San Marino. Le mamme non ci stanno più

Siamo ancora nella fase in cui l’ovvio non si può dire per paura di essere additati come degli sciocchi irresponsabili. “Ma vi rendete conto che c’è una pandemia”? Sarebbe la risposta allo ‘stolto’ di turno. E quindi di questo ovvio, per esempio la salute dei bambini, ci si è ben guardati dal parlare in Aula consigliare, dove si è discusso di argomenti evidentemente molto più seri e importanti. Bene ha fatto allora il consigliere di Domani Motus Liberi Mirko Dolcini a citare Manzoni quando nel capitolo dei Promessi Sposi dedicato alla peste scrive:‘il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune’. Se il Consiglio Grande e Generale è ancora restio a parlare di diritti dei bambini, al contrario le mamme di San Marino non hanno mai smesso di interrogarsi e interrogare. Così la sammarinese Francesca Verducci ha scritto: “Buongiorno Mamme! Continuo a sentire mamme che mi raccontano di come i loro bimbi stiano soffrendo in questa situazione. Mamme disperate che non ce la fanno più, non solo perché oltretutto devono anche lavorare ma soprattutto perché vedono i loro figli peggiorare di giorno in giorno la qualità della loro SALUTE. Allora mi chiedo: se stiamo facendo tutto questo proprio per la salute di tutti, qualcuno mi spiega perché a rimetterci deve essere la salute dei figli? Ansia, dermatiti, depressioni, tic, aggressività…e chi più ne ha più ne metta. Il governo latita e non abbiamo risposte. Voi cosa pensate? Cosa vogliamo fare? Come pensiamo di andare avanti in questo modo? Quali saranno gli effetti di tutto ciò sul lungo periodo nei nostri figli”? Purtroppo è facile prevedere che saranno effetti catastrofici. Anche se c’è chi in maniera del tutto semplicistica dà risposte del tipo: ‘ci sono i numeri telefonici preposti ai quali ci si può rivolgere’. La paura che è stata instillata nella mente degli adulti è già stata trasmessa ai più piccini che non è dato sapere come reagiranno nel momento in cui una volta fuori dalle proprie case incontreranno un amichetto e saranno magari proprio i genitori a trattenerli dall’andare ad abbracciarlo. Anche soltanto immaginare questa scena fa spezzare il cuore. Ora qualcuno ha detto, volendo leggere il buono nel male, che è proprio nel momento in cui ci è stato chiesto di restare lontani che abbiamo dimostrato di saper essere più vicini. In qualche caso è stato sicuramente così ma sarebbe da ipocriti non vedere che ora sono l’egoismo e l’asocialità ad aver preso il sopravvento. Ora saremo noi genitori ad insegnare ai nostri figli ad aver paura dell’altro, a non fidarsi perché potrebbe essere portatore della malattia, a mantenere le dovute distanze. In pochi mesi sono stati gettati via i valori che hanno illuminato l’umanità. Così come l’obbligo di portare mascherine e guanti ha ridato vigore all’industria della plastica che almeno stando alle dichiarazioni di intenti di tanta parte della politica globale era sul punto di doversi estinguere. Ma c’è chi giustamente non è disposto a sacrificare l’umanità in nome di una salute evidentemente solo apparente. La storia ci insegna che finita la quarantena la ‘peste’ continua a regnare fintanto che gli uomini non ricominciano a sperare e a credere in una ripartenza possibile. E’ illogico continuare ad autoinfliggerci le catene, ora è il tempo di pretendere la libertà. A meno che non si decida di far durare a lungo il regno della peste e di rinunciare ai valori dell’amicizia, della solidarietà, dell’amore per i nostri simili (che evidentemente non si declina con la delazione nei confronti della mamma che si permette di far prendere al figlio una salutare boccata d’aria). C’è una favola molto interessante che racconta di come talvolta gli adulti siano portati ad insegnare ai propri figli i valori che caratterizzano l’umanità in maniera distorta. Si intitola l’Amico Sincero ed è stata scritta da quel genio assoluto che fu Oscar Wilde.

Repubblica Sm