San Marino. ”L’ASTROLABIO”. To be, or not to be (Se ne va o non se ne va) … di Augusto Casali

Il nuovo Governo scaturito dalle elezioni politiche del 9 giugno scorso è partito.

La scelta è stata praticamente obbligata dai numeri a disposizione e le coalizioni rivelatesi più forti si sono messe insieme per dare una maggioranza e un Governo al Paese. L’entusiasmo sinceramente mi pare che non si sia manifestato alle stelle, anche perché le due coalizioni si sono presentate agli elettori su posizioni abbastanza contrastanti: da una parte si è professata la continuità e dall’altra il cambiamento e quindi tutta la partita sarà giocata sulla corda dell’equilibrio necessario affinché la medesima non si spezzi.

Il primo grande nodo è già venuto al pettine: la Sanità, la sua gestione, la sua organizzazione, la sua dirigenza, e soprattutto la permanenza del Direttore Generale, da cui poi tutto discende.

Ora è chiaro che al di là dei giri di parole, che in questi giorni si fanno e delle dichiarazioni politichesi, è difficile conciliare le posizioni in campo tra coloro i quali chiedono un cambiamento radicale, visti i risultati ottenuti in questi tre anni, nel corso dei quali, a mio modesto avviso, nessun problema concreto,  con cui i pazienti sono costretti a misurarsi ogni santo giorno, è stato risolto, nonostante l’impegno profuso dal personale medico e paramedico rimasto in prima linea, e coloro i quali tendono a rallentare, a procrastinare non si capisce bene per quali motivazioni, che forse a noi comuni mortali sono ignote.

Sta di fatto che ora pare che una delle parti ne stia facendo una questione contrattuale: dice che l’accordo che ha sottoscritto il D.G. con San Marino sarebbe molto oneroso in caso di rottura. Io direi che l’accordo sottoscritto è un contratto capestro che vede lo Stato totalmente soccombente, condizione che da sola pone seri dubbi sulla sua legittimità e giustificherebbe un’azione di autotutela degli interessi generali dello Stato di San Marino solo  lo si volesse.

Se si è convinti della necessità di cambiare le cose in un settore vitale dove le cose non funzionano (e continuando così andranno ancor più in malora), cari lettori, non c’è contratto che tenga! E se anche ci si vuole togliere lo sfizio di trovare appigli contrattuali rispetto ai comportamenti tenuti, gli appigli non mancano davvero. Forse sarebbe il caso di renderlo pubblico, questo benedetto contratto, affinchè tutti possano rendersi conto di come vengono tutelati gli interessi del nostro Paese.

Di fronte allo stato delle cose non c’è scusa che tenga, occorre liberare il vertice ISS dalla politica, trovare un nuovo Direttore Generale, nuovi responsabili amministrativi e un nuovo Comitato Esecutivo.

Solo così sarà possibile dare vita ad un salvifico cambiamento, tornando al medico di famiglia e assegnando gli incarichi di vertice a forze sammarinesi o a professionisti che hanno passato parte della loro vita al servizio del nostro sistema sanitario e si sono sinceramente affezionati al nostro Paese; cambiando l’organizzazione generale; ponendo fine al copia/incolla di sistemi pensati per realtà troppo diverse da quella sammarinese, permeate di inutile quanto stupida burocrazia che pone solo problemi ai sammarinesi e in particolar modo a coloro i quali sono i più esposti, e i più vulnerabili; recuperando quell’umanità che da sempre ha reso il nostro sistema particolarmente apprezzato.

Non occorre un genio per capire che di questo passo le cose non potranno che peggiorare, e trovare un punto d’incontro tra coloro che dovrebbero mirare al bene comune non dovrebbe essere difficile.

A meno che qualcuno non ritenga che l’attuale DG debba continuare a stare al vertice della Sanità sammarinese per un qualche misterioso motivo. Sono proprio curioso di vedere chi avrà il coraggio di sostenere una simile tesi pubblicamente, visti gli esiti negativi di questi tre anni, e, soprattutto, sono curioso di sapere quali saranno le argomentazioni adottate per sostenere una tesi sinceramente insostenibile. 

Augusto Casali