San Marino. Lavori in CGG: Progetto di legge “Codice di condotta per gli Agenti Pubblici”

palazzo pubblicoProgetto di legge “Codice di condotta per gli Agenti Pubblici”

Massimo Ugolini, Pdcs, legge relazione di maggioranza:

“Obiettivo del progetto di legge precisare le norme in materia di integrità e condotta che gli agenti pubblici saranno tenuti ad osservare. La finalità è quella di proseguire nel percorso di trasparenza  e lotta alla corruzione seguendo indicazione del Greco. Si applica a tutti gli agenti pubblici, nonché come principio di riferimento, per chi ricopre incarichi politici, magistrati e forze di polizia. Tra i principi ispiratori presenti all’interno del progetto di legge vi sono quello della legalità, imparzialità, discrezionalità che devono caratterizzare l’atteggiamento degli agenti pubblici.

Si prevede obbligo di segnalazione, si delineano i conflitti di interesse, l’imparzialità dell’agente pubblico deve essere principio cardine della sua attività. Obiettivo è integrare la normativa vigente prevedendo sanzioni di inosservanza. I lavori della commissione si sono svolti in modo costruttivo, con l’accoglienza di diversi emendamenti minoranza, l’auspicio è che il progetto sia accolto con favore”.

Augusto Michelotti, Su, legge relazione di minoranza:

“Il progetto di legge vuole dare una risposta concreta all’esigenza contingente, è previsto che la sfida dell’etica pubblica possa essere vinta? Si è colta la distanza crescente tra agire ed etica pubblica, ancora di più con la questione morale. Sono gravissimi gli effetti della corruzione che infligge un danno materiale alla comunità e produce inoltre anche un grave danno morale. Tuttavia nel quotidiano esercizio delle funzioni, anche ritardi, inefficienze, piccole furberie e disonestà, anche se non qualificabili come veri e propri reati, sono diventati atteggiamenti inaccettabili di fronte a problemi di sempre più famiglie. Si sente crescente bisogno di moralità, ma anche di rispettabilità, onore, tutti valori derubricati come in declino rispetto al successo senza qualità e al benessere senza obiettivi morali. Tutte le forze politiche in Commissioni si sono trovate d’accordo sul provvedimento, consapevoli della necessità di volontà politica per una rigorosa applicazione della legge e le misure disciplinari. Il testo risponde in maniera esaustiva alle raccomandazioni del Greco nel rapporto di valutazione di San Marino. Le forze di opposizione hanno partecipato ai lavori della Commissione presentando emendamenti migliorativi, altri emendamenti erano finalizzati a precisare i doveri degli agenti pubblici. Il segretario per gli Affari interni ha accolto parte degli emendamenti. Questo codice di condotta colmerà una lacuna nella normativa sammarinese in materia di pubblico impiego relativamente a doveri, responsabilità, obblighi di adempimenti e incompatibilità. Offrirà uno strumento più chiaro e inequivocabile attraverso il quale orientare comportamenti in un modello virtuoso”.

Segretario di Stato per gli Affari Interni e la Giustizia, Gian Carlo Venturini: “Le relazioni mostrano condivisione sul progetto che indica il codice di condotta di agenti pubblici. Obiettivo è precisare le norme di comportamento e rafforzare la fiducia dei cittadini nella trasparenza dei pubblici poteri. Con questo codice gli agenti sono investiti dall’obbligo di lealtà, trasparenza e correttezza nel loro agire, da affiancare a norme di comportamento che già sussistono nella legge organica. Anche a seguito dell’adesione di San Marino al Greco, il Pdl è volto a rispondere alle sue raccomandazioni. Oltre a disciplinare norme di comportamento degli agenti pubblici deve essere poi, attraverso decreto, adottato un codice di condotta per le forze di polizia. Con questo provvedimento si va a colmare una lacuna insita nel nostro ordinamento”.

Elena Tonnini, Rete: “E’ vero che in Commissione c’è stato un atteggiamento costruttivo e disponibilità del segretario sugli emendamenti, è anche vero che abbiamo però ribadito molte volte che in realtà questo è uno strumento, ma non significa automaticamente essere capaci di attuarlo concretamente nel contesto in cui si vive. Per questo segnalo alcune criticità emerse dalla legge, si vanno a toccare i temi di incompatibilità e conflitto di interesse, temi fondamentali che se ben affrontati risolverebbero molti problemi della Pa e anche molti sprechi. Ma il conflitto di interesse nella legge purtroppo si ferma alla pura dichiarazioni, le sanzioni sono richiamate in modo generico alle leggi vigenti. Questo aspetto non è stato approfondito ma annacquato, quando lo stesso Greco ribadisce che non siamo preparati nei confronti della corruzione e che le sanzioni attuali non siano servite molto. I principi della legge sono quindi condivisibili, ma un altro discorso è attuarli, è un problema culturale. Dal congresso e dal Consiglio dovrebbe partire l’esempio per tutta la Pa. Si potrebbe partire dall’eliminazione del potere concessorio, dai bandi pubblici piuttosto che nomine dirette, nel valorizzare la meritocrazia e la trasparenza”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Esprimo il mio favore per questo progetto che colma lacune normative e culturali. Condivido l’obiettivo del pdl di valorizzare il ruolo virtuoso degli agenti pubblici, a beneficio di un rapporto di fiducia tra agente pubblico ed utente. Si vanno a fissare concetti che devono ispirare l’operato dell’agente pubblico ma anche noi stessi: obbedienza a chi è gerarchicamente superiore, segretezza d’ufficio e soprattuto perseguimento dell’interesse pubblico Altro principio importante è la protezione di chi denuncia la corruzione”.

Franco Santi, C10:  “La Pa deve essere per tutti noi lo strumento principale del rilancio del Paese in un ambito di profonda crisi, la riqualificazione e la ridefinizione dei concetti e valori contenuti in questo codice deontologico per gli ufficiali pubblici è centrale per dare il giusto carburante all’idea di vedere una rinnovata fase del nostro Paese, riformulata su concetti di meritocrazia e legalità.

In primo luogo chi si deve sentire responsabile di questo passaggio sono gli organismi quali Consiglio e congresso di Stato, coloro che rappresentano i vertici delle istituzioni del Paese. La Pa deve però essere messa in grado di crescere a livello professionale e di mettere in prati i principi contenuti in questa legge. Credo che molto sia ancora da fare e che stiamo accumulando dei ritardi colpevoli”.

Mimma Zavoli, C10: “Questo provvedimento è un atto necessario forse tardivo, ci si è arrivati sotto le pressioni del Greco. Ciò nonostante non possiamo non essere contenti di esaminare questa normativa che definisce un forte senso di eticità in chi opera verso e per i cittadini. Bene quindi l’estensione a tutti i rappresentanti delle istituzioni pubbliche. Se l’amministrazione avesse investito nella formazione costante dei suoi dipendenti, l’influsso sulla responsabilità dei propri atti, mi chiedo se sarebbe servito per scongiurare comportamenti corruttivi. Ma la Pa che certa politica ha voluto disegnare nel tempo è altra, è fatta di orti e orticelli”.

Ivan Foschi, Su: “Più che legge pare un codice deontologico, in alcune parti è ridondante, uno dei doveri della legge è che dovrebbe essere chiara e il meno possibile interpretabile anche per gli scopi che si prefigge, quali ridurre il margine di discrezionalità. Quindi credo da una parte che la prescrizione dovrebbe essere più precisa, d’altra parte dovrebbero essere tenuti in considerazioni altri metodi di valutazione, come un maggior coinvolgimento dell’utenza. Per esempio, si prescrive la cortesia che deve essere monitorata dagli utenti.  Sì ad avere quindi strumenti di controllo da parte dei dirigenti, ma accompagnati anche da valutazioni dell’utenza. Se applicato correttamente questo strumento può contribuire a fare un salto qualitativo alla nostra amministrazione”.

Matteo Fiorini, Ap:  “Il codice etico fa parte di tutta una serie di adempimenti che servono per adeguare il nostro ordinamento a norme emanate a livello sovranazionale, in particolare il Greco ci chiede di introdurre questo codice. Oggi si completa un lavoro iniziato nella scorsa legislatura che oggi viene in Aula a seguito dell’integrazione del gruppo di lavoro istituito appositamente. Molti dei principi enunciati in questo codice sono norme esistenti e anche recenti. In particolare nella riforma della Pa si disciplinano incompatibilità, rotazione della dirigenza, trasparenza  e accesso ai dati. Perché i principi diventino prassi servono norme e un substrato culturale per far sì che anche da parte dei cittadini ci siano segnalazioni per evitare atteggiamenti distorsivi”.

Marco Podeschi, Upr: “L’onesta è lodata da tutti ma purtroppo muore di freddo. Nella relazione di minoranza viene posto volutamente l’accento sulla questione culturale, è l’aspetto centrale di questo provvedimento. E’ vero siamo obbligati dal Greco ad adottare questo provvedimento, ma una singola legge non può intervenire sull’aspetto culturale della Pa. Il problema è declinare concretamente quanto è previsto dal codice di condotta, una prassi ormai cui ricorrono aziende private, perché la legge possa funzionare deve essere conosciuta da dipendenti Pa ma anche dagli utenti. Un aspetto che mi ha colpito è come neutralizzare per gli agenti pubblici l’appartenenza politica, come previsto dall’articolo 5”.

Anna Maria Muccioli, Pdcs:  “Il testo adotta misure contro la corruzione orientate alla realtà di San Marino e affronta episodi quotidiani per gli agenti pubblici. San Marino ha aderito al gruppo del Consiglio d’Europa contro la corruzione, il Greco, che promuove iniziative per prevenire e contrastare corruzione. Alla luce di quanto è emerso dalla Commissione per il contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata, si è reso necessario intervenire su questo fronte e ritenuto importante l’adozione di questo codice. I cittadini sapranno cosa poter chiedere e cosa aspettarsi da un pubblico agente e cosa no, ma bisogna che il codice non resti sulla carta, di qui la necessità di promozione e sensibilizzazione Pieno sostegno al Pdl, non solo perché adempimento di un obbligo internazionale, ma in quanto espressione di una ferma volontà del Paese”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato Affari interni replica: 

“Sottolineo la condivisione generale sul progetto. A Tonnini che parla di sanzioni annacquate, rispondo che non è assolutamente vero.  E trova conferma negli atti. Sulla trasparenza, questa legge non toglie funzioni disciplinari vigenti, si vanno ad integrare. Altro aspetto indicato dal consigliere Podeschi, non viene vietato avere funzioni politiche, ma si indica di svolgere il proprio lavoro in modo  imparziale. Questo provvedimento non deve essere inteso come coercitivo per i dipendenti pubblici, di qui condivido pienamente il discorso della formazione e informazione.

Il provvedimento segna un passo importante nell’ottica del percorso di trasparenza ed evoluzione dei servizi della Pa”.