che è sotto gli occhi e il giudizio di tutti.

Non ho fatto né il nome dell’ex Primario, né i due nomi dei suoi allievi perché ovviamente tutti hanno compreso a chi mi riferisco, soprattutto penso lo abbiano ben compreso i cittadini che per ragioni di salute hanno avuto a che fare con loro in passato!

Augusto Casali

 

Nota del direttore Marco Severini. ”Caro Augusto, solitamente pubblichiamo integralmente i tuoi preziosissimi scritti, e quelli degli altri editorialisti, senza cambiare nemmeno una virgola come è giusto che sia essendo voi editorialisti indipendenti che manifestate il vostro punto di vista più o meno condivisibile da me e dal GiornaleSM. Non ho potuto però non mettere le immagini del compianto Prof. Soragni e dei suoi validissimi collaboratori. So di aver ”fatto violenza” al tuo scritto ma non potevo non farlo. Soragni era un grande professionista nonché nostro caro amico ed era giusto pubblicare nella sua memoria delle immagini che lo raffigurassero. Spero tu mi possa perdonare.” Marco Severini