San Marino. Libera: un’immagine di contropotere e di sovrapposizione della memoria, che parla solo della cosiddetta “sindrome di Rebecca” … di Alberto Forcellini

Se ci fosse una classifica top – down delle immagini politiche della settimana, al posto più basso ci sarebbe la foto del segretario di Libera Matteo Ciacci circondato da una rappresentazione dei suoi. È apparso evidente che non si trattava di un’istantanea presa sull’onda di un’emotività, ma la costruzione, o la ricostruzione, di qualcosa che voleva cogliere un significato subliminale capace di colpire la mente pur senza farne capire le ragioni sottostanti.

Le quali ragioni, tuttavia, sono chiarissime. Uno: il tentativo (malriuscito, secondo noi) di sovrapposizione della memoria. Infatti l’immagine richiama da vicino le foto del gruppo di Rete, stretto intorno ai suoi leader, quando dall’opposizione manifestava contro i poteri costituiti ed esprimeva il massino sostegno ai suoi rappresentanti colpiti dalle denunce di Confuorti, di Carisp, dalle manovre di Grandoni e dalle vessazioni del giudice Buriani. Richiama alla mente la foto delle donne di Rete al Meeting, che solo con la loro presenza silenziosa e inerme erano riuscite a far allontanare Confuorti e Grais dalla sala conferenze.

Erano le immagini di un “contropotere” che andava a mani nude contro i poteri forti, che avevano messo le mani su San Marino. La forza del gruppo che mandava a dire: potrete distruggere qualcuno di noi, ma non potrete mai distruggerci tutti!

E qui arriviamo al secondo punto, perché è molto difficile leggere nella foto di Libera un’icona del contropotere quando si vedono in prima fila i volti dell’ex Segretario alle Finanze, dell’ex Segretario agli Interni e di Consiglieri che hanno votato e avallato impunemente le scelte più disastrose del governo Adesso.sm

Se è vero che in politica e in amore ogni arma è lecita, in questo caso si potrebbe parlare di “sindrome di Rebecca”. Ovvero quella patologia che colpisce chi è affetto da una gelosia così forte, che diventa ossessione. Sono questi gli elementi di disturbo, nella foto di gruppo di Libera, nel suo tentativo di costruzione della forza immaginifica come influsso esercitato sulle menti.

C’è un articolo scritto da Manuel Castells in cui si formula una serie di fondate ipotesi sull’interazione tra comunicazione e rapporti di potere nel contesto tecnologico che caratterizza la network society, o “società in rete”. Partendo da un corpus selezionato di studi sulla comunicazione e da una serie di case study ed esempi, si  giunge alla conclusione che i media siano divenuti lo spazio sociale dove il potere viene deliberato mostrando il legame diretto tra politica, politica dei media, politica dello scandalo e crisi della legittimità politica, in una prospettiva globale e avanzando l’idea che lo sviluppo di reti di comunicazione interattiva orizzontale ha  favorito l’a?ermazione di una nuova forma di comunicazione, la  mass self-communication (comunicazione individuale di massa), attraverso Internet e le reti di comunicazione wireless.

Del resto, comunicazione e informazione sono da sempre fondamentali fonti di potere e contropotere, di dominio e cambiamento sociale, ma quando il maldestro tentativo di sovrapposizione della memoria viene speso con altrettanto maldestra superficialità (o dolo?) per un uso pubblico a fini dichiaratamente politici, è una desacralizzazione degli stessi processi mnemonici, che alla fine non porta alcuna utilità agli stessi autori.

a/f