Il 29 ottobre, termine ultimo di presentazione delle liste per i vari partiti, è fra solo 7 giorni. Ed è proprio per questo che si stanno provando e pensando ad improbabili alleanze che non avrebbero avuto luogo se non ci fosse stato un quorum del 5%, corrispondente a circa 1.000 voti, deciso nell’ultima legge elettorale.
Chi non ha problemi di quorum sono solo tre liste: Rete, RF e quella della Dc. Per il resto tutti sono affannati a cercare una soluzione che possa permettere di superare questo odioso scoglio e garantire la possibilità di avere un posto in Consiglio Grande e Generale. Una poltrona.
Libera, nata dall’aggregazione di alcune attuali minoranze che probabilmente da sole – ad accezione fatta per SSD nata anche anch’essa dall’unione di piccole realtà della sinistra – non avrebbero nessuna possibilità di superare il quorum vede tra i suoi componenti la parte scissionista del Psd capeggiata da Dalibor Riccardi, che dovrebbe intercettare i voti comunisti ereditati da suo padre l’ex consigliere Marino Riccardi; nelle scorse elezioni prese 142 preferenze.
Tra i componenti di Libera c’è anche un rimaneggiato Civico10 che secondo i bene informati potrebbe essere in caduta libera perdendo addirittura la metà, e forse più’, dei consensi avuti nelle elezioni del 2016. Ricordiamo che Civico 10 prese esattamente 1800 voti nel 2016. C’è qualche rumors sul fatto che alcuni ex consiglieri non si vorrebbero candidare e tra questi Mimma Zavoli e Jader Tosi; vedremo a breve se sarà così, certo è che la Zavoli è molto presente nelle ultime iniziative di Libera e questo fa supporre il contrario, ovvero che si ricandiderà.
In Libera sino a ieri c’era, oggi non si sa, anche il gruppo di Rossano Fabbri cioè il MIS che però ha messo in discussione la permanenza in questo progetto di sinistra-centro la sua presenza se rimane Area democratica, il gruppo dell’ex Segretario Michelotti e dell’ex consigliere Enrico Carattoni. In sostanza il MIS ha chiesto di cacciare Area Democratica dal progetto Libera probabilmente perché ritiene che sia ancora vicina a chi ha fatto parte del vecchio governo. Si parla ovviamente di Repubblica Futura.
Repubblica Futura, nata nell’agosto del 2015 dalla fusione di Alleanza Popolare e Unione per la Repubblica, sarà presente nella prossima tornata elettorale e probabilmente correrà da sola. Dovrebbe farne parte anche l’ex Segretario di Stato Andrea Zafferani molto presente ultimamente nei social. Il suo costante impegno su Facebook potrebbe avere l’intenzione di giustificare il suo modesto e discusso operato a Palazzo Mercuri. Anche gli ex consiglieri di Repubblica Futura sono molto attivi su Facebook e sempre con lo stesso intento di Zafferani. Probabilmente c’è un accordo, o una regia ben studiata, su come iniziare in massa e sui social la campagna elettorale. Zafferani ha costituito anche un progetto liberale dal nome ”SVILUPPO LIBERALE” che vede tra i nomi dei vari componenti diverse figure molto vicine a Lorenzo Busignani. Lo stesso Busignani ha precisato più’ volte, anche al nostro giornale, che non c’entra nulla con questo nuovo progetto. Repubblica Futura, secondo i bene informati, potrebbe tenere – anche con l’innesto di Zafferani che incredibilmente ha ancora dei sostenitori – i quasi 1900 voti (circa 10%) delle elezioni del 2016.
Fine prima parte
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