rispetto, affetto e stima che la gente ti riconosce.
A volte rappresentato con un trasporto unico.
Leggevo che molti imprenditori di successo all’inizio delle loro attività hanno avuto delle grosse difficoltà, a volte veri e propri fallimenti. Tanti per colpe non proprie, attacchi della concorrenza scorretti e sleali.
Sento e sentivo storie quasi incredibili quasi da lacrime agli occhi. Molti sono ripartiti da zero, con forza, senza farsi prendere dalla disperazione. La solidarietà da parte loro è evidente, enorme.
Molti azionisti, come dissi tempo fa, imprenditori e industriali, erano gli ultimi ad uscire spegnendo le luci del proprio ufficio.
Molti passavano e passano di fronte alle proprie aziende anche di domenica con la scusa di comprare le paste da portare a casa nella pasticceria sulla stessa strada.
Mi osservano e li sento vicini proprio per questo. E sorrido ogni volta quando mi prendono sottobraccio.
All’azionista imprenditore non devi spiegare nulla, sanno tutte le tue emozioni e quelle visite sono un’occasione per un caffè, una passeggiata verso il ristorante.
Che bei tempi! I problemi erano tanti, in periodi difficili né più né meno di quelli dei giorni nostri.
Una piccola differenza c’è. C’è meno leggerezza, l’antibiotico indispensabile per affrontare i momenti più tosti della giornata.
C’erano più sorrisi in banca, tra i clienti e i dipendenti, tra colleghi e mi ritornano in mente gli scherzi serali.
Oggi sento e vedo ex colleghi e finisce sempre a ricordi.
Viene sempre fuori la mia ‘severità affettuosa’.
‘Lei Direttore era cattivissima ma buonissima. Ci asfaltava ma poi non ci faceva le strisce pedonali sopra. Troppo buona. E i suoi finti litigi con il Pres?’ Quel clima manca a molti.
Contemperare efficienza, risultati e clima aziendale è il lavoro più importante e delicato di un Direttore Generale.
Dopo 6 anni i miei cari collaboratori si ricordano ancora alcuni episodi.
Ora in alcune aziende non si sorride più, che è diverso dal ridere.
Barbara Tabarrini