L’assemblea pubblica sul tema del sistema pensionistico organizzata da Sinistra Unita, RETE, Civico10, ha il merito di avviare il dibattito sul futuro di tutti i lavoratori e portare alla luce i dati di sistema. Gli interventi del Prof. Beppe Scienza hanno qualificato la serata, hanno rotto il muro governativo del va tutto bene, hanno smascherato la sciagurata gestione del Fondo Pensioni.
Voglio mettere subito in chiaro che a fronte della perdita di gestione di fine anno sulla quale è partito l’allarmismo senza analizzare le cause, il sistema ha un attivo di oltre 400 milioni dovuto all’accumulo di contributi versati dai lavoratori. Tale Fondo garantisce le future pensioni nonostante sia stato preso d’assalto da un governo disperato che ha dilapidato somme enormi a scopo clientelare e che si trova senza soldi, con l’aggiunta di una montagna di debiti che qualcuno dovrà pagare.
Inoltre il Fondo è stato fortemente danneggiato da una gestione finanziaria assurda attuata dalla partitocrazia che ha istituito 21 poltrone di comando per piazzare i propri rappresentanti senza competenze specifiche. Nel triennio 2013-2015 la gestione ha reso poco più del 6% in totale, attraverso il deposito presso le banche locali. Il Prof. Scienza ha messo in evidenza che se i Fondi fossero stati investiti in BTP, avrebbero reso il 35,7%. Purtroppo la gestione partitica e le decisioni del governo hanno fatto perdere il treno dei rendimenti e il Fondo ha perso oltre 100 milioni di interessi. Gli amici di merende costano moltissimo. Ma non finisce qui. Il governo ha prelevato dal Fondo Pensioni 72 milioni per far cassa, ha ridotto dal 10% al 5% il concorso statale, ha deliberato i pre pensionamenti, approfittando dei soldi che i lavoratori hanno versato per oltre 50 anni dall’istituzione del sistema pensionistico.
A questo punto ci si interroga su cosa fare. Prima di tutto il governo deve restituire il maltolto, deve pagare i pre pensionamenti, deve ripristinare il concorso statale del 10% al Fondo, deve proporre nuovi gestori professionali, deve stabilire un adeguato aumento del capitale sociale delle banche a garanzia dei depositanti. Poi si potrà valutare se sono necessarie modifiche normative al sistema. Non servirà sicuramente una riforma pagata ancora una volta da lavoratori e pensionati. Purtroppo, siamo entrati in una fase di tassi bassi e addirittura negativi, per cui gli enormi errori del passato non si potranno riparare.
Emilio Della Balda