San Marino. L’eredità di Silvio Berlusconi (l’editoriale di David Oddone)

Con il sole che si eclissa dietro l’orizzonte, in una giornata uggiosa, il mondo politico italiano si ritrova a fare i conti con una notizia che passerà alla storia. Silvio Berlusconi, figura carismatica e controversa, si è spento.

E proprio le nuvole che vanno e vengono mentre scrivo, quel mosaico di luci e ombre, sembrano quasi una metafora della sua vita.

Non si può negare che il Cavaliere abbia incarnato il simbolo di una generazione ambiziosa, intraprendente e audace. Le sue doti imprenditoriali hanno catapultato l’Italia nell’era moderna, aprendo le porte a un progresso economico senza precedenti. L’abilità nel creare e guidare il suo impero mediatico, consentendogli di plasmare l’opinione pubblica a suo piacimento, ha fatto scuola.

Comunque sia, l’eredità di Berlusconi non può essere esaminata solamente attraverso la lente delle sue imprese imprenditoriali. Sono le ombre che ne hanno segnato il percorso politico che ci obbligano a uno sguardo più attento e critico. La sua permanenza alla guida del Paese ha alimentato una polarizzazione senza precedenti nella società italiana. Le divisioni tra sostenitori fedeli e oppositori accaniti si sono acuite, creando solchi profondi che ancora oggi si fanno sentire.

Le vicende giudiziarie che ne hanno accompagnato la carriera politica lasciano l’amaro in bocca e quesiti tuttora aperti. Tante le assoluzioni, così come i dubbi.

Accuse di corruzione, abuso di potere e rapporti ambigui con la criminalità organizzata ne hanno offuscato il cammino, spesso minando la fiducia dell’opinione pubblica nelle Istituzioni e nell’integrità dei suoi rappresentanti.

Il carisma, innegabile, ha spesso mascherato le sue azioni e le sue scelte discutibili. Lo stile comunicativo unico, capace di coinvolgere le masse e di alimentare speranze e illusioni, ha distolto più di una volta l’attenzione dai veri problemi dell’Italia, relegandoli in secondo piano.

La storia di Silvio Berlusconi, dunque, è complessa e sfaccettata. Se da un lato è stato un protagonista indiscusso nel panorama politico italiano, portando con sé una scia di cambiamenti e trasformazioni, dall’altro ha lasciato dietro di lui una serie di ferite aperte.

L’addio a un uomo di Stato, pur con tutte le sue contraddizioni, dovrebbe essere trattato con sobrietà e rispetto, questo sì.

Vengono però alla mente I Fratelli Karamazov: “Colui che mente a se stesso e dà ascolto alla propria menzogna arriva al punto di non saper distinguere la verità né dentro se stesso, né intorno a sé e, quindi, perde il rispetto per se stesso e per gli altri”.

Ora che il sipario si è abbassato, è il momento di guardare avanti, di mettere in discussione i paradigmi che ci hanno condotto fino a qui.

Il ricordo di Silvio Berlusconi rimarrà nel tessuto storico dell’Italia, e sarà oggetto di dibattito, interpretazioni e valutazioni.

Dobbiamo riflettere sul suo impatto, sulle lezioni che possiamo trarre dalla sua vita e sulle sfide che ancora ci attendono.

Ciò che conta veramente, tuttavia, è imparare dagli errori del passato, tenendo sempre a mente che il tempo è l’unico giudice implacabile e che, alla fine, spetta a ciascuno di noi plasmare il proprio destino e lasciare un’impronta positiva nel mondo che ci circonda.

 

David Oddone

(La Serenissima)