San Marino. Lavoro: quando la domanda non trova corrispondenza nell’offerta … di Alberto Forcellini

A tutti noi è capitato, e capita tuttora, di leggere lunghi elenchi di offerte di lavoro, che per la maggior parte rimangono inevase. L’appello alla ricerca delle più diverse professionalità arriva ogni giorno dai media e dai social da aziende di ogni settore, soprattutto quello turistico. Si cercano cuochi, aiuto cuochi, camerieri, maître, baristi, banconisti per gelaterie, receptionist, pizzaioli, bagnini. Insomma, lavori anche qualificati, non solo generici, non sempre e non solo stagionali. Purtroppo però la ripresa del mercato del lavoro post pandemica va di pari passo con la crescita del mismatch (mancata corrispondenza) tra domanda e offerta di lavoro.

Ci sono lavori ben pagati, specialmente nelle alte tecnologie, che non trovano candidati e colloqui che rimango desolatamente deserti per assenza d’interesse. In controluce, sembra esserci poco spazio anche per le professioni manuali, ovvero per quei settori artigianali e agricoli che sono sempre stati il pilastro dell’economia.

Oggi le persone vogliono fare lavori interessanti e ben pagati, possibilmente seguendo il loro percorso di studio, ma questa non è l’unica ragione. Ci sono datori di lavoro poco disposti a pagare salari regolari a giovani (o anche non giovani) che non abbiano esperienza e così preferiscono gli immigrati, che nella maggior parte dei casi si accontentano di poco e non fanno questioni sulla parte normativa. Lavapiatti, addetti alle pulizie, netturbini, addetti alle stalle sono in maggior parte stranieri, i quali comunque pian piano si inseriscono e grazie alla garanzia di uno stipendio mettono su casa e famiglia.

Ma ci sono anche datori di lavoro che “pagano bene” perfino i profili più bassi e anche loro hanno difficoltà a trovare personale. Il problema, almeno sul fronte italiano, viene imputato al reddito di cittadinanza. I giovani preferirebbero prendere poco, ma stare a casa e non fare niente, piuttosto che andare a lavorare e prendere gli stessi soldi. Questa è l’analisi empirica. Si osserva infatti che, per chi lavora solo alcuni mesi durante l’anno, c’è il rischio che la retribuzione possa essere al di sotto della media delle retribuzioni annuali. È senz’altro il caso dei lavoratori stagionali, che lavorano per definizione in alcuni mesi. E tuttavia la stagionalità, soprattutto nel turismo, è un dato di fatto sul quale né lavoratori né imprese possono fare granché.

Altro aspetto, uguale e contrario è il fenomeno per cui lavoratori giovani, e meno giovani, con talenti particolari e professionalità specifiche, non riescono ad essere assorbiti o valorizzati dal sistema delle imprese. Pertanto, per un professionista al di sotto delle attese dei datori di lavoro, ce n’è uno che si scontra con un sistema incapace di premiarlo.

Tirando le somme, ad oggi la mancata corrispondenza tra domanda ed offerta è molto alta e preoccupante, soprattutto per i giovani. Tale fenomeno rappresenta una delle principali cause della disoccupazione; mette a rischio la produttività in molti Paesi; rende evidente come molti processi e ruoli tradizionali siano ormai obsoleti ed inadeguati. Soprattutto negli ultimi anni la situazione si è aggravata a causa dell’innalzamento dei livelli di disoccupazione giovanile; conseguente impatto sul Pil; preoccupanti dati sulla produttività lavorativa; evidente inadeguatezza di competenze informatiche o digitali, sempre più richieste nelle aziende.

Le trasformazioni del mercato del lavoro, si sa, sono sempre più veloci e spesso imprevedibili anche per gli esperti, aumentando in questo modo l’asimmetria tra domanda e offerta. Sicuramente il tema del mismatch è un tema complesso, multidimensionale, tanto che per capirne realmente le caratteristiche e l’entità del fenomeno bisogna innanzitutto identificarlo e circoscriverlo. Solo dopo sarà possibile l’individuazione di interventi che devono necessariamente passare attraverso la formazione e l’orientamento (che spettano alla scuola), ma anche il potenziamento delle proposte delle aziende, migliorando le modalità di reclutamento del personale.

In maniera più didascalica si può suggerire di intraprendere azioni volte a migliorare l’allocazione delle risorse nell’attuale mercato del lavoro ripensando in modo strategico l’incontro domanda-offerta. Ci vogliono azioni immediate, tarate sul breve periodo e destinate a soluzioni veloci per problemi contingenti, ma occorrono piani di intervento di medio-lungo termine, che tengano conto dei cambiamenti e degli scenari futuri che si prospettano.

a/f