Battuta d’arresto per la legge “anti-massoni” in politica e nella Pa, approvata nell’ultima sessione consiliare, con procedura d’urgenza, a larga maggioranza. La Reggenza ha infatti trasmesso ieri, all’Ufficio di Presidenza, il messaggio costituzionale con cui rinvia al Consiglio Grande e Generale, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 4, comma 1, della Legge Costituzionale 16 dicembre 2005 n. 185 e dell’articolo 7, della legge Qualificata 16 dicembre 2005 n.186, il te- sto di legge ordinaria “Norme di incompatibilità per l’appartenenza ad associazioni segrete”, approvato dallo stesso Consiglio il 28 maggio scorso, con 43 voti a favore, sei contrari, un astenuto.
Ciò perchè la legge è stata ritenuta “non conforme – riferisce una nota della segreteria istituzionale – alle disposizioni e ai principi della Dichiarazione dei diritti e, più precisamente, alle regole in materia di gerarchia delle fonti normative in essa previste”.
In particolare, il provvedimento mira a “introdurre incompatibilità, con conseguente decadenza, per determinati ruoli istituzionali, tra cui, per quanto di interesse del rinvio, i Capitani Reggenti, i membri del Consiglio Grande e Generale e del congresso di Stato, i magistrati del Tribunale, i membri della Corte dei Trust e i rapporti fiduciari, i membri del Collegio garante della costituzionalità delle norme.
Ma tali “incompatibilità, a mente della Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’Ordinamento (artt 3 e 16) e di successive leggi costituzionali – motiva la segreteria istituzionale – devono essere disciplinate con legge qualificata e quindi con legge gerarchicamente sovraordinata alla legge ordinaria”.
Il testo approvato in Consiglio risulta quindi “inidoneo a produrre il risultato perseguito”, perchè “incapace di andare a modificare la normativa vigente in materia di incompatibilità dei Capitani Reggenti, dei membri del Consiglio Grande e Generale e del congresso di Stato, dei magistrati del Tribunale, dei membri del Collegio garante della costituzionalità delle norme, dei membri della Corte del Trust.
Non solo: “Lo stesso è invalido – prosegue la nota – perché viola la Dichiarazione dei diritti e quindi norme costituzionali”. Per tanto, “il rinvio del testo di legge in oggetto al Consiglio Grande e Generale – conclude la nota – consentirà di dare allo stesso piena efficacia”. L’Ufficio di Presidenza ha già iscritto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio un apposito comma per le decisioni di competenza ai sensi dell’articolo 7, commi 3 e 4, della Legge qualificata n.186/2005. La Serenissima