San Marino. Limitare le spese nella PA, banche e BCSM … di Luigi Lonfernini

Ho iniziato la lettura dell’ultimo lavoro di Antonio Carattoni: “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato“. E’ un testo interessante in quanto richiama alla memoria dei sammarinesi un lungo tratto di storia attorno alla finanza, praticata nel tempo, ed in particolare il coinvolgimento di Banche nel corso del secolo trascorso; è interessante, tra l’altro, ripercorrere le iniziative portate avanti dalla politica nel ricercare di dare al Paese strumenti utili all’esercizio del credito.
Dopo la lettura dei primi capitoli, la curiosità mi ha spinto all’ultimo: “una Banca mai nata “. La storia ci riporta a metà degli anni ottanta del secolo scorso; la vicenda di questa banca mi ha attratto e mi ha suggerito alcune riflessioni.
Nel 1984 il Governo di allora alla ricerca di un investitore nel settore bancario – finanziario autorizzò un certo Li Causi a costituire una “banca internazionale“. Un privato che svolgeva la sua attività nel settore finanziario senza alcuna esperienza nel settore bancario. Dice Carattoni: “l’iniziativa di Li Causi allarmò gli ambienti dell’alta amministrazione italiana “ ( Banca d’ Italia ovviamente ).
Il soggetto, evidentemente, non godeva della “fiducia“ necessaria. Precisa l’Autore che già l’interscambio commerciale italo – sammarinese aveva suscitato malumori (termine eufemistico) da parte italiana: una questione che poi si è accentuata nel corso degli anni. Colpevolmente i governi che si sono succeduti e gli amministratori di Banca Centrale nel riproporre investitori nel settore bancario – finanziario si sono orientati verso soggetti interni ed esterni che non sempre hanno dimostrato professionalità e capacità finanziaria.
Il settore ci è crollato anche per aver voluto insistere o per meglio dire avere portato avanti una politica economico – finanziaria in cui tutto ed il contrario di tutto era possibile senza regole e controlli.
Considerata l’esperienza è necessario che la politica se vuole avere investitori esterni nel settore economico – bancario .- finanziario deve rivolgersi, eventualmente, per la creazione di una banca a livello internazionale ad
istituti di credito a livello nazionale italiano od europeo.
San Marino aveva un Istituto di credito a livello Europeo: l’Unicredit; ha dovuto abbandonare il Paese. Scrive Carattoni, in maniera molto soft, “la parte italiana, non senza ragioni, sosteneva che il meccanismo in essere dal 1972 ( monofase) consentisse ad alcune imprese sammarinesi di vendere merci con modalità non del tutto regolari con la complicità delle autorità che così producevano entrate aggiuntive all’erario”; entrate che hanno permesso di soddisfare interessi ogni oltre previsione a favore di dipendenti pubblici, professionisti, intermediari di ogni risma ecc, e forse anche di politici per i loro interessi personali ( si potrebbe dire: ce lo siamo andati a cercare ).
E’ essenziale che il Paese promuova la ricerca di un Istituto di Credito a livello internazionale che abbia la possibilità di intervento per il settore bancario in generale, per il bilancio dello Stato e per assicurare continuità alla Cassa di Risparmio.
Non è possibile ritenere che il sistema bancario – finanziario possa continuare a svolgere le sue attività nel contesto attuale, tra l’altro, i costi sono eccessivi per cui si rende necessario, per mantenere l’attuale occupazione, limitare le spese; la stessa situazione deve essere riproposta a livello di Pubblica Amministrazione nonché di Banca Centrale.
E’ assurdo che la politica continui a non considerare che esiste un problema strutturale a livello di Pubblica Amministrazione che rimane, nel nostro contesto socio – economico, l’Ente che può ancora garantire occupazione di livello se la spesa, in certi settori, è mantenuta a livelli comparabili con quelli praticati nelle Regioni a noi limitrofi.
Luigi Lonfernini
(Fonte La RepubblicaSM)