Basta una notizia, ancora dai contorni tutti da definire, sull’ipotesi di accogliere profughi a San Marino per scatenare una vera e propria bufera sui social network. Nelle ultime ore, le bacheche virtuali dei cittadini sammarinesi si sono infiammate, con decine di commenti che esprimono un coro quasi unanime di preoccupazione, rabbia e netta contrarietà a un’eventuale apertura delle frontiere del Titano.
Il timore più diffuso, che serpeggia tra i commenti, è quello legato alla sicurezza. “Godetevi gli ultimi mesi di tranquillità”, scrive un utente, paventando l’arrivo di scenari già visti “nella vicina Rimini”, con “grate alle finestre” e la paura di “scippi, rapine e violenze”. Un altro paragona l’ipotetico futuro della Repubblica alla “banlieu di Marsiglia”. L’idea che l’arrivo di stranieri possa compromettere la quiete del territorio è una delle paure più radicate espresse dagli utenti, che vedono a rischio la possibilità di “girare a piedi la sera”.
Accanto alla paura, emerge con forza un sentimento di risentimento sociale e la sensazione che le priorità siano invertite. “Non curate i vostri sammarinesi, ve ne fregate, ma volete accogliere i profughi”, è l’accusa che ricorre più spesso, accompagnata dalla richiesta di pensare prima ai cittadini in difficoltà. “Spero che prima darete le roulotte ai sammarinesi che non si possono permettere i costi pazzeschi degli affitti”, commenta un altro utente, sottolineando come le risorse, a detta di molti, dovrebbero essere destinate a risolvere i problemi interni.
Nel mirino finisce inevitabilmente la politica. “Li ospiteranno quelli della maggioranza di governo” e “portateli a casa vostra” sono le frasi più gettonate, che testimoniano una profonda sfiducia verso le istituzioni. C’è chi sospetta che dietro la parola “accoglienza” si nascondano solo i “soldi” e chi si interroga con sospetto sulle discussioni che avvengono in sedute segrete del Consiglio Grande e Generale. Non mancano i riferimenti a scenari più ampi, con alcuni commentatori che evocano il “piano Kalergi” o parlano di “invasione” e “sostituzione”, temendo che San Marino possa perdere la propria identità.
La valanga di reazioni negative, al netto di pochissime voci fuori dal coro, disegna il quadro di un’opinione pubblica fortemente allarmata e polarizzata. Un clima rovente che emerge dal mondo digitale e che rappresenta un segnale inequivocabile con cui la politica sammarinese, qualunque sia la decisione finale, dovrà fare i conti.











