Articolo del Corriere della Sera: queste notizie fanno male non solo alla Cassa ma a tutto il sistema. Nell’articolo non e’ chiaro quando ci si riferisca al sistema e quando ci si riferisca alla Cassa. In ogni caso le notizie contenute nell’articolo sono molto fuorvianti.
Infatti mi risulta che la politica dei tassi sulla raccolta, a partire dal 2013, ha consentito di abbassare di molto il costo, ben oltre un punto percentuale. Questo forte recupero di redditivita’ e’ stato reso possibile dalla liquidita’ presente nel Gruppo Delta che e’ tuttora depositata presso la Cassa di Risparmio. Tuttora la Cassa ha notevoli margini di liquidita’.
Mi ricordo che, relativamente al proprio attivo, la Banca ha impieghi verso il Gruppo Delta esposti in bilancio per un ammontare di circa 720 milioni. Tale ammontare e’ il valore netto di un montante complessivo superiore a 1,6 miliardi, in parte inicassato e in parte rettificato nel tempo utilizzando il patrimonio di Cassa a partire dal 2010. Il Gruppo Delta ha attivi (crediti e altri cespiti) su cui lavora – per incassare e rimborsare la Cassa – di ammontare superiore a 1,8 miliardi.
E’ bene ricordare che sul lato tassi di impiego, l’esposizione verso il Gruppo Delta (regolata dall’Accordo 182/bis) non e’ remunerata: la Cassa non riceve (non puo’ applicare) interessi attivi, ma riceve solo restituzione di capitale. Per tale motivo chi faccia un calcolo sulla reddiditiva’ degli impieghi di Cassa riscontrera’ un tasso dell’1,04% sul totale impieghi, che puo’ essere considerato troppo basso (come scrive il Corriere). Ma nella realta’ il tasso medio sugli impieghi della Banca esclusi quelli infruttiferi verso il Gruppo Delta e’ piu’ alto, e in linea col mercato. Se cosi’ non fosse la Cassa non avrebbe raggiunto il margine di interesse (che e’ la differenza tra interessi attivi e interessi passivi) positivo gia’ da ottobre 2015.
Anche sul rafforzamento patrimoniale di Cassa tra il 2015 ed il 2016 e’ opportuno che chiarisca la parte in cui l’articolo del Corriere fa riferimento a “conferimenti di attivita’ immobiliari a valori quadruplicati”: l’incorporazione di Silo Molino Forno in Cassa e’ stata effettuata a valori che sono stati determinati da periti ed esperti contabili, sammarinesi e italiani, i quali si sono espressi sulla congruita’ del valore di tale partecipazione. E in ogni caso si fa riferimento ad un ammontare di 9,5 milioni, su un rafforzamento patrimoniale complessivo superiore a 60 milioni, di cui 40 milioni effettuati con emissione di obbligazioni subordinate ibride, interamente sottoscritte dalla Ecc.ma Camera, sulle quali la Cassa paga interessi del 6%.
Inoltre sulla consegna di contante ai clienti, mi viene da precisare che i prelievi di contante di Cassa da BCSM ammontano a 35 milioni nel periodo citato (luglio 2015 – primavera 2016).
Infine sulla copertura degli NPL il dato del 23% non si capisce se e’ riferito a Cassa o al Sistema. In ogni caso la Cassa (dati 2016) ha una copertura degli NPL (compreso Gruppo Delta) del 45,7% che, escludendo i crediti verso il Gruppo Delta, sale al 51,3%.
Maria Grazia Angeli