San Marino. L’invidia frena l’economia. Di Stefano Ercolani (Asset Banca)

stefano-ercolani“Credere è una bella cosa, ma mettere in atto le cose in cui si crede è una prova di forza. Sono molti che parlano come il fragore del mare, ma la loro vita è poco profonda e stagnante come una putrida palude. Sono molti coloro che levano il capo al di sopra delle montagne, ma il loro spirito rimane addormentato nell’oscurità delle caverne”.

Gibran

Non viviamo nella peggiore delle epoche come in molti da molto tempo vorrebbero farci credere. E tuttavia c’è qualcosa di realmente opprimente che pesa sulla nostra società che a tratti sembra respingere un qualsiasi ordine umano.
Non c’è limite alla denigrazione, manca il senso della decenza, si sono perduti buon senso e buon gusto.
Chiunque di noi si svegli al mattino con il desiderio di dire qualcosa accende il computer e senza peli sulla lingua dà sfogo ai propri istinti più primordiali e scende nell’arena per far scorrere sangue. C’è voglia di atterrare l’avversario? Basteranno poche parole denigratorie e subito la vicenda avrà un suo pubblico garantito dalla presenza fissa della comunità sui social, la cornice dove tutto vale e dove più lo spettacolo è cruento e più sembra piacere.
In questo contesto le professionalità non vengono più rispettate e chi lavora ininterrottamente ed è concentrato anche la notte sul come portare a casa un risultato che favorisca la crescita del Paese non gode più di alcun rispetto, si fa anzi di tutto perché sia messo alla berlina invadendo magari anche la sfera del suo privato. Fa infatti rabbia il successo dell’altro e quel che prevale è il sentimento dell’invidia. Si scatena così una ‘guerra fra polli’ e anziché crescere assieme si finisce per perdere tutti. A ben guardare qui a San Marino l’invidia ha risparmiato solo alcuni nostri industriali che sono emersi proprio grazie al fatto di essersi sempre rispettati fra loro, agendo all’insegna del rispetto competitivo. Basterebbe guardare l’esempio dell’America per comprendere una volta e per tutte che se si continua su questa strada non si va da nessuna parte. L’economia dell’America è grande perché in quel Paese chi ha successo viene considerato un esempio cui ispirarsi che fa venir voglia di crescere e far meglio.
Noi cediamo piuttosto alla voglia estemporanea di dire la nostra, di mettere in cattiva luce l’altro, di distruggere con un solo clic tutto il lavoro fato. Visto che in questo momento va tanto di moda parlare di Fidel Castro (spesso ahimè senza aver studiato una riga di storia) mi piace ricordare la vicenda della sua mancata intervista con la grande Oriana Fallaci. L’intervista era stata concordata da tempo e la Fallaci si trovava già a Cuba ma all’ultimo le venne recapitato il messaggio di Fidel Castro che non era più disponibile a rilasciarla perché ‘una fonte di comprovata fedeltà’ lo aveva informato che ella si era espressa in maniera irriverente nei suoi confronti. La risposta di Oriana Fallaci a quel messaggio è una lezione che non andrebbe dimenticata. “Questo messaggio – scrisse – è un insulto alla mia intelligenza e alla mia dignità. Il suo gesto è un tradimento, nonché una mancanza di rispetto alla mia persona che non le ha mai mancato di riguardo e a cui lei invece deve – e non solo per questo motivo – molto rispetto. La verità è che Lei ha ritratto la parola data, mi ha tradita poiché si è pentito. Lei ha intravisto in quest’intervista il rischio che certi leader vedono in me: la donna scomoda, dal pensiero indipendente, la scrittrice che non è impressionata dal potere e che lo afferra senza timore. Che pena! La ritenevo più agguerrito. E per questa ragione io non la assolverò”.
Proprio il rispetto delle professionalità e della dignità umana è mancato qui a San Marino negli ultimi tempi.
Suonano allora lontane le parole che Adriano Olivetti pronunciò in un lungo discorso che fece ai suoi dipendenti nell’occasione del Natale. Era il 1955 ed egli disse: “Perciò io credo – anche – in una società rinnovata, che esalti e non opprima, che riconosca e non disprezzi, che accetti e non respinga l’ordine umano e divino che risplende nella verità, nell’arte, nella giustizia e sopra ogni altra cosa, nella tolleranza e nell’amore”.

Stefano Ercolani (Asset Banca)

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