San Marino. Le “strane” spedizioni provenienti dalla Repubblica.

Secondo il sito www.it.rbth.com, i formaggi italiani entrerebbero di nascosto nell’ex Unione sovietica anche attraverso il Titano.

“I prodotti di alcuni stati europei, quali la Svizzera o San Marino, non sono sottoposti ufficialmente all’embargo e possono essere importati in Russia”.

Sul sito www.it.rbth.com (Russia Beyond The Headlines, la versione italiana) che fa parte di Russia Beyond The Headlines (RBTH), una risorsa multilingue di informazioni, una fonte di notizie, commenti, opinioni e analisi riguardanti la vita culturale, politica, economica, scienti ca e sociale della Russia, è comparso ieri un articolo intitolato “Sanzioni, così i formaggi italiani entrano di nascosto in Russia”, a firma di Kira Kalinin, all’interno del quale si parla anche di San Marino, in particolare di come vengono aggirati i divieti imposti sui prodotti alimentari sotto embargo.

Tra le varie modalità elencate si legge che “i prodotti di alcuni stati europei, quali la Svizzera o la Repubblica di San Marino, non sono sottoposti ufficialmente all’embargo e possono essere importati in Russia. “I prodotti provenienti dai Paesi sanzionati vengono trasportati in Svizzera. Lì vengono poi apposti dei bolli ufficiali in modo che la merce così camuffata risulti svizzera e possa arrivare sul territorio del nostro Paese”, afferma Maksim Tafintsev, senior partner di Maalouf Ashford & Talbot. A suo avviso, quello della riesportazione è un sistema diffuso anche in Bielorussia.

A tal proposito, a marzo 2016, l’allora segretario di Stato all’Agricoltura e alla Cooperazione Economica Internazionale Antonella Mularoni partecipò a Mosca al Forum Economico Internazionale degli Stati della CSI. In quell’occasione Mularoni ai microfoni di Smtv dichiarò: “Abbiamo la necessità di sostenere lo sviluppo commerciale delle nostre aziende produttrici ma vigileremo attentamente perché non si veri chi nessuna distorsione. Chiunque tenti di aggirare in qualunque modo l’embargo – aggiunse Marco Arzilli, ex segretario di Stato all’Industria – sarà pesantemente sanzionato”.

Nel settembre 2015 due aziende sammarinesi, la San Marino Salumi e la SM Sales sono state le uniche società europee a partecipare alla era World Food, durante la quale hanno presentato i loro prodotti. “Tutto quello che uscirà da San Marino – spiegò Arzilli – dovrà essere rigorosamente di produzione sammarinese e dotato della certificazione alimentare rilasciata dagli organismi preposti del nostro Paese e il previsto certificato d’origine”. Tutto dunque rigorosamente Made in San Marino e nel rispetto delle norme internazionali. Stando, quindi, alle dichiarazioni rilasciate l’anno scorso dagli ex segretari di Stato all’Agricoltura e all’Industria del Titano, a San Marino sembrerebbe essere tutto nella norma, smentendo, perciò, l’articolo apparso ieri sul sito web Russia Beyond The Headlines.

La presenza di Antonella Mularoni alla era di Mosca dell’anno scorso servì quindi a presentare San Marino ai più importanti operatori economici russi. “Nessun accordo da firmare – dichiarò – e nessuna intenzione di favorire le importazioni di carni e formaggi dell’Unione Europea, come qualcuno ha titolato. Non avendo aderito alle sanzioni europee – conclude il Segretario Mularoni – San Marino può esportare in Russia i suoi prodotti rigorosamente Made in San Marino, alla stessa stregua della Svizzera e di altri Paesi”.

Sta di fatto, dunque, che San Marino può esportare in Russia i propri prodotti made in Repubblica, non avendo aderito alle sanzioni europee, come invece ha fatto l’Unione Europea.

La Tribuna