Nell’ottica di una riduzione delle procedure propongo di accorpare le due Commissioni in un unico Ente”.
Sulla questione delle Norme di disciplina per i pubblici dipendenti, dopo le critiche di Riccardo Stefanelli (segretario della Federazione del pubblico impiego della Csdl) interviene anche Gilberto Piermattei vice segretario della Csdl (Confederazione sindacale del lavoro) e membro della Commissione di disciplina per i pubblici dipendenti. Anche per Piermattei “con la Legge del 2009, le norme che disciplinano il comportamento dei pubblici dipendenti sul posto di lavoro, lo Stato ha complicato moltissimo il sistema procedurale delle sanzioni”. Infatti, sostiene il sindacalista, “troppe sono le pro- cedure contemplate nel- la Legge, e questo com- porta una dilatazione dei lavori inammissibile, e in alcuni casi non si arriva nemmeno a un risultato. Tra l’altro – ricorda il vice segretario Csdl – ci sono stati dei casi in cui la Commissione di disciplina era divisa.
A titolo informativo ricordiamo che il presidente della Commissione è il magistrato Roberto Battaglino del Tribunale di San Marino.
Piermattei ribadisce comunque che al di là di tutto “la Legge del 2009 va rivista e semplificata”. Sottolinea però il sindacalista che a monte della questione delle sanzioni c’è un altro problema che è quello dei controlli interni nei vari settori della Pa: “Dovrebbero essere i dirigenti del settore pubblico allargato ad essere più efficienti e prevenire eventuali comportamenti anomali sui posti di lavoro.
La Legge sarebbe quindi da rivedere nel suo aspetto procedurale, il procedimento è troppo lungo e macchinoso”.
Riguardo alla questione delle due Commissioni, quella disciplinare per i pubblici dipendenti e quella conciliativa per i lavoratori del settore privato, Piermattei afferma che “nell’ottica di una semplificazione delle procedure porterei i casi disciplinari sotto un’unica Commissione, accorpando le due commissioni in una.
Sarebbe meglio che sia i dipendenti pubblici che privati – anche per un motivo di equità giuridica – venissero giudicati da una stessa commissione e soprattutto all’interno di un unico ordinamento. Per questo, nel caso non sia stato commesso alcun reato, il procedimento potrebbe arrivare a una conclusione più veloce.
Mentre adesso la procedura è troppo macchinosa e complicata”.
Conclude Piermattei: “Mi auguro che si possa arrivare a una sorta di Commissione intermedia che valga sia per uno che per l’altro settore e che i dipendenti vengano giudicati da un magistrato del lavoro”.
Francesco De Luigi, La Tribuna