San Marino. Libertà di stampa: durissima replica di Repubblica Sm al Dirigente del Tribunale prof. Guzzetta

Col dovuto rispetto che si deve al Dirigente del Tribunale gli rispondiamo che non prendiamo lezioni né da lui, né da nessun altro per quanto riguarda il ruolo della libera stampa. Non solo: riteniamo curioso e allo stesso tempo grave, che il Dirigente del Tribunale, con tutti i problemi che dovrebbe gestire, trovi il tempo per bacchettare i giornalisti arrogandosi persino la licenza di prenderli per i fondelli nel passaggio in cui parla di “altissimo empito morale”. A proposito di altissimo senso morale ci sarebbe piaciuto che Guzzetta fosse intervenuto e intervenisse per spiegare i fatti – alcuni di una gravità estrema – che riguardano alcuni magistrati del tribunale che lui dirige. Dal canto nostro – come del resto già fatto in altre occasioni – invieremo la sua nota agli organismi internazionali preposti (anche perché una iniziativa del genere come intuibile, presa da chi rappresenta un fondamentale potere dello Stato, rischia di minare in generale la serenità dei redattori e in particolare quella nel trattare la cronaca giudiziaria presente e futura). Ci spiace per il dott. Guzzetta e per tutti gli altri, ma non ci piegheremo al pensiero unico. Siamo liberi anzi è nostro dovere criticare l’operato (anche) dei magistrati, se riteniamo di farlo. Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo elogiare qualcuno solo perché porta la toga o che non dobbiamo prendere – eventualmente – le parti di un indagato/imputato se riteniamo di farlo. Tanto più che ultimamente quello che emerge del tribunale non ci sembra quell’esempio virtuoso che invece dovrebbe essere. Perché un giudice non deve solo essere irreprensibile, ma anche dare la percezione di esserlo. Continuiamo a pensare che – parlando in generale – le pene debbano essere inflitte non sulla base della necessità o meno di fare cassa di uno Stato, ma sul fatto di essere o meno colpevoli. Immaginiamo che con questo principio siano d’accordo tutti. O forse no? Non lanciamo accuse a nessuno questo è evidente, enunciamo semplicemente un principio banale e sacrosanto. Come crediamo che sarebbe un bel segnale se i soldi del Congo ritornassero – magari con la cooperazione dell’Onu – ai cittadini di quel Paese, ovvero i legittimi proprietari. Quello che scriviamo non piace a qualcuno? Chissenefrega, se ne faccia una ragione. Concludiamo dicendo che non dobbiamo complimentarci con nessuno: chi ha operato ha fatto semplicemente il suo dovere, i sammarinesi vi pagano per quello. E per inciso l’articolo del nostro giornale voleva essere una risposta alla nota a nostro avviso inopportuna di un segretario di Stato alla continua ricerca di applausi, dunque ci aspettavamo semmai una risposta da lui, da un politico, non certo dal capo dei giudici! Lasciamo invece l’onore e l’onere agli avvocati di intervenire per quanto riguarda il loro “associato” finito pure lui dietro la lavagna per avere espresso le proprie idee in una intervista rilasciata al nostro giornale.

Repubblica Sm