San Marino. Libertà di stampa, l’editoriale integrale di David Oddone: “Ribelliamoci al monopolio del pensiero”

In questi mesi abbiamo assistito al lavoro del governo. Alcune cose ci sono piaciute, molte altre no. Certo, c’è sempre l’alibi del coronavirus, dramma mondiale che ha colpito duro in particolare Italia, Romagna e Repubblica del Titano. In questo editoriale tuttavia intendiamo concentrarci solo ed esclusivamente su un punto: la democrazia. Bene primario e prezioso che di questi tempi vede la sua essenza messa pericolosamente in discussione. Vogliamo ricordare soprattutto ai più giovani che i totalitarismi che oggi vediamo così lontani, hanno conquistato terreno un pezzettino alla volta, una piccola rinuncia per volta. Chi ha subito il dramma della guerra e chi ha avuto la possibilità di studiare o di ascoltare chi ha vissuto in prima persona il nazi-fascismo ben comprende la potenziale minaccia. Leggere di militari che controllano ed eventualmente vietino l’entrata a Palazzo di Consiglieri e ministri, per quanto le ragioni trovino fondamento negli stessi decreti dell’esecutivo, fa rabbrividire. L’idea che i Segretari della nostra Repubblica siano reclusi e sia loro vietato di uscire ha un sapore per quanto ci riguarda molto, molto amaro. Le scuole chiuse, le multe per chi si reca al parco… certo è vero, viene tutto fatto per difendere la salute della gente. Eppure è proprio nei momenti di emergenza, di estrema difficoltà che storicamente la democrazia è stata messa in discussione. Si pensi proprio alla crisi economica, al malcontento diffuso che sono stati alla base dei due conflitti mondiali. Hanno fatto breccia i populismi e chi prometteva prosperità e sviluppo chiedendo in cambio l’oppressione dei popoli. Viene alla mente il “Discorso all’Umanità” del Grande Dittatore: “Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza. Promettendovi queste cose degli uomini sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. E non ne daranno conto a nessuno. Forse i dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Combattiamo per mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere”. Ebbene siamo arrivati alla cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso e non è più possibile tacere. Nell’articolo 4 del nuovo decreto viene conferita all’Iss “la proprietà dei dati epidemiologici e loro elaborazione” e se ne vieta “ogni divulgazione se non già diffusa dallo stesso Iss”. Chi non ottempera rischia mille euro di multa. Si tratta di un fatto di una gravità enorme. Al di là delle interpretazioni che darà sicuramente il governo e della buona fede immaginiamo che vi sia dietro, il solo pensare a qualcosa del genere è fuori da ogni logica. Metterlo persino nero su bianco è insopportabile e incredibilmente rischioso. Accettarlo diventa impossibile. Sarebbe come dire che la cronaca o la cronaca giudiziaria appartengono rispettivamente a gendarmeria e tribunale e che solo questi soggetti possono diffondere notizie, dati e numeri. Quindi se un giornalista dovesse venire in possesso di dati e fatti relativi – è un mero esempio – ad una casa di riposo non potrebbe scriverli? Se si trovassero notizie di pubblico interesse in ambito sanitario diverse da quelle ufficiali non si potrebbero divulgare? E ancora: se nel suo lavoro di inchiesta il cronista dovesse imbattersi in magagne e volesse dirlo ai cittadini, come suo diritto e dovere insopprimibile, rischierebbe la multa? Va da sé che una legge del genere non potrà mai essere applicata, perché priva dei costituzionali fondamenti giuridici. Ma rischia di incidere in maniera pesante sulla nostra immagine e credibilità in particolare nei confronti della Cedu e di tutti gli organismi internazionali. Un precedente dunque che va combattuto con forza e di fronte al quale chi fa questo mestiere non può restare inerte e silente. Chiediamo pertanto ai Consiglieri e agli stessi governanti, a cominciare da coloro che sono obtorto collo reclusi, di ribellarsi con forza, di avere un sussulto, di preservare la democrazia che nell’Antica Terra della Libertà, così come nel resto del mondo, è messa a durissima prova. Il timore è che per difendere battaglie sacrosante contro chi magari dispensa fake news o per colpire media scomodi le cui notizie qualcuno non vorrebbe leggere, si limiti la libertà di informazione e il diritto di cronaca che – lo ribadiamo nuovamente – appartengono a tutti e sono un bene primario in quanto libertà e diritti fondamentali alla base di ogni democrazia. Non ci stiamo e non vogliamo essere complici di un mondo nel quale una oligarchia di scienziati, per quanto capaci e qualificati, possa pretendere di avere il controllo sulla libertà di pensiero e di parola. Ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione assumendosene naturalmente la responsabilità. I giornalisti dal canto loro hanno il diritto e dovere di dare notizie vere e verificate, ma anche quello di dare voce per quanto possibile a chiunque, criticando nel caso frasi e comportamenti che ritengono non consoni. Nella società odierna sono a rischio tutti i diritti, compresi quelli dei lavoratori, dei soggetti più deboli, delle donne. Mai come oggi chi esercita la professione di giornalista ha l’obbligo morale di vigilare, alzare la voce, ma anche di mettere in campo atti forti. Ai nostri lettori promettiamo che saremo coerenti a partire da queste ultime righe. Cogliamo quindi l’occasione per rivolgerci al Congresso di Stato e alla maggioranza ed allargare brevemente il discorso. Nella scorsa legislatura, fra le altre cose, l’allora maggioranza è stata aspramente attaccata e combattuta per il mancato confronto e per il continuo ricorso ai decreti. Non si faccia lo stesso errore. Non si risponda all’attuale opposizione “ma anche loro facevano così e oggi vengono a farci la morale”. Si entrerebbe in un circolo vizioso dove a rimetterci sarebbero solo i sammarinesi. C’erano e ci sono tantissime speranze attorno a questa compagine governativa. Che è tenuta a dare risposte concrete e a riportare l’Aula ad essere un luogo virtuoso dove discutere e confrontarsi in maniera anche accesa, ma soprattutto ascoltare. Ascoltare il Consigliere della parte avversa, ma più importante ancora ascoltare la cittadinanza. Anche in questo caso non ci si può limitare a dire “i danni li hanno fatti gli altri, quindi loro non possono parlare”. L’opposizione ha il diritto e dovere di fare sentire la propria voce, tanto più che con una maggioranza tanto ampia, il ruolo della minoranza diventa se possibile più delicato ed essenziale. Allo stesso tempo maggioranza e governo devono rispondere con i fatti alle richieste che arrivano da più parti, magari cominciando dall’individuare, punire e cacciare quei soggetti che negli ultimi anni e in diversi settori, hanno devastato San Marino, lasciandoci in brache di tela. Lo abbiamo scritto all’inizio di questo editoriale: il coronavirus non può e non deve diventare un alibi per derogare alle proprie responsabilità.
David Oddone
Repubblica Sm