‘Credetemi patire per anni senza ascoltare l’audio, il contesto, la verità dei fatti crea ugualmente sofferenza, tanta. Non puoi reagire’.
Parlavamo di intercettazioni e ritengo siano fondamentali per diversi aspetti.
L’importanza delle stesse in moltissimi casi sono servite per sgominare diversi malviventi.
Non è questo il punto è l’uso improprio che se ne fa soprattutto quando non sono a disposizione della difesa, non possono essere ascoltate dagli imputati.
Un diritto sacrosanto di ogni essere umano.
Le tesi che si sono succedute, i libri che sono stati stampati sulla vicenda, le decine di articoli avevano campo
libero per denigrare gratuitamente le persone in attesa di giudizio che avevano tutto il diritto di spiegare ciò che poteva essere in un contesto di tutt’altro tenore.
E’ l’incertezza che ‘brucia il mercato’ non il fatto in sé che sia positivo o negativo. E’ il corpo non trovato del familiare che fa star male dopo una disgrazia dove, per fare un esempio recente, il corpo della madre Brunella durante l’alluvione nelle Marche non è stato ancora trovato, se non mi è sfuggito qualcosa.
Il figlio Simone, ormai disperato, dichiarò che non si sarebbe dato pace fino al suo ritrovamento.
Le nostre bisnonne che attendevano ancora il marito partito per la guerra e mai tornato aspettando sempre notizie nonostante fossero anziane.
Direte che gli esempi sono forti: credetemi patire per anni senza ascoltare l’audio, il contesto, la verità dei fatti crea ugualmente sofferenza, tanta. Non puoi reagire.
Non ricordo se su il Dubbio o il Riformista sempre di qualche giorno fa l’articolista sottolineava che in appello, dopo condanne pesanti in primo grado, al riascolto delle intercettazioni alcuni imputati sono stati assolti perché il senso della frase era tutt’altro con presenza di punti interrogativi e non affermativi come apparivano nei brogliacci delle intercettazioni.
Non lo dico solo io, pro domo mea, ma molti giornali che hanno a cuore la verità dei fatti di tante persone finite a torto nei guai. ‘Fammi sentire la frase, fammi rendere conto a distanza di mesi che cosa intendevo e di che cosa stessi parlando’.
Un nervo scoperto? Certo.
Credo che chiunque abbia diritto di ascoltare ciò che è servito a limitare la propria libertà. Se non per altro per rendersi conto della gravità o meno del senso delle informazioni intercettate.
Barbara Tabarrini, La RepubblicaSM