San Marino. Legge Editoria. Bene Comune all’attacco della libertà di stampa

GIORNALI-E-PC-e1409114181686Tensioni e polemiche, la scorsa notte in Consiglio, dove era all’esame la “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”. Ad accendere la miccia, su un tema comunque molto dibattuto, la riproposizione da parte dell’esecutivo, sotto forma di emendamento, dell’articolo 15 (“Operatore dell’informazione inviato presso la Repubblica di San Marino”), poco prima bocciato dall’aula. Per Zeppa di Rete l’articolo 15 è medioevale: “Si vanno a dare pratiche di accreditamento – ha attaccato – e non ci può stare se a San Marino viene un giornalista di inchiesta che dovrebbe invece potersi tutelare. Gli si chiede di accreditarsi, mettere in moto consulta e segreteria, gli si dice che non può restare a San Marino più di 20 giorni, è un modo di cacciare il giornalismo di inchiesta perché a qualcuno ha fatto molto male, ma ad altri ricordo che ha aperto gli occhi”. Il commissario Podeschi (Upr), ha messo in guardia dai rischi connessi a tale articolo. “Capisco lo spirito, ma un conto è accreditarsi per eventi istituzionali, un conto accreditarsi per fare informazione in uno Stato, c’è il rischio di andare contro convenzioni internazionali sulla libertà di informazione, forse in Corea del Nord si chiede qualcosa di simile agli inviati”. Per il segretario di Stato Belluzzi si tratta di “preoccupazioni eccessive” perché “le considerazioni fatte, ovvero voler limitare l’accesso a chi fa giornalismo d’inchiesta, non mi erano passate neanche per l’anticamera del cervello”. Nq Rimini