E’ di ieri l’intervista al Prof. Gaetano Pecorella uscita su Tribuna nella quale il noto penalista racconta il lavoro che sta svolgendo il Comitato Scientifico della Camera Penale di San Marino per elaborare una proposta di riforma al codice di procedura penale che garantisca il rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Qualcuno oggi si è messo a ridere sulle parole espresse dal prof. Pecorella.
I diritti fondamentali riconosciuti dalla Convenzione Europea sarebbero “una moda” che qualcuno spera passi presto dimostrando, così, di essere “più realista del re”. Pecorella nemmeno una volta, nell’intervista a Tribuna, ha chiamato in causa il processo Mazzini affrontando invece problemi che riguardano il sistema sammarinese ed il funzionamento della Giustizia con la quale tutti i cittadini potrebbero un giorno doversi confrontare. Forse il processo alle intenzioni serve a nascondere la carenza di argomenti per entrare nel merito delle proposte? Proposte elaborate da illustri giusisti come il prof. Pecorella, il prof. Pansini, il Prof. Gualtieri. Ma loro evidentemente non capiscono nulla di diritto e di norme internazionali.
Perchè al ridanciano commentatore non interessa entrare nel merito, lui se la ride, pensando evidentemente che l’ ordinamento giudiziario debba essere una clava per castigare i cattivi – e solo quei cattivi che non gli stanno simpatici – e non lo strumento per fare ed ottenere una Giustizia davvero giusta.
Se guardiamo come è costruito il sistema giudiziario sammarinese il lavoro di riforma pare assolutamente doveroso e urgente. L’ONU, il Consiglio d’Europa, il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura ed anche la Reggenza la scorsa estate hanno richiamato le istituzioni San Marino alla necessità di riformare un ordinamento che lo stesso Pecorella ha definito distante anni luce dal modello di stampo accusatorio che l’Europa ci chiede di adottare.
Modello accusatorio significa che il processo si svolge davanti ad un Giudice terzo ed imparziale. Non ci pare che ci sia da ridere.
Modello accusatorio significa che la prova sull’innocenza o sulla colpevolezza di qualcuno si forma nel dibattimento e nel contraddittorio tra accusa e difesa. Non ci pare ci sia da ridere.
Modello accusatorio significa che esistono termini massimi entro i quali un cittadino non ancora condannato in via definitiva deve essere scarcerato. Non ci pare ci sia da ridere.
Modello accusatorio significa mettere al primo posto i diritti e le garanzie difensive dell’imputato che se riconosciuto colpevole sconterà come doveroso la propria pena. Ma solo al termine di un processo ispirato alle regole del Giusto Processo.
Ricordiamo all’allegro novello giurista che l’adesione di San Marino ai principi della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo è scolpita nell’art. 1 della Dichiarazione dei Diritti, la Costituzione di San Marino. Gli ricordiamo anche che fino dal 1992 le istituzioni di San Marino si sono impegnate a riformare un codice di procedura penale che risale al 1800. Gli ricordiamo che le regole sono tali solo se valgono per tutti allo stesso, non a targhe alterne a seconda delle simpatie del momento.
Gli ricordiamo, infine, che oltre a San Marino esiste un ultimo sistema inquisitorio – il contrario del rito accusatorio da tutti invocato – in Europa: è quello in vigore nello Stato della Città del Vaticano dove proprio in questi giorni si stanno processando due giornalisti per aver svolto il loro lavoro di cronisti d’inchiesta.
Se all’ilare opinionista viene ancora da ridere al pensiero di poter finire allo stesso modo gli suggeriamo vivamente di cambiare mestiere.
Un lettore