Sono settimane di incontri febbrili tra partiti, movimenti e politici vari per iniziare a delineare le coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni politiche.
Al contrario di quello che molti dicono e vogliono far credere, i progetti sono concreti e piuttosto vicini all’ufficialità. In particolare dietro alle fibrillazioni e alle difficoltà del Tavolo riformista e dietro ai tentennamenti di Alleanza popolare per una alleanza “anti-Dc” c’è la stessa motivazione: la nuova coalizione che si presenterà alle elezioni di marzo 2017 è praticamente fatta. Saranno dalla stessa parte Pdcs, Ns, Repubblicafutura ovvero Ap e Upr, Ps e Psd che non si spaccherà. Ci saranno infatti anche coloro che oggi dicono a parole di voler mettere la Dc all’opposizione. Un patto agevolato anche dal passo indietro che diversi big attuali di via delle Scalette si apprestano a fare.
L’obiettivo è quello di fare una maggioranza da 40 consiglieri augurandosi che almeno ci sia una rotazione, meglio sostituzione, dei segretari di Stato attuali ricordando che sia il segretario Venturini che Arzilli hanno superato il limite dei 10 anni di Congresso. Rimangono fuori da questo grande contenitore Rete, Civico 10, Su e i consiglieri indipendenti di opposizione Celli, Lazzari e Pedini Amati.
Davide Graziosi, La Tribuna
