San Marino. Le interviste di Angela Venturini. Oggi è il turno di Renzo Giacobbi, ex presidente di Abs

renzo giacobbiLa presidenza di ABS? Un gioco di percentuali e di equilibri. Dopo le sue dimissioni, Angela Venturini intervista Renzo Giacobbi 

Non sono ancora passate 48 ore dalle dimissioni di Renzo Giacobbi e già ferve il consueto balletto di incontri, telefonate, pranzi di lavoro assolutamente riservati per decidere il nuovo nome che dovrà guidare l’Associazione Bancaria Sammarinese. 

Lui, ormai ex presidente sia di ABS, sia di Banca Impresa, che avrebbe dovuto essere l’ultima nata all’interno del Gruppo BSM, se ne sta serafico nel suo studio, tra pc, telefoni e casella e-mail sempre aperta. Il tempo sembra giocare per lui, per questo chiacchiera volentieri. Anche se non perde la freddezza di chi è abituato a misurarsi ogni giorno con i numeri.

“Intanto lascio un’ABS più che mai unita” esordisce, tracciando una sorta di riga tra passato recente e il futuro che si sta scrivendo. “Se andiamo a guardare il passato, avevamo addirittura due associazioni bancarie. Adesso ce n’è una, molto compatta e rappresentativa a 360 gradi. Un po’ di merito credo che sia anche il mio”.

Una sola associazione bancaria, con tutte le banche dalla stessa parte, è una potenza. Forse ancora più grande della politica…

“Questo lo dice lei, non lo dico io”.

E’ un dato di fatto: i politici passano, le banche restano. 

“Speriamo!”

Tra l’altro, nel suo bilancio di presidente ABS c’è anche l’ingresso nella federazione bancaria europea. Un passo significativo, o no?

“Sì, certo. Di fatto, a fine 2013, siccome c’era una richiesta di iscrizione avanzata dal mio predecessore, il dottor Paolo Fabbri, l’abbiamo portata avanti e l’EBF l’ha accolta dopo aver verificato puntigliosamente l’operatività delle banche sammarinesi e, soprattutto, il rispetto degli standard internazionali. Ma questo è giusto perché inserire nella Federazione Europea delle Banche, degli istituti che non siano più che trasparenti e conformi agli standard europei, sarebbe stato un rischio anche per loro. Credo che questo passaggio sia stato il primissimo di tutti quei riconoscimenti che San Marino e il suo sistema bancario hanno ottenuto in questi ultimi mesi: l’uscita dalla blacklist italiana, il riconoscimento della White list finanziaria, e ancora prima l’ingresso nel Sepa. Sono tutti passaggi che la dicono lunga su come le banche siano rigorose nel rispetto delle normative locali, che altro non sono che il riflesso di quelle internazionali. Anzi, in molti settori, come quello delle norme sull’antiriciclaggio, la normativa sammarinese è molto più complessa e molto più severa perfino di quella italiana. Non solo, ma sull’autoriciclaggio abbiamo fatto addirittura da traino”.

E allora, da dove è venuto questo fulmine a ciel sereno?

“E’ un problema di visione”.

All’interno di Banca Impresa o all’interno di ABS? 

“Parliamo di Banca Impresa perché in ABS ci siamo lasciati con il cuore spezzato, ma anche con sorrisi e strette di mano”.

Quindi, la tempesta è stata dall’altra parte…

“Direi che non c’è stata nessuna tempesta. E’ una stata una cosa molto educata, carina, col sorriso sulle labbra. La questione è che Renzo Giacobbi aveva (o meglio, ha) una visione del possibile sviluppo dell’attività economica, gli altri vertici ne hanno un’altra. L’ho accennato anche nel comunicato che ho inviato ai giornali con l’annuncio delle mie dimissioni, laddove parlo delle banche che riusciranno a superare con successo la crisi che attanaglia il Paese. Sono sicuro che le banche, ma anche l’economia in generale, potranno riprendersi”.

Lei è molto diplomatico, ma non è più presente nel CdA di Banca di San Marino e quello che dice lascia presupporre una rottura con l’intero Gruppo. E’ così?

“Assolutamente no. Nel CdA di Banca di San Marino avevo già svolto i tre mandati previsti dallo statuto e quindi ho lasciato il 2 maggio scorso. Mi rimaneva solo la presidenza di Banca Impresa. Ma anche in questo caso ci siamo lasciati con molto far play, con rispetto e cordialità reciproci. Tra l’altro, io devo dire con molta franchezza che grazie a Banca di San Marino ho ricevuto tanti e tali riconoscimenti in tutte le società del Gruppo, che non mi sarei neanche immaginato. Anche per la presidenza di ABS, Banca di San Marino è stata il mio principale sponsor. Per questo dico che ci siamo lasciati con animo costruttivo, propositivo e con il sorriso sulle labbra”.

Lei ha parlato di visione, quindi l’incrinatura è venuta su un progetto, su qualcosa che stava partendo e avrebbe dovuto andare in una certa maniera. Ma non è stato possibile. E’ giusto? 

“Sì. Tutto è ruotato intorno ad un’iniziativa che io vedevo svilupparsi nel tempo in una certa maniera. Gli altri vertici, probabilmente, non condividevano questa impostazione”

Quindi lei ha preferito mollare piuttosto che combattere? 

“Probabilmente era una battaglia persa”.

Qui finiscono le risposte ufficiali perché alla domanda su un’eventuale ricandidatura alla presidenza di ABS, Renzo Giacobbi sfuma abilmente illustrando le percentuali ricoperte al suo interno da tutte le banche sammarinesi, il delicato equilibrio tra alleanze, intese e simpatie, ma anche tra disaccordi, ambizioni, ostilità. Con la politica che ci andrà sicuramente a mettere qualcosa di suo. I papabili non sono tanti. E dietro ai sorrisi e alle strette di mano di questi giorni, ci potrebbero essere delle sorprese. 

Angela Venturini per Giornalesm.com

San Marino 23 gennaio 2015