Simone Celli, ex segretario dimissionario del Partito socialista ha lasciato ieri, in una lettera aperta anche ai media ma indirizzata al Presidente dei socialisti Alessandro Bevitori, la direzione della formazione politica che lo ha visto nascere e che lo ha riconfermato per ben due volte, anche dopo i fattacci brutti del voto di scambio della pizzeria, segretario.
Lo motivazioni paiono essere, in sostanza, quelle più volte manifestate anche apertamente nelle interviste che lo stesso Celli ha rilasciato ai media, e cioè il mancato sostegno del partito alla sua linea politica, pronta ad abbracciare il progetto riformista, la bocciatura del connubio con l’attuale maggioranza, capitanata dal Pdcs e quella diatriba con un membro dell’esecutivo del partito.
Ma secondo Giornalesm.com c’è molto di più. Effettivamente Simone Celli era oramai da tempo rimasto isolato all’interno del partito; da tempo immemorabile non si vedevano comunicati stampa dei socialisti, la sua linea non è più quella filo-democristiana o meglio filo-marcogattiana che il partito di Via Ordelaffi aveva da tempo preso.
Ma quella ostentazione di far vedere di voler abbracciare il progetto riformista, che vedrebbe il partito dei socialisti, quello del Psd e Sinistra Unita in una sorta di grande ammucchiata politica, non ci convince. E’ risaputo che Celli abbia delle affinità con l’Upr e sembra che la sua scelta di lasciare la barca socialista si stata una scelta di campo, o comunque di coalizione; andrebbe semmai in quota Repubblica Futura anziché Psd o come si chiamerà la futura coalizione riformista se mai ci sarà e prenderà vita.
L’ex Segretario Celli sempre cordialissimo, raggiunto telefonicamente, ha smentito categoricamente. Ma non sarebbe la prima volta che un politico il giorno prima smentisce ed il giorno dopo fa esattamente il contrario.
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