San Marino. Le indagini e l’estasi degli onesti. La riflessione di Enrico Lazzari, ex giornalista La Tribuna, sull’arresto del Segretario Claudio Podeschi

Riciclaggio? O semplice evasione fiscale? O grande abbaglio del Commissario della Legge che ha disposto l’arresto dell’ex Segretario di Stato Claudio Podeschi, dirompente “coup de theatre” di una inchiesta ormai nota?

So di essere impopolare, oggi, scrivendo questo e, quindi, permettendomi di insinuarvi lievi dubbi sul fatto che la “sentenza” di condanna non sia ancora definitiva e inappellabile. So di turbare la gioiosa giornata di tanti, dei più fra la cosiddetta gente comune onesta, ricordando che ogni ordinamento giudiziario di un Paese democratico sancisce la presunzione di innocenza. So di angustiare quel senso di soddisfazione di chi è capace di sentirsi più realizzato dai guai altrui che dai successi propri… 

Sò che i più duri, verso questa mia riflessione -che non vuole essere nulla più di uno stimolo a pensare e approfondire- saranno senz’altro quei cittadini onesti che -quando il mio lavoro mi portava in questa o in quella Segreteria di Stato- incrociavo nelle sale di attesa delle medesime, carpendone l’impazienza di ottenere dal Ministro o “amico” che conta del momento, un inutile posto pubblico, una concessione edilizia nel “culo” del Titano, un aiuto per poter fare ciò che, in realtà, né la morale né il buon senso, né, forse, talvolta, neppure la legge, avrebbe permesso.

Tanti, di questi cittadini onesti, li ho poi visti uscire dalle stesse Segreterie di Stato delusi, adirati… Addirittura sdegnati. E fermamente determinati a cambiare “cavallo”, alle successive elezioni, nella spasmodica ricerca di un referente più “sensibile” ai propri illegittimi bisogni di cittadini, di gente comune e onesta!

Da due giorni questa gente onesta gode! Qualcuno pubblicamente grazie a quel coraggio che i Social Network sanno infondere anche a più vigliacchi. Altri sprizzano entusiasmo per avversione ideologica. Altri per aver vinto una nuova battaglia in quella infinita guerra intestina che distruggerà, se non ha già distrutto anni e anni fa, il Partitone. Altri perchè “sto meglio non se sto meglio io, ma sto meglio se tutti gli altri stanno peggio”. E altri, infine, perchè, finalmente, “#vinciamonoi”.

Non conosco gli atti dell’inchiesta che hanno portato ai Cappuccini l’ex Segretario di Stato, per almeno un decennio -al pari dei suoi colleghi e di tutti coloro che rivestivano un ruolo di potere, anche non politico- meta di tantissimi “pellegrini” sammarinesi onesti in cerca del “miracolo” o della “grazia”. Non conosco l’operato passato dei giudici che sono alla base di questa inchiesta e l’unica cosa che mi balza alla mente alla lettura del nome Alberto Buriani quale firmatario dell’ordinanza di custodia in carcere, è la lettura della sentenza di condanna a 7 mesi del sig. Marco Nicolini e le pesanti polemiche che ne conseguirono e che indussero lo stesso Nicolini ad evidenziare pubblicamente le, secondo lui, gravi incongruenze di quel dispositivo letto dal Giudice Buriani. Nulla o quasi, invece, mi balza alla mente sui suoi colleghi se non il dubbio che pochi anni di esperienza sul campo forse sono un limite in una inchiesta così delicata a dai tanti risvolti e ripercussioni. Ma è soltanto un dubbio…

Non “vivo” San Marino -dicevo- da circa sei anni. Non incrocio Podeschi da poco meno… Non so più, neppure, da quali partiti sia sostenuto il governo attuale sammarinese né se Gabriele Gatti sia ancora Gabriele Gatti o l’ “ex Gabriele Gatti”…

Ma questa inchiesta con i suoi recentissimi sviluppi, mi rigetta indietro nel tempo. Fino ad una vicenda che ancora mi rammarica per il ruolo che ho avuto, all’epoca, nell’informazione sammarinese. Perchè oggi so che un buon giornalista non segue il comodo flusso della corrente, non si limita a trascrivere -specie nell’era dei processi mediatici- le “indiscrezioni di fonte interna al Tribunale”, talvolta diffuse ad hoc, o i comunicati stampa di una delle due parti. Un buon giornalista, se vuole realmente scrivere un buon articolo di informazione vera e non limitarsi a pubblicare un “dispaccio”, si pone -e pone- domande senza dar nulla per scontato, da qualunque fonte esso provenga.

Io, all’epoca del fango che travolse Emilio Della Balda non lo feci appieno e mi limitai a pubblicare dispacci anziché scrivere articoli… Se non lo feci prima, me ne scuso oggi: con Emilio e con i miei lettori dell’epoca.

Contribuii inconsapevolmente -anzi, forse, è meglio dire ingenuamente!- a distruggere la vita di Della Balda. Partorii dispacci, troppo simili a quelli che leggo oggi sulla delicatissima vicenda che sta mandando in estasi la gente comune, onesta!, di San Marino e gli avversari politici di Podeschi.

Forse, facendomi delle domande, approfondendo la questione, avrei individuato delle incongruenze. Forse avrei potuto evidenziare nell’opinione pubblica delle incertezze, delle lacune dell’ipotesi accusatoria che, purtroppo -specie oggi nell’era del  giustizialismo e dei “vaffanculo” capaci di conquistare il consenso di un quarto della gente comune onesta (nel caso italiana)-, è per la stessa gente comune onesta una già inappellabile sentenza di colpevolezza.

Poi, ad anni ed anni di distanza, sul caso Della Balda, arrivò la doccia fredda: “…Le due azioni penali degli Anni Novanta e del 2002 attivate in Italia” -sono parole di Della Balda, riesumate grazie a Google search- “promosse dalla politica sammarinese, sono state archiviate perché i fatti non sussistevano, dopo che ho dovuto rinunciare alla redditizia professione di consulente finanziario ed ho volontariamente evitato la candidatura in Consiglio”. 

“Quattro archiviazioni precedute -rincara- da oltre 16 anni di persecuzione per troncare una vita politica spesa per il Paese”. Quattro, chiamiamole per chiarezza verso chi non ha confidenza con i termini giuridici,“sentenze definitive” che hanno riconosciuto, tardivamente l’onestà, correttezza e professionalità di Emilio Della Balda oggetto, sono sempre parole sue, “di un attacco subdolo, in perfetta malafede e pilotato politicamente”.

Pensateci bene, cittadini onesti, prima di trarre conclusioni… Pensiamoci bene, cari ex colleghi, prima seguire la comoda, distruttiva corrente… Pensateci bene, illustri Giudici, prima di rischiare di distruggere l’autorevolezza della Magistratura Sammarinese, che non potrebbe sopportare, oggi, pur vaghe accuse di “azioni penali promosse dalla politica sammarinese”…

Enrico Lazzari