Cos’è la sovranità, se non la possibilità di uno Stato di essere riconosciuto dagli altri Stati come parte attiva della comunità internazionale?
San Marino esercita i propri diritti di Stato sovrano nella politica interna (che è l’ambito in cui si afferma la democrazia e la difesa dei diritti individuali e collettivi), nella politica estera (che è il luogo in cui si esprime il principio di neutralità attiva associato al rifiuto della guerra e della prevaricazione dei diritti dei popoli).
Ebbene nessuna di queste macroaree viene o verrà messa in discussione dall’accordo di associazione con l’Unione Europea.
Per questo Libera, il partito a cui i cittadini hanno assegnato con il proprio voto una rappresentanza di dieci seggi in Consiglio Grande e Generale, sostiene con forza e determinazione la possibilità del nostro Stato di essere parte attiva delle organizzazioni sovranazionali. Lo ha fatto già in passato per le Nazioni Unite, per il Consiglio d’Europa, e continuerà a farlo, perché è quello il luogo in cui gli ideali, i valori, i principi su cui si fonda la Repubblica possono essere condivisi e sostenuti al cospetto di tutte le nazioni.
Con l’Europa dovranno essere condivise le regole di quel mercato su cui i nostri cittadini e le nostre imprese operano di già e intendono operare in futuro. Negli anni più “bui”, qualcuno ha volutamente mantenuto San Marino nell’ombra, con l’obiettivo di garantire a sé stesso e a pochi sodali ricchezze e profitti illeciti. Ma ben presto è stato costretto a cambiare registro, perché evasione e riciclaggio non arricchiscono un Paese: lo indeboliscono, arrecando un danno all’intero sistema macroeconomico.
Così dal 2008 a questa parte San Marino ha già inserito nel proprio ordinamento regole condivise e si trova ormai nell’assoluta necessità di acquisire le norme che regolano il mercato della U.E. se vuole vendere e comprare prodotti e servizi. Del resto, se giochi una partita occorre accettare le regole di quella partita e l’autorità degli arbitri che le fanno rispettare. Le difficoltà che oggi l’economia di San Marino affronta per aver aderito alle regole senza alcuna contropartita, domani potranno diventare anche opportunità perché, con l’accordo i diritti negati o non riconosciuti, dovranno invece esserlo a tutti gli effetti. Non saremo più un corpo estraneo, ma un soggetto pienamente legittimato ad operare. Poi non sappiamo se i pacchi Amazon o i terminali di pagamento a costo zero, potranno finalmente godere delle stesse regole di tutti gli altri Stati, ma certo se qualche istituzione o ente o impresa negherà l’accesso ad operare o ai benefici di cui godono le persone (fisiche e giuridiche) europee, potremo rivalerci alla Corte di Giustizia affinché anche il nostro diritto sia tutelato.
San Marino non perderà competitività né perderà sovranità, perché le politiche fiscali non verranno toccate dall’accordo e politica interna e estera continuerà a godere del massimo della propria autonomia. Di fatto essendo più competitivi ed avendo una tradizione indipendente dai poteri che governano il mondo, San Marino potrà svolgere ancora meglio il proprio ruolo e si apriranno grandi opportunità anche di natura economica per i cittadini, per le imprese e per le banche. (Anche per questo è necessario oggi tenersele strette). Certo che bisognerà esserne capaci. Questa è la sfida che chi rema contro non vuole accettare.
Libera – San Marino