Riceviamo e pubblichiamo
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In ogni crisi bancaria assistiamo allo stesso copione.
La banca dirà che è solidssima sino all’ultimo, poi forse sarà risanata, oppure finirà in liquidazione coatta.
Nel frattempo, però, si saranno già sparse voci piuttosto eloquenti sulla sua situazione, casistica di disagi vari, mancata esecuzione di bonifici e quant’altro, è normale che sia così.
Quello che invece non è giusto è la pretesa di chiudere la bocca all’informazione con il pretesto di non fare danni, non creare allarmismi e non compromettere… ciò che già è compromesso da tempo.
In questo modo non si tutela il risparmiatore, non si compie un atto di responsabilità, non si salvaguarda un bel niente, si creano solo asimmetrie informative.
Il risparmiatore, il correntista, il pensionato o la PMI difficilmente dubitano delle rassicurazioni fornite dalla banca, quando poi la stampa non fa il suo lavoro, e fornisce un’informazione edulcorata, quel soggetto trova conferma delle rassicurazioni ricevute ed è definitivamente svantaggiato nelle sue decisioni.
Tutti abbiamo diritto di tutelarci, democraticamente, a prescindere dalla nostra “proximity” con il banchiere piuttosto che con il referente politico di turno.
Le fonti d’informazione sono tenute a riportare la reale situazione di una banca per mettere TUTTI i cittadini nelle condizioni di assumere decisioni consapevoli, il riserbo sullo stato di salute di una banca, dal punto di vista giornalistico, è una grave mancanza informativa che ha soltanto l’effetto di favorire gli “insider” a scapito degli altri cittadini.
Avv. Achille Campagna
San Marino, 25 gennaio 2019