San Marino. “Lettere (dal carcere) a Francesca”, il libro consigliato ai giustizialisti del Titano … di Enrico Lazzari

Enrico LazzariC’è un nuovo libro, in tutte le librerie, che tutti i sammarinesi, oggi, dovrebbero leggere. Si intitola “Lettere a Francesca” ed è pubblicato da Pacini Editore.

Si tratta di una raccolta di lettere, inedite, che il famoso presentatore televisivo italiano, Enzo Tortora, scrisse alla sua compagna, Francesca Scopelliti, per esternare il suo pesante disagio durante  gli interminabili sette mesi di detenzione cautelare, preventiva, con l’accusa di essere un uomo di camorra.

Era il 23 giugno del 1993 quando Tortora venne arrestato, preventivamente giustiziato sulla stampa e in Tv… In quella stessa Tv che lo aveva portato nelle case di tutti gli italiani e lo aveva reso famoso.

Quelle lettere, oggi che sappiamo lo sventurato presentatore innocente, acquisiscono una importanza pesante poiché in quegli scritti, dettati dall’emozione di una dignità che gli fu ingiustamente sottratta, c’è il dramma di un uomo retto, onesto. In carcere -scrisse- “ci si sente umiliati fino al midollo” e impotenti, seppure innocenti, nei confronti “di una accusa impegnatissima nel dover dimostrare il contrario”.

“Non hanno niente in mano”, leggeva la sua compagna… “Solo tre categorie di persone -è uno dei passaggi più significativi e duri di queste lettere dal carcere, di queste lettere di un innocente per sette mesi in carcere-non rispondono dei loro crimini: i bambini, i pazzi e i magistrati”.

Era il 23 giugno del 1993 quando la giustizia italiana -o forse la Magistratura- ha evidenziato tutti i suoi limiti…

Era il 23 giugno del 1993 quando l’informazione italiana, nel suo complesso, ha dimostrato la sua crudele superficialità…

Era il 23 giugno di ventuno anni dopo quando anche il Titano si ritrovò ad esultare per l’avvio di due interminabili carcerazioni cautelari, preventive di presunti innocenti oggi alla sbarra in un processo che evidenzia tutti i limiti e le incongruenze di un teorema accusatorio sempre più vacillante ma sufficiente, all’epoca, per disporre misure cautelari di restrizioni della libertà, per un motivo o per un altro, tutt’ora -a due anni di distanza- incredibilmente vigenti.

Enrico Lazzari