San Marino. «Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?»…di don Gabriele Mangiarotti

Abbiamo partecipato alla Lectio magistralis del prof. Canestrari sui problemi del fine vita, organizzato dalla Associazione Emma Rossi. È stata una serata interessante, che ha evidenziato argomenti e problematiche di spessore. E crediamo che di fronte a tali giudizi e ipotesi di soluzione sia necessario un serio e approfondito confronto culturale. E che chi ha ragioni da proporre possa esprimersi liberamente. Da questo punto di vista il servizio pubblico (e penso alla Televisione di Stato) può favorire un clima di ascolto e interlocuzione, in questo si manifesterebbe secondo la sua autentica e specifica natura.

Nel servizio televisivo si riconosce che i «numerosi interventi dal pubblico» sono «segno di quanto la materia possa essere presa in esame senza filtri o freni di carattere ideologico o culturale» e ci auguriamo che proprio i filtri e i freni siano banditi per la gravità della posta in gioco.

Riteniamo che la questione del fine vita debba essere affrontata salvaguardando il principio di indisponibilità della vita, dal momento che, se questo principio venisse abbandonato, non i diritti individuali ne trarrebbero vantaggio, ma la società stessa ne risulterebbe compromessa (e su questo tema crediamo sia necessario un confronto aperto, non potendo bastare una osservazione – per quanto evidente – di un semplice articolo).

Questo impegno legato alla elaborazione di proposte legislative chiede una seria riflessione, perché abbiamo visto come le leggi non bastino ad assicurare la giustizia e il bene comune (ed è troppo facile ricordare il verso di Dante: «le leggi son, ma chi pon mano ad esse?» [Purgatorio, XVI, 97]). Basta pensare a quanto statuito in occasione dell’aborto, o, come si preferisce dire, alla Interruzione volontaria della gravidanza.

Facendo una ricerca sui social si viene a sapere che «l’osservanza delle leggi a San Marino è assicurata dalle istituzioni dello Stato, in particolare dal Corpo di polizia civile che vigila sull’applicazione delle leggi, e dal sistema giudiziario composto dal Tribunale Unico. Il potere legislativo appartiene al Consiglio Grande e Generale e il governo, chiamato Congresso di Stato, detiene il potere esecutivo. Le leggi sono vincolanti per tutti i cittadini e le forze dell’ordine sono incaricate di farle rispettare, sia per tutelare l’ordine pubblico che per prevenire e reprimere i reati».

E che cosa troviamo affermato nella legge? La LEGGE 7 settembre 2022 n.127. REGOLAMENTAZIONE DELL’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA, all’Art. 12 (Sistema di monitoraggio) così si esprime nel 3° comma: «I dati di cui al comma 1 vengono raccolti in forma anonima ed analizzati da parte del Comitato Esecutivo dell’ISS, il quale deve presentare annualmente alla Segreteria di Stato per la Sanità e all’Authority Sanitaria apposita relazione, finalizzata alla verifica dell’attuazione della presente legge e delle norme per la tutela sociale della maternità. Le informazioni acquisite nell’ambito del monitoraggio sono finalizzate: a) all’elaborazione e all’aggiornamento di strategie e modelli operativi per la prevenzione e la promozione della salute sessuale e riproduttiva, anche nell’ambito del Piano Sanitario e Socio Sanitario Nazionale; b) alla misurazione dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi offerti all’utenza e delle procedure.»

 Il senso di questa relazione viene ancora indicato nell’Art. 20 («Entro il giugno di ogni anno… il Segretario di Stato per la Sanità ed il Segretario di Stato con delega alla Famiglia presentano alla IV Commissione Consiliare Permanente una relazione sull’attuazione della legge stessa e i suoi effetti, anche in riferimento alle misure di prevenzione») e tale senso sembra essere non una curiosità statistica, ma un servizio «per la prevenzione e la promozione della salute sessuale e riproduttiva». La sua non attuazione, nonostante le ripetute richieste da parte della società civile, ci pare rechi un danno sociale, impedendo la conoscenza delle cause dell’aborto e la obiettiva attuazione di una politica anche educativa di prevenzione.

 Se da un lato chiediamo che le disposizioni della legge siano attuate, dall’altro chiediamo l’impegno di tutti perché la difesa della vita non si arresti a un proclama, ma sia effettivo impegno di tutti.

don Gabriele Mangiarotti