San Marino. L’esercizio del lavoro … di Stefano Ercolani

Ercolani StefanoUno Stato che voglia dirsi tale non puo? non assolvere al compito piu? importante, quello di dare protezione e garantire elevazione sociale nelle piu? varie forme a tutti i cittadini ed in particolar modo ai lavoratori, agli invalidi, ai non abbienti.

Gli strumenti sono quelli soliti degli ammortizzatori sociali anche se ad essi se ne devono necessariamente aggiungere altri.

Tutelare il lavoratore significa in primo luogo tutelare il suo lavoro.

Se il lavoratore perde il proprio posto di lavoro il sussidio di disoccupazione, fosse anche riconosciuto in misura pari allo stipendio non piu? percepito, non basterebbe ad offrire una tutela.

Quante volte del resto abbiamo parlato del lavoro, della sua essenza, del lato nobile che lo caratterizza?

Se lavorassimo solo per la busta paga a fine mese, allora si?, il sussidio andrebbe piu? che bene. Se e? vero invece che lavoriamo per noi stessi e per gli altri, che nel lavoro ci realizziamo come uomini, che lo stipendio e? solo uno degli elementi, pur fondamentali, come pensare che il solo sussidio di disoccupazione possa validamente offrire una tutela?

In Francia, ogni anno, circa diecimila disoccupati si alzano presto e vanno a lavorare davvero, ma per finta. Vanno nelle Eep, Entreprise d’Entrainement Pe?dagogique, sparse per tutto il Paese. L’idea e? nata in Germania, dopo la seconda guerra mondiale, quando il governo cerco? di riconvertire agricoltori in rovina o invalidi dando loro una formazione amministrativa.

Oggi si e? diffusa in Francia, ma ha attecchito anche altrove, pare ce ne siano 5500 distribuite in 42 Paesi del mondo tra i quali purtroppo non l’Italia e non San Marino. In pratica si tratta di imprese simulate o di esercizio pedagogico finanziate dai centri per l’impiego e dalle agenzie per il lavoro che funzionano come vere aziende, pur non producendo nulla. Il loro scopo e? evidente: allontanare l’ombra della depressione da chi ha perduto il lavoro e offrire contemporaneamente l’occasione per acquisire nuove competenze e magari un nuovo profilo professionale.

Le oltre 110 Eep francesci hanno orari da rispettare, colleghi, pause caffe?, superiori magari dispotici, responsabilita? e busta paga a fine mese fittizia, compensata dal sussidio di disoccupazione. E gli occupati/ disoccupati delle fabbriche di lavoro non ci restano in genere piu? di sei mesi perche? grazie alle competenze acquisite e? quasi matematico che in un breve spazio di tempo ricevano una proposta di lavoro.

E’ la dimostrazione di quanto siano ancora attuali le parole di Adam Smith che non si stanco? di scrivere che il lavoro improduttivo non e? affatto sinonimo di lavoro inutile. Il lavoro e? anche una questione di esercizio e non fa male tenersi allenati.

Stefano Ercolani, Presidente di Asset Banca

Schermata 2015-09-02 alle 00.20.13