
Con l’uscita di scena dell’ex Segretario di Stato alla Sanità e l’arrivo del nuovo tutti pensavano che, anche se non si sarebbero potuti fare miracoli, perché i danni prodotti sono stati molteplici, qualche cosa cambiasse. Invece niente, tutto “come prima, più di prima”, recitava l’antica canzone.
I soliti annunci: diminuzione dei tempi di attesa per visite mediche e revisione del COT, ma purtroppo i veri problemi dell’ISS non sono questi, perché basterebbe potenziare il numero dei medici sul territorio e il numero degli addetti al COT per ottenere risultati più soddisfacenti. Il fatto è, purtroppo, che il malessere è assai più profondo: i medici scappano da San Marino, ormai da tempo, esattamente da quando si è avuta troppa fretta di eliminare primari che costituivano l’ossatura portante del nostro Ospedale e di fatto è stata eliminata la classe intermedia di sanitari che avrebbero potuto sostituire gradualmente i primari, loro maestri, giunti in età pensionabile.
In pratica sono state minate le radici del nostro Ospedale per rincorrere il modello italiano che non può essere lo stesso applicabile o adattabile ad una realtà infinitamente più piccola e specifica, quale è la Repubblica di San Marino.
Purtroppo, i veri problemi attuali sono l’organizzazione del sistema sanitario, che andrebbe completamente cambiato e pensato per la piccola realtà sammarinese che naturalmente è molto più semplice, per ragioni numeriche, e diversa da quella dell’Italia; l’appetibilità di San Marino per la professione medica che, per una errata idea piuttosto sindacale messa in campo a suo tempo è stata demonizzata prima e imbavagliata poi, attraverso lacci e laccioli e vincoli all’esercizio della libera professione, che notoriamente può essere esercitata con successo solo dai medici “bravi”, mentre a San Marino ai bravi che esercitano la libera professione viene negata la pensione dopo, ad esempio, 26 anni di lavoro presso il nostro Ospedale di Stato e l’esempio del compianto Dott. Soragni è lì a dimostrarlo!
Tutti questi fatti hanno gradualmente compromesso la fidelizzazione di parte dei medici a San Marino e al nostro Ospedale, non solo di medici italiani e forestieri, ma addirittura da parte di alcuni medici sammarinesi. D’altronde, quando si arriva a mandare in pensione un medico sammarinese e lo si sostituisce con un medico pensionato italiano più anziano, credo si comprenda facilmente il fallimento di questo sistema perverso.
La professione medica e paramedica è molto particolare perché maneggia la vita delle persone e quindi dovrebbe esserne riconosciuta la grande essenzialità e dovrebbe, senza false ipocrisie, essere completamente svincolata dalle dinamiche salariali della P.A.
Per di più, con l’arrivo del nuovo Direttore Generale, a cui è stato fatto un contratto fiabesco, gli scontri interni tra direzione Generale e Direttori vari si è andato ad inasprire tremendamente. E’ stata messa in campo una vera e propria caccia a coloro i quali non si uniformano al Bevere-pensiero e pretendono di ragionare autonomamente nella difesa delle proprie convinzioni e degli interessi generali.
Il Segretario di Stato attuale si raccomanda un giorno sì e l’altro pure di non alimentare gli scontri e le divisioni, ma deve rivolgere queste raccomandazioni a chi usa metodi probabilmente più noti in altri luoghi e regioni italiane, di cui anche Rete 7 si è abbondantemente occupata recentemente.
Intanto però tutto continua esattamente come prima, la caccia agli uomini e alle donne non allineati al pensiero unico continua, il Capo, sorretto dal suo fidato e tremebondo sodale, quello che firma tutto ciò che gli viene messo sotto il naso, continua nella sua opera tesa a colpire i “cattivi” e a premiare i “buoni” e a considerare la legalità un optional.
L’ultima perla sfornata pare essere la proroga di un contratto con una Dott.ssa presso una RSA, per il quale sembra che lo stesso ufficio personale dell’ISS si chieda quale sia il riferimento normativo, che evidentemente non esiste, a giustificazione della proroga medesima.
Come, un Direttore Generale non conosce neppure la normativa ISS? Dove sarà l’inghippo? Vuoi vedere che anche questo fatto fa parte del gioco dei buoni e dei cattivi?
E noi cittadini, tutti utenti o potenziali utenti del nostro sistema sanitario, siamo costretti a subire fatti del genere, spese inutili, convenzioni onerose. Tutto come prima: file e code negli ambulatori, nelle farmacie, negli accessi alle varie specialità.
E se si mandasse a casa questo Direttore Generale che non ha risolto nulla? Anzi, a mio avviso, ha complicato una situazione già difficile? Tutti si accorgerebbero che finalmente in questo Paese, che sopporta con pia pazienza, le cose comincierebbero davvero a cambiare.
Augusto Casali