“Per rialzare questo Paese occorre ripristinare la credibilita? dello Stato e le sue Istituzioni”.
Appaiono in tutta la loro drammatica evidenza le difficolta? e gli ostacoli che il Paese ha di fronte. Sarebbe molto grave pensare semplicemente ad una crisi economica che pure e? pesantemente attiva.
La crisi piu? profonda riguarda il senso di identita? e di appartenenza di noi sammarinesi – , riguarda i valori condivisi che fanno di una realta? – per quanto piccola – un corpo vivo e reale che trasmette identita? innanzitutto nella mente e nel cuore dei suoi cittadini che a loro volta la riflettono e la difendono nel mondo circostante.
In parole povere riguarda noi che ed il nostro possibile ci proiettiamo futuro . non ci sara? un futuro se non crediamo che sia possibile .
Fenomeni disgregativi sono in realta? attivi in tutte le societa? aperte, facilitati dalla globalizzazione, dagli spostamenti veloci, dalla volatilita? dei rapporti sociali, famigliari, di lavoro e cosi? via.
Nel nostro contesto questi fenomeni disgregativi sono stati potenziati dalla nostra piccolezza ma anche da elementi tutti locali che e? piu? facile –con il poco utile senno del poi – ora analizzare .
Farlo pero? non dovrebbe servire ad un noioso moralismo di facciata (arma principe dei movimenti populistici), ma piuttosto per cercare di correggere gli errori fatti perche? la disaffezione popolare verso il Paese e le sue Istituzioni ha raggiunto il livello di guardia ed il rischio reale che abbiamo di fronte non e? o non e? solo finanziario: siamo vicini al collasso del Paese e/o alla fine dell’indipendenza e sovranita? di San Marino cosi? come si e? andata costituendo nel corso dei secoli: 1700 anni fino all’ingresso come Stato indipendente alle Nazioni Unite ed in altri importanti organismi internazionali.
Sto facendo del Catastrofismo? Me lo auguro, ma gli scricchiolii che si avvertono un po ovunque non promettono nulla di buono.
Per comprendere meglio dovremmo allora chiederci se il fenomeno corruttivo ha riguardato solo i politici o e? stato molto piu? diffuso, dovremmo chiederci se il nostro esercizio dei diritti e? uguale a quello dei doveri, dovremmo chiederci se ci meritiamo il rispetto degli altri a partire dai nostri vicini italiani, dovremmo chiederci che cosa possiamo fare ciascuno di noi nel suo piccolo, ogni giorno per migliorare la percezione che si ha di noi fuori di qui, possiamo chiederci se siamo l’ombelico del mondo o piuttosto un incidente della storia che con umilta? cerchiamo di preservare , possiamo chiederci …
Solo un corretto esame delle cause che ci hanno portato alle difficolta? d’oggi puo? produrre vere soluzioni .
Il primo punto per invertire la corsa verso il burrone dovrebbe riguardare il ripristino della credibilita? dello Stato e delle sue Istituzioni: sobrie , severe , in grado di mettere in atto il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alle Leggi e riattivare un sistema di pari opportunita? che premi i migliori (non i piu? forti o i possessori di tessera giusta) ricreando una gerarchia sociale non basata sull’appartenenza ma sul merito.
Il sistema dei partiti ,troppi e tutti piu? o meno agenzie di collocamento dei propri protetti, a loro volta protettori degli interessi quasi mai nobili di chi li ha messi in carriera, e? finito per diventare non il terreno di discussione e di formazione di idee e di leaders in grado di proporle e realizzarle, ma uno stagno opaco che ha degradato quel po di democrazia che c’era in un perenne voto di scambio (interno ed estero-piu? interno che estero) per garantire alle cordate politico affaristiche il mantenimento trasversale del potere.
I tentativi di correzione (le coalizioni da dichiarare prima del voto, la preferenza unica ,la incompatibilita? fra mandato consigliare e mandato di membro del Congresso, ecc.) non si sono dimostrate in grado di correggere queste gravi deformazioni con un potere economico-affaristico che e? sempre di piu? in grado di determinare scelte e persone .
Questa grave involuzione ha investito anche pesantemente la Pubblica Amministrazione che e? pletorica e largamente inadeguata ,infarcita com’e? di “clienti” politici sia ai ranghi piu? bassi, sia ai livelli direttivi .
Fra l’altro bisogna osservare che lo spoil system diffuso in una realta? così piccola , e l’adozione di contratti triennali anche in ruoli dove la competenza tecnica e? praticamente l’unico requisito necessario , ha fortemente indebolito proprio la credibilita? dello Stato , favorito atteggiamenti compiacenti e non rispettosi dell’uguaglianza dei cittadini , ha determinato ricambi improbabili e promozioni inadeguate donde la formazione di NOMENKLATURE sempre piu? pallide se non decisamente anemiche ed asfittiche .
Il confronto con un mondo sempre piu? complesso ed indifferente alle piccole realta? si e? fatto via via piu? difficile , nel frattempo –come si diceva – a mano a mano che lo Stato e sue Istituzioni perdono credibilita? e capacita? di trasmettere appartenenza, si avvia un declino che ad un certo livello e? inarrestabile .
Un dibattito su come ristabilire l’autorevolezza dello Stato , su come riformare le istituzioni politiche del Paese per consentire da un lato il recepimento della sovranita? popolare, dall’altro la fine dell’occupazione dello Stato da parte dei patiti riconducendoli al loro ruolo originale di contenitori di idee e di proposte, non solo mi pare urgente ma anche utile a riaccendere confronto e politica vera .
E? un compito di tutti, e? un compito per tutti.
Dario Manzaroli, La Tribuna