La libertà di stampa, la libertà di espressione a San Marino non è esiste e non è tutelata.
E’ un paese che ha ancora un’idea medioevale del potere e della diffusione delle informazioni. Dove, un oligarchia, dei signorotti medioevali che lontani anni luce dall’attuale momento storico pensano di operare con la scure politica contro chi non la pensa come loro, e/o scrive in totale trasparenza, avendo come unico credo la verità, ponendo dei dubbi sul loro operato politico. Un paese dove ci sono alcuni notabili che sono ristretti nelle proprie mura mentali fatte di ipocrisia e di falso perbenismo che rifuggono dalla verità e per opportunismo vivono nella menzogna.
E il sottoscritto ed il Giornale.sm sono l’esempio di questa mancanza di libertà di stampa! Un giornale popolare e libero, non sovvenzionato dallo stato e fatto dalla gente e per la gente che accetta il contributo di tutti e da spazio a tutti coloro che hanno bisogno di parlare, cosa rara nel mondo della stampa dove la prevaricazione è di casa!
Giornale.sm è il media più seguito di San Marino e terzo in Romagna. E non è un caso.
Un giornale che è stato preso di mira tantissime volte sia da attacchi hacker che da vere e proprie incursioni politiche, le quali hanno fatto in modo che fossero oscurate (!!!) – siamo ancora all’oscuramento nel 2014 – delle pagine scomode. Giornale.sm è dovuto emigrare in America (dominio, sito e server) per poter parlare ed essere libero ed in modo che le proprie pagine non fossero oscurate, per paura e capriccio, dalla politica. Questa è la vergogna più grande.
Ma si sa il giornalismo d’inchiesta è un giornalismo scomodo sennò non è giornalismo d’inchiesta ma di regime, paludato e controllato. La stampa a San Marino, tranne rare eccezioni, è pressoché asservita e vittima del potere politico che la usa per autoincensarsi e tranquillizzare la popolazione non dando notizie o ammorbidendole. Ma non è più il momento! Come nella primavera araba i sammarinesi hanno voglia di conoscere, di sapere, di rendersi conto di come è stato ridotto il paese da certa classe politica. Vuole conoscere la verità!
Il dramma è che per sopravvivere quasi tutta la stampa ha dei contributi statali o attinge a piene mani dalle casse dello stato sammarinese. Giornale.sm è fiero di dire che non riceve nessun soldo delle tasse dei sammarinesi, sopravvivendo con la pubblicità dei privati.
San Marino RTV e tanti altri media non esisterebbe se fossero, come Giornale.sm, solo sul mercato e non prendessero nemmeno un soldo dalle casse statali. San Marino Rtv non solo prende cospicui contributi dallo Stato ma è presente, egemone, sul mercato pubblicitario sammarinese togliendo risorse a chi, invece, vuol fare giornalismo indipendente. Una concorrenza per così dire, aiutata, da mamma stato che falsa totalmente la libera concorrenza che dovrebbe esserci nell’accaparramento dei fondi delle fonti pubblicitarie.
Ben 32 scoop negli ultimi due anni hanno caratterizzato l’azione di Giornale.sm, senza sovvenzioni statali, e molti di questi sono sfociati nell’apertura di fascicoli in Tribunale e/o in azioni parlamentari di gruppi di minoranza. Di esempi se ne possono fare tantissimi come il bonifico della finanziaria infrastrutture eseguito in regime di sospensione dei pagamenti da parte dei commissari Bcs, entrambi dimissionati, passando per il probabile riciclaggio dell’Ibs, o per la pubblicazione di un atto facente parte di un procedimento penale che era il conto corrente cospicuo di un politico importante, oppure l’utilizzo da parte di un consigliere di opposizione di una società per intestarsi l’auto personale bypassando il pagamento per intero della monofase – in questo caso sono stato addirittura denunciato – o per le inchieste sulle case dei vari politici, o per i collegamenti da parte del Segretario della Democrazia Cristiana Marco Gatti con chi riciclava denaro per il Clan camorristico Di Lauro fino all’ultimo che riguarda l’abuso sistematico delle banche del credito d’imposta. Un’azione, quella di Giornale.sm, che negli anni non ha guardato in faccia a nessuno – e nessuno tra i politici ne è rimasto immune. Fanno ancora parlare le dieci domande, nuovamente ripetute, rivolte al Segretario di Stato Arzilli, alle quali lo stesso ancora non ha risposto ma per il quale ha replicato il Congresso di Stato con un comunicato degno di un regime dittatoriale per aver fatto solo 10 domande, che tutti i sammarinesi si pongono nei confronti di Arzilli. Questo incredibile comunicato è stato poi da me inviato a diverse organizzazioni mondiali che sono a tutela della libertà di stampa.
Vedendo i risultati pochi altri media hanno fatto ciò.
La politica si riempie la bocca di libertà di stampa, ma è la prima che se potesse, farebbe chiudere Giornale.sm perché ritenuto scomodo dato che scrive e tira fuori verità inconfessabili basandosi su prove certe, peraltro riprese solo in parte dalla stampa locale. Di contraltare alcuni esponenti della stampa locale, soprattutto via etere, invece, danno colpe alla stampa on line, denigrandola dicendo che essendo veloce non bada alla certezza delle fonti e per questo classificandola di serie B. Ma la verità è un’altra e cioè che a loro non va giù il fatto che Giornale.sm sia quasi sempre il primo nel dare le notizie facendo vedere la lentezza e la qualità di certa informazione, peraltro superpagata e sovvenzionata.
Per fare informazione veloce e presente bisogna avere voglia di farla! Alzandosi come il sottoscritto anche alle 4 di mattina ed essendo sempre presente. Non è da tutti.
Vi è stata anche una costante e scientifica opera di denigrazione del sottoscritto non ritenuto ”idoneo” nel ricoprire il ruolo di giornalista, anche se l’attuale legge sammarinese permette al sottoscritto di avere la qualifica di giornalista professionista. Non a caso il Segretario Belluzzi ha più volte parlato di pseudo stampa, o incensato chi invece rispetta – per necessità – il potere politico. Ma non è certamente lui, non avendone le credenziali e le caratteristiche, che può parlare e esprimere un giudizio sulla qualità della stampa, ma chi la usufruisce e ne decreta il successo o meno. Un successo che è proprio di Giornale.sm, vedendo i tanti visitatori.
Si è fatta una legge, quella dell’editoria anti-severini, appositamente per impedire allo stesso di frequentare – con l’uso della press card che mi verrà negata – sia la conferenza stampa del Congresso di Stato (perché faccio domande per loro impertinenti ed imbarazzanti), che i normali lavori parlamentari. San Marino deve restare nell’ignoranza e quello che deve essere dato in pasto all’opinione pubblica deve essere controllato. E chi non è palesemente controllabile come il sottoscritto deve essere escluso dall’accesso delle fonti.
Una legge, quella di Belluzzi, fatta dalla politica e per la politica. Redatta da persone che siedono nella sua segreteria e che non hanno pensato due secondi a costituire, immediatamente dopo la sua estensione, delle agenzie di stampa che operano in base a questa nuova legge. Una legge fascista e liberticida che se dapprima era molto severa ed aveva alzato i paletti per entrare a far parte di coloro che potevano fare la professione del giornalista, poi, dopo la pressione dell’opinione pubblica, è cambiata solo in parte per far accedere alcuni giornalisti della carta stampata, presenti anche al convegno di quest’oggi sulla libera stampa, diminuendo il periodo di pubblicista da 15 a 7 anni (forse calibrato sulle loro caratteristiche) necessario per accedere – senza esamino – nella casta dei giornalisti professionisti.
Una legge che aveva palesemente due obiettivi. Il primo era quello di escludermi, per i motivi di cui ho detto sopra, dalla possibilità di essere considerato giornalista professionista e l’altro quello di far in modo che i servizi della Dire – l’agenzia di stampa che si occupa degli atti parlamentari – ben pagati dallo Stato passassero in altre mani. Entrambi i due propositi sono stati perseguiti e mascherati dal fatto di tutelare chi è ”vittima” degli articoli, cioè i politici stessi contro una stampa ”deviata” e ”poco sana”. Gli stessi politici, che detengono il potere, che come dice giustamente il giudice Brunelli devono sottostare alla critica e al giudizio del loro operato, anche aspro che nel mondo moderno questa si chiama Democrazia.
Una libertà di stampa che non esiste a San Marino, che si è voluta imbrigliare alzando i paletti di accesso alla professione con una legge di stampa fascista e liberticida fatta esclusivamente per tutelare la politica e chi è foraggiato dalla politica stessa per mantenere il loro status quo. Una legge inutile che vorrebbe tutelare il cittadino da chi ”infanga” l’onore (del politico), dimenticandosi che i vari giornalisti – anche il sottoscritto – devono sottostare alla legge e per questo esiste il Tribunale, che si è visto – anche nel mio caso – opera in maniera indipendente.
Ma l’utopia di voler costringere ed impedire di scrivere a chi vuole farlo, con regole medioevali, resterà un’utopia grazie ai nuovi mezzi di informazione, difficilmente controllabili. A me cambierà poco.
La rivoluzione culturale del controllo dell’operato del politico da parte dei media e dei cittadini, della giustizia in nome della trasparenza non si arresterà. La gente di San Marino vuol conoscere e vuol sapere se chi ha votato merita la propria stima. E per questo ”si serve” di giornalisti liberi come il sottoscritto.
Marco Severini – Direttore del Giornale.sm