San Marino. L’insostenibile fascino del vaccino Sputnik. Ma non per tutti. Vediamo il perché … di Alberto Forcellini

A quasi tre mesi dall’arrivo dello Sputnik V e dell’avio della campagna vaccinale di massa, che in poche settimane ha portato al crollo dei contagi, alla chiusura del reparto Covid, all’immunizzazione del 70 per cento della popolazione, ci sono ancora persone che hanno il dubbio: ma non è approvato EMA.

Alcune di queste si sono sottoposte comunque alla vaccinazione, con l’atteggiamento delle vittime sacrificali (dì’ ci hanno dato questo…); altre proprio non ne vogliono sapere, pur dichiarando di non essere no-vax.

Tutto ciò senza prendere in considerazione la geopolitica dei vaccini, tutta spesa tra scienza e propaganda; né le evidenze scientifiche che ormai da settimane fanno emergere quanto il siero russo sia uno dei migliori sul mercato mondiale.

Il vaccino sviluppato dal Centro Gamaleya e dal fondo sovrano Rdif (Russian Direct Investment Fund), denominato Sputnik V in memoria del glorioso passato della Russia sovietica, al suo comparire ha risentito molto della pressione nazionalista e propagandista di Mosca. Dal punto di vista scientifico, utilizza due vettori virali. Questi virus incapaci di infettare gli umani, sono in grado di trasportare un frammento di DNA contenente le informazioni per produrre gli antigeni di SARS-CoV-2. Ovvero le glicoproteine Spike (S), il mezzo con cui il virus infetta le cellule ed è riconoscibile dal nostro sistema immunitario.

Le ultime ricerche scientifiche di istituti come lo Spallanzani lo danno efficace oltre il 99 per cento, reazioni pressoché nulle, o molto contenute, economico e facile da trasportare. Grazie a queste caratteristiche, è uno dei sieri più richiesti nei paesi del sud del mondo, ma la fretta del governo russo di farne una bandiera politica ha causato errori e ha contribuito a renderlo controverso.

Soprattutto in Europa, che con la Russia ha sempre avuto un rapporto contrastato e che aveva puntato tutte le sue risorse e i suoi investimenti sui vaccini americani e quello inglese. Poi, tutti quanti abbiamo vissuto con preoccupazione, inquietudine e perfino rabbia le mille traversie per la mancanza delle forniture e per le reazioni piuttosto gravi che alcune marche hanno causato, seppure in quote piuttosto piccole, sui vaccinati. Il tutto unito alla disorganizzazione delle campagne vaccinali, ai tentativi di accaparramento, alle fake fatte girare ad arte per creare disordini e sfiducia. In tanta confusione, il “caso San Marino” si è rivelato una sorta di “mosca bianca” guardata con invidia da tutto il mondo.

“San Marino – ha fatto notare qualche settimana fa il professor Igor Pellicciari – è diventato un caso simbolico che ha fatto emergere tutte le contraddizioni dei vaccini commerciali europei. Lo dimostra il diffuso sentimento di simpatica invidia nell’opinione pubblica italiana verso la scelta dei sammarinesi per lo Sputnik V. Oramai è chiaro che Bruxelles ha remore politiche e non mediche sul vaccino russo che, per paradosso, fa più paura del virus cinese”.

Da posizioni come questa, l’origine dei tanti appelli ad Ema per superare le remore e accorciare le tempistiche della sua approvazione. È di pochi giorni fa, il seguente dispaccio dell’agenzia Adnkronos:

“In questo momento in Europa sono in corso di valutazione 4 vaccini anti Covid: CureVac, Novavax, Sinovac e Sputnik e contiamo di arrivare presto a una decisione”. Per il vaccino russo Sputnik “le ispezioni ai siti per le buone pratiche di produzione si sono tenute e sono in corso anche ora e stiamo anche raccogliendo più informazioni per colmare alcuni gap nel dossier. Dovremmo essere in grado nelle prossime settimane di definire un calendario per un’eventuale approvazione”. A fare il punto è stato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema, durante un incontro con la stampa per aggiornare sulle attività dell’ente Ue nel contesto della pandemia.

In parole semplici, entro giugno dovrebbe arrivare anche la tanto sospirata approvazione EMA, che comunque non ha impedito a 65 paesi di adottare già da tempo lo Sputnik, con l’approvazione delle rispettive agenzie nazionali e con risultati che abbiamo sperimentato concretamente. A dimostrazione che la verità ha sempre molte sfaccettature e che le ombre, molto spesso, provengono dagli uomini, più che dalle cose. Vaccini compresi.

a/f