Il tentativo di AP di sbarazzarsi dell’egemonia democristiana mentre il PS la cerca con una vocazione suicida, è interessante e va seguita con attenzione. Ancora non è chiaro se punta ad una restaurazione per contrastare una eventuale alternativa oppure pensa di prendere la guida di una alternativa democratica coalizzando i gruppi “non democristiani” divisi e confusi.
Resta però il fatto che AP non si rassegna a proseguire in un ruolo subalterno specialmente dopo le mosse scriteriate della DC che punta sui governativisti del PSD e sulla docile sezione socialista ormai stremata da mire di potere a tutti i costi. Infatti la DC vuole che la ex sinistra tradizionale garantisca la governabilità rendendo marginale AP, accusata di giustizialismo e di insubordinazione rispetto alle posizioni di privilegio acquisite dalla DC (vedi Cassa di Risparmio, assunzioni, relazioni esterne ed altro)
Se AP sceglie la guerriglia con la DC senza far saltare l’alleanza, punterà ad indebolirla con defezioni di peso e ad andare oltre Repubblica Futura con ulteriori adesioni in aggiunta all’UPR. Se AP sceglie l’alternativa democratica rompendo l’alleanza con la DC, si orienterà a tessere buoni rapporti con l’area non democristiana, a rifarsi una verginità a livello di autonomia, a organizzare un centro liberal democratico per ottenere pari dignità con coloro che si autodefiniscono riformisti.
Si trova di fronte ad un bivio strategico di notevole rilevanza nel momento in cui sta conquistando la centralità della scena politica. Ma, dopo l’approvazione del solito e insignificante bilancio fotocopia e falso, dovrà scoprire le carte e decidere se lavorare per il futuro del Paese o se rientrare nella caserma semi diroccata dagli scandali morendo democristiana.
Emilio Della Balda