Francamente stupisce moltissimo la veemente reazione registrata sul numero degli aborti eseguiti in Repubblica a seguito dell’entrata in vigore della legge sull’IVG.
Il dato è stato ufficializzato dal Segretario di Stato Roberto Ciavatta il 9 marzo scorso, durante i lavori della Commissione Sanità. “Dall’ approvazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, promulgata lo scorso 7 settembre 2022, sono 12 le donne sottoposte all’Ivg. Quattro richieste sono pervenute prima dell’approvazione della procedura aziendale e sono state inviate fuori territorio, a mente degli accordi già esistenti fra Istituto per la Sicurezza Sociale e Repubblica Italiana in materia di scambio di prestazioni sanitarie e previdenziali, secondo un percorso di scambio di prestazioni sanitarie già codificato. Tutte le richieste pervenute dopo l’approvazione della procedura (otto richieste) sono state gestite internamente all’Iss. Le richiedenti (tutte entro la 12 settimana di gestazione) sono state prese in carico dalla UOS Salute Donna, ed avviate al percorso della Ivg farmacologica presso il Day Surgery. Tutte le otto donne che si sono sottoposte ad una procedura di IVG presso 1’1SS nel periodo compreso fra il 12 dicembre e 1’8 marzo, lo hanno fatto in modo sicuro, nel rispetto dei limiti temporali prescritti dalla norma (7 giorni) e senza complicanze in nessuno dei casi trattati. Alle assistite di cui sopra dobbiamo aggiungere altre tre assistite che hanno fatto richiesta di IVG, ma che sono andate incontro ad un aborto spontaneo prima di essere sottoposte alla procedura e pertanto il percorso si è interrotto. (…)”
Questo il suo intervento tratto dal report dell’Agenzia Dire. Corretto e trasparente, anche se non c’era obbligo alcuno di riferimento. Ma l’ha fatto e dal punto di vista democratico, è stato molto apprezzato perché non parla solo di numeri, ma anche di modalità e di procedure. La qual cosa è molto tranquillizzante, soprattutto per quei cittadini che hanno votato sì al referendum. Erano stati il 75 per cento, delineando una maggioranza di consensi che non ammetteva repliche. Eppure sappiamo molto bene quale battaglia è stata combattuta in Consiglio per dare seguito alla volontà popolare e quante trappole sono state predisposte per cercare di fare una legge al ribasso, molto minimalista. Invece, e per fortuna, ne è uscita una legge tra le migliori e più garantiste del mondo nei confronti dei diritti delle donne e della tutela della loro salute.
Perché ora stracciarsi le vesti di fronte a numeri finalmente palesi, che smascherano l’ipocrisia di chi ha sempre negato l’esistenza dell’aborto e il disagio delle donne costrette a recarsi in strutture fuori confine? Perché non riconoscere e ammettere una volontà popolare che dovrebbe essere sovrana? Quante donne, finora, hanno dovuto nascondersi per non rischiare il reato penale?
A San Marino, il risultato referendario sull’IVG ha superato i partiti e ha posto lo Stato come punto di riferimento. Così è stato anche per il voto alle donne. Questo è il passaggio epocale che ha segnato la conquista del diritto. E ha evidenziato anche un altro concetto basilare: non è vero che chi si espone sui diritti perde voti. Caso mai è il contrario, perché i diritti vanno vissuti, alimentati e conquistati giorno per giorno; difesi e diffusi laddove vengono negati. Non c’è più spazio per le battaglie di retroguardia perché non è con questo mezzo che si andrà a recuperare la denatalità e nemmeno “la famiglia del mulino bianco”. Tutto è cambiato, il contesto sociale è cambiato: è ora di prenderne atto.
In questi giorni, in Italia c’è un forte dibattito sul riconoscimento dei diritti per i bimbi delle famiglie omogenitoriali, non tutelati da nessuna legge, come se appartenessero a un mondo a parte. Eppure esiste una “Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo” che dovrebbe mettere al riparo da queste aberrazioni e da queste discriminazioni. Un bimbo è un bimbo: nel terzo millennio non dovrebbe essere oggetto di speculazioni religiose, né ideologiche. Questa dovrebbe essere una delle prossime battaglie anche per San Marino.
a/f