San Marino, le 51 fiduciarie e la lista delle 800 società italiane. Mario Gerevini – Corriere della Sera

San Marino, le 51 fiduciarie e la lista delle 800 società italiane
Mario Gerevini
La mappa: Dalla Profit di Lagostena agli Studios di Parretti fino ai soldi del Sisde
Dietro la copertura dei trust oltre un miliardo di fatturato

Anche questa è una lista di possibili e presunti evasori. Una lista lunghissima: 800 aziende italiane per oltre 1 miliardo di fatturato. Di essa, però , nessuno si è mai occupato, nessuno l’ha mai venduta e nessuno l’ha mai richiesta. Eppure è il vero buco nero di San Marino. Sul Titano i soggetti finanziari autorizzati e vigilati (o quasi) dalla Banca Centrale sono 63: 12 banche e 51 fiduciarie. Ma che ci fanno 51 fiduciarie, cioè le società delegate a «coprire» la reale proprietà di un patrimonio, per 33 mila abitanti? Nulla, il 90% fallirebbe se non ci fossero gli italiani. E perché gli italiani utilizzano fiduciarie sammarinesi? Perché siamo bravi, dicono a San Marino, e riservati. Questo tipo di riservatezza, dice la Guardia di Finanza, è l’esigenza di chi fa il nero e di chi ricicla.
La lista non è quella delle 51 fiduciarie, per altro note. E’ una sottolista. Per compilarla bisogna prendere una per una le fiduciarie e trovare i «possedimenti» in Italia, cioè proprietà e intestazioni per conto terzi. Ne viene fuori una mappa impressionante: società di costruzioni, immobiliari, finanziarie, holding, industrie, parrucchieri, artigiani. Alle 51 sorelle fanno capo circa 800 partecipazioni in aziende italiane per oltre un miliardo di fatturatoto. E un sistema a scatole cinesi, difficile da ricostruire.
La sconosciuta Gefin, per esempio, ha sotto , di sé un arcipelago di circa 200 partecipazioni per 200 milioni di ricavi aggregati. Si va da O’Saraceno, che potrebbe essere una pizzeria di Cattolica, al 41% di Profit, il gruppo tv di Raimondo Lagostena, fino al 99% (in proprietà) di Roma Studios, gestita da Mauro Parretti e nella quale era entrato anche Tarak Ben Ammar con Lagostena. Sempre Gefin condivide aziende con imprenditori indagati per bancarotta (Ugo Poletti-Aeroterminal) ma ha anche «gioiellini» da 20 milioni di fatturato e leader al mondo in alcuni strumenti medicali (Comef di Carpi). E ancora: possiede il 30% del capitale della Criam di Taranto che alleva vongole ed è finita in un’inchiesta per un giro di fatture false con la Cst Impianti che lavora negli appalti pubblici ed è controllata, a matrioska, sempre dalla Gefin. In provincia di Macerata la fiduciaria detiene una partecipazione di minoranza in un gruppo che possiede immobili, ristoranti, alberghi e una holding (Sanatrix) che gestisce imprese nel settore sanitario con strutture per migliaia di ricoveri. E opera direttamente per il Sistema Sanitario nazionale, cioè noi gli diamo i soldi loro erogano il servizio e quello che resta va a San Marino. E opera direttamente per il Sistema Sanitario nazionale, cioè noi gli diamo i soldi loro erogano il servizio e quello che resta va a San Marino. L’altro socio di Sanatrix è ancora una delle 51 sorelle. Si chiama Smi ed è stata recentemente travolta da un’inchiesta romana per riciclaggio. Finantia ha un portafoglio di un centinaio di società italiane per circa 80-90 milioni di fatturato aggregato. Molte società a Roma (Edilbeton, Integra …) e in Toscana e un passato da centrale operativa degli 007 del Sisde, quelli che facevano la cresta alla cassa ufficiale. La Fincompany, controllata da banca Euro Commercial di cui sono ignoti i proprietari, con le sue 70 partecipazioni spazia da Lorenzo Barbera Editore srl (titoli del calibrio di: «Col cavolo che è facile smettere di fumare») ad una serie di immobiliari che sarebbero riconducibili alla vicenda dell’ex agente dei servizi segreti Maurizio Broccoletti e alla sottrazione dei fondi riservati del Sisde. Sono 4 esempi su 51. L’elenco è infinito. I casi che potrebbero far scattare l’allarme nelle caserme della Gdf sono decine. A San Marino, invece, nessuno si è mai interrogato sul patrimonio «italiano» delle fiduciarie. Ottocento partecipazioni, oltre un miliardo di giro d’affari.