San Marino. Lettera aperta di un ”gruppo di mamme con bambini scuola Infanzia” rivolta al Segretario di Stato Andrea Belluzzi

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore Severini,

Siamo a scrivere queste righe per cercare di portare alla sua attenzione degli accadimenti di questi giorni che, a nostro avviso, stanno riguardando tutte le famiglie con bambini di piccola età, limitando e violando alcuni loro diritti. Cercherò di descrivere il più puntualmente i fatti, per permetterle di formarsi un giudizio in merito e di valutare se e come portare alla luce questa tematica negli organi d’informazione da lei gestiti.

Come lei ben saprà dal 30 novembre 2020 nelle scuole dell’Infanzia è stato introdotto l’orario ridotto (uscita alle ore 15:30 per i plessi aperti normalmente fino alle 16:30 e chiusura alle 16:30 per chi chiudeva alle ore 18:00).

A partire da tale data dunque, tutte le famiglie si sono organizzate al proprio interno cercando di trovare un equilibrio tra i nuovi orari imposti, il portare avanti normalmente la propria attività lavorativa ed il cercare di preservare il più possibile la salute dei nonni (veri e propri aiuti a sostegno delle famiglie, soggetti ahinoi notamente a rischio relativamente al Covid19).

Inutile sottilineare come, per talune famiglie, questo sia stato particolarmente gravoso.

Durante la scorsa settimana, viene portato all’attenzione pubblica, il fatto che il Segretario di Stato Belluzzi abbia espresso la volontà da parte della Segreteria di Stato di ripristinare l’orario pieno se non per tutti, almeno per le famiglie più bisognose in tal senso.

Bene, prima ancora che le famiglie venissero in alcun modo contattate dalla stessa segreteria, i genitori di alcuni plessi si sono visti arrivare (chi via mail chi tramite Whatsapp) una comunicazione della Direzione che riportiamo integralmente:

“Con la presente comunicazione vorremmo chiarire con tutti i genitori cosa comporterebbe, nell’attuale situazione, una riapertura dell’orario di frequenza fino alle ore 18.

La chiusura alle ore 16.30 adottata attualmente ha consentito un corretto distanziamento dei gruppi/sezione, permettendo in caso di positività di mettere in quarantena solo piccoli gruppi di bambini e non l’intera scuola, facendo sì che i bambini non venissero sottoposti a continui tamponi.

Aumentando l’orario di apertura della scuola, sarà necessario modificare l’organizzazione interna, non riuscendo più a garantire così la sicurezza data dal medesimo gruppo/sezione e dalle medesime figure di riferimento (insegnanti e compagni).

Le insegnanti si impegnano per garantire il servizio al meglio possibile, indipendentemente dall’orario che verrà adottato, ma le condizioni potranno obbligare ad una diversa

organizzazione e ci sembra importante spiegare meglio le motivazioni di alcune scelte che ci troveremo costrette a fare. “

A tale comunicazione, in alcuni casi sono seguiti messaggi da parte di coordinatori o insegnanti, volti a spiegare ancor meglio questa stessa dichiarazione e a mettere a conoscenza le famiglie che il prolungamento dell’orario scolastico sia secondo loro (insegnati e direzione) insostenibile per poter “proteggere” i bambini sia da un punto di vista sanitario che dal punto di vista del proseguimento della loro attività didattica. Si è addiruttura sottolineata la non possibilità di cambiamento di tale richiesta, di un possibile aumento del numero di quarantene o di tamponi da effettuarsi, rendendo ancor più gravosa tale decisione.

A seguito di questo, le famiglie hanno ricevuto una e-mail da parte della Direzione a favore della Segreteria di Stato, nella quale richiedevano, alle sole famiglie che ne avessero comprovate necessità, di compilare un’auto dichiarazione da inviare come richiesta di prolungamento d’orario.

Specifichiamo che quanto le riportiamo non è assolutamente volto a ridicolizzare le intenzioni o il punto di vista degli insegnanti, ogni punto di vista è interessante e prezioso e va assolutamente rispettato, così come quello di tutti gli attori in causa. Quello che però non ci sembra giusto è che, se come sembra, vi siano diattribe ed incomprensioni tra i vari livelli Istituzionali (Segreteria di Stato, Direzione, Corpo Docenti,…) le famiglie ne debbano divenire l’ago della bilancia o la valvola di sfogo.

Nonostante questo, permangono il rammarico ed una incredulità disarmante in merito a tutto ciò e, soprattutto, ai toni utilizzati in queste “comunicazioni” più o meno ufficiali. Di seguito alcune riflessioni in merito:

Perchè le famiglie vengono poste di fronte ad una scelta gravosa, quando il questionario dovrebbe “soltanto” essere volto a rispecchiare realisticamente la situazione delle famiglie e delle loro esigenze?

Perchè si devono usare toni di questo genere “per informare” si, ma con una accezione talmente negativa da avere un sapore tanto amaro quanto di “beh poi non dire che non te lo avevo detto” oppure di un “poi non lamentatevi se…”

Perchè la didattica “in bolla” già attivata da inizio anno scolastico con gli stessi orari a tempo pieno, è divenuta tutta ad un tratto insostenibile e impraticabile?

Perchè la stessa didattica “in bolla” non era poi così “sicura”?

Ma soprattutto:

Come dovrebbe comportarsi una famiglia ora?

Dovrebbe effettuare la richiesta di servizio a tempo pieno (se necessaria) con libertà o deve farlo col timore di scegliere tra questa e “la salvaguardia dell’esperienza didattico/scolastica dei propri figli”?

Si, perchè alcuni insegnanti hanno spiegato che vi sarebbero concrete possibilità di grandi cambiamenti come la suddivisione delle classi, piuttosto che il cambiamento degli insegnanti… creando davvero panico tra alcuni genitori che comprensibilmente, scelgono di continuare ad adattarsi e ad “arrangiarsi” pur di evitare tutto questo.

Era così difficile prevedere che la numerica di certe classi e le modalità di organizzazione di ciascun plesso, sarebbero notevolmente cambiata durante questo “particolare Anno Scolastico”? E perchè chi si è occupato di definirne le modalità non ha considerato tutto questo con anticipo, invece di accorgersene in piena emergenza sanitaria?

Non era prevedibile che non potessero più esserci “scambi” di maestre tra 1 classe e l’altra (fino ad oggi ancora attuate) piuttosto che supplenti che cambino plesso da 1 giorno all’altro (con rischio maggiore anche per la loro stessa incolumità)?

Perchè ogni volta sono le famiglie quelle messe al muro, costrette a decidere tra il peggio ed il meno peggio, per via di una totale incompetenza nella programmazione da parte delle Istituzioni?

Sperando che quanto detto le abbia permesso di comprendere la vicenda nel suo intero e che possa averle dato un quadro chiaro della situazione, confidiamo nella sua tenacia verso la ricerca della verità e della giustizia alla portata di tutti.

Grazie per averci dedicato parte del suo tempo, i nostri più sinceri saluti.

Gruppo di mamme con bambini scuola Infanzia