Un enorme mazzo di fiori e applausi scroscianti per il Segretario alla Sanità Mariella Mularoni da parte dei vertici ISS, dirigenti, primari medici, tecnici e operatori a dimostrazione concreta di un generale sentimento di ringraziamento per avere portato a conclusione il lungo e tormentato iter di approvazione dell’Atto organizzativo ISS.
Il precedente documento di questa natura porta la data del 2010 e la sua riedizione era cominciata già dal 2021, con un lungo percorso attraverso fasi tecniche e politiche e perfino una tornata elettorale. “La ringraziamo con sincerità e affetto – ha esordito in conferenza stampa il DG Francesco Bevere – per avere combattuto sui nostri temi e per un Atto che oggi noi festeggiamo”.
“Era una priorità della Segreteria dare un volto nuovo all’organizzazione della Sanità” ha risposto Mariella Mularoni commossa per l’accoglienza e il calore manifestati da chi dentro alla Sanità ci lavora. “Era un atto normativo necessario per dare maggiore attrattività nei confronti dei professionisti e creare nuove motivazioni a quelli che già ci sono; che serviva al Paese per offrire una nuova immagine e istituire un motore di sviluppo, nonché per rafforzare i rapporti con le realtà vicine e con le Università, ma soprattutto avere uno strumento opportuno quando dovremo confrontarci con l’Europa”.
Strettamente collegati all’Atto organizzativo sono altri due decreti attualmente in lavorazione e pronti per la discussione in breve tempo: il decreto per la libera professione e quello sulle liste di attesa, a tutt’oggi una criticità che deve essere risolta. Invece, su molti altri settori, comprese le telefonate, le lamentele sono diventate complimenti. Parola del DG Bevere. Il quale ha spiegato anche alcuni aspetti tecnici dell’Atto, frutto per altro anche di un ampio coinvolgimento degli operatori sanitari. Un documento che cristallizza la situazione attuale, ma che non rimarrà statico come quello precedente e potrà essere cambiato, rinnovato, convertito in base alle diverse esigenze della comunità o della medicina. Non solo, esso indica la strategia da seguire per consegnare alla cittadinanza un alto livello delle cure mediche e in questo senso sono state illustrate, direttamente dai rispettivi responsabili di dipartimento, tutte le innovazioni appena avviate o in corso di avviamento.
Il dottor Giovanni Landolfo, direttore del dipartimento ospedaliero, ha preannunciato la creazione dei primi tre centri di alta specializzazione: medicina interna, oculistica, ginecologia: a cui seguiranno un centro per la diagnosi e terapia delle patologie relative a fegato e pancreas e un centro epidemiologico. “Dare gli strumenti di crescita in mano a noi operatori, era uno degli obiettivi di questo Atto organizzativo – ha chiosato – un Atto coraggioso, che è coerente con la UE e offre tutti gli stimoli per attrarre nuovi professionisti”.
Il dottor Pier Luigi Arcangeli, direttore del dipartimento sociosanitario ha illustrato il “progetto anziani” che, tra le altre cose, vede la presa in carico del paziente con Alzheimer direttamente a casa sua, con grande sollievo della famiglia. Ha anche sottolineato che le 19 condotte sono attualmente tutte ricoperte e che la riorganizzazione del triage infermieristico è stato particolarmente apprezzato dall’utenza. “C’è una grande tensione etica in questo Atto, oltre che tecnica” ha evidenziato, richiamando il plauso dell’OMS espresso direttamente al Segretario Mularoni proprio per l’attenzione agli anziani.
“Noi sembravamo i figli di nessuno” ha esordito la dottoressa Raffaella Sapigni, direttore del dipartimento prevenzione, fiera ed orgogliosa del potenziamento di un settore tanto nevralgico quanto complesso. Oggi, a sua disposizione ci sono tutti gli strumenti per attivare la prevenzione, a cominciare dalla raccolta di dati in tutti i settori, che possono essere poi elaborati in chiave scientifica e quindi promuovere un approccio efficace verso le malattie. Ovviamente, sono comprese nella prevenzione tutte le attività di vaccinazione e di screening.
Alcune importanti novità riguardano anche il settore amministrativo, rappresentato da Marcello Forcellini, membro del CE. Per la prima volta infatti, l’Atto organizzativo si rivolge anche al personale amministrativo, con l’istituzione delle PO (posizioni organizzative) fino a un massimo di 6 e la creazione di una struttura gerarchica piramidale autonoma, in grado di avviare, con i nuovi colleghi, la contabilità analitica.
Infine, cambia tutto anche riguardo alle nuove assunzioni, un tempo appannaggio di interessi talvolta clientelari piuttosto che tecnici, e dove il CE era il dominus assoluto. Ora la richiesta di personale parte dai comitati di dipartimento, segue un iter preciso e si innesta sempre dietro a bando di selezione.
Una lettura molto diversa dell’Atto è venuta dunque da chi l’Ospedale lo vive tutti i giorni, rispetto alla percezione che se n’è avuta ascoltando il dibattito consiliare, dove evidentemente le dinamiche sono diverse. Professionisti che hanno contribuito alla sua stesura e che adesso lo avranno come nuovo strumento di lavoro lo hanno elogiato con entusiasmo. L’ultima parola, come sempre, spetterà comunque al cittadino.
Angela Venturini