Si prospettano sacrifici, nell’immediato futuro, per i sammarinesi. E’ questa, al momento, l’unica certezza.
Il tempo ci svelerà come questi sacrifici verranno ripartiti fra le diverse categorie e se, finalmente, prenderà vita un preciso, concreto e razionale piano di sviluppo globale capace di rendere questi sacrifici dei cittadini efficaci nel riportare il Titano a vivere in quella serenità economica che lo caratterizzava anni e anni fa.
Nell’ultimo decennio i “disastri” non si contano.
Fra questi, però, sul fronte economico, ce ne è uno che ha avuto un impatto decisivo e che, da solo -per il danno creato- è quantificabile in oltre un miliardo e mezzo di euro, più o meno quanto è costata alle casse pubbliche la copertura delle crisi bancarie, come evidenziato nelle 375 pagine di conclusioni della Commissione di Inchiesta.
Di questi “disastri”, si diceva, ce ne è uno dove ad accendere il “falò” che ha bruciato un miliardo e mezzo -per capire quanto pesi si ricordi che il debito pubblico è oggi di circa un terzo di questa cifra- non è stata la “miopia” o la “distrazione” di un governo o di un organo di controllo sammarinese ma la giustizia italiana.
Mi riferisco alla famosa inchiesta Varano, istruita dai Pm forlivesi, annunciata in pompa magna sui grandi media italiani, condita da arresti eccellenti e capace in un battibaleno di rendere carta straccia circa un miliardo di investimento disposto dalla Cassa di Risparmio nel suo piano -che avrebbe portato introiti importanti anche alle casse pubbliche sammarinesi- di portare l’istituto sammarinese ad un ruolo di primissimo piano nel micro-credito al consumo della Penisola.
Del resto, il piano perseguito dall’allora Presidente Mario Fantini, oggi scomparso, e dal Cda non poteva fallire, potendo contare sulla grande competenza che lo stesso Fantini aveva acquisito nelle sue esperienze americane, dove il credito al consumo era affermato quando, da noi, questa specificità non esisteva neppure nelle menti dei dirigenti bancari e il “buco” veniva “tappato” con la controversa pratica dell’assegno postadatato.
Secondo alcuni “esperti” il buco prodotto nei bilanci Carisp, considerando l’investimento, gli interessi e i mancati introiti, sarebbe di gran lunga superiore al miliardo e mezzo e, come detto, di almeno tre volte più alto dell’intero debito pubblico sammarinese!
Certo, appioppare in toto al Pm forlivese Di Vizio -e ai politici sammarinesi che tifarono o collaborarono occultamente con lui (le cronache, tutte da verificare ovviamente, parlano di documenti consegnati nei sotterranei del Palazzo di giustizia forlivese da personalità sammarinesi agli inquirenti, in barba alla necessità di acquisirli per rogatoria)- la responsabilità del dissesto economico sammarinese è ingeneroso e non conforme alla realtà. Ma quell’inchiesta -oggi “bocciata” in toto dallo stesso Tribunale del capoluogo romagnolo- ha avuto senza dubbio un impatto importante.
Ma è inutile piangere sul “latte versato”. E’ indispensabile, invece, che la diplomazia sammarinese, attraverso le Segreterie di Stato competenti, avvii un confronto serrato con la controparte italiana, perchè è innegabile -oggi dopo il pronunciamento del Tribunale sull’inchiesta Varano- che la responsabilità di quell’enorme perdita economica che, seppure indirettamente, si è abbattuta sulle casse pubbliche sammarinesi è totalmente riconducibile alle autorità italiane, che hanno ora il dovere -perlomeno morale- di rimediare e risarcire, magari non in solido ma attraverso concessioni e aperture, una comunità amica quale è per l’Italia quella sammarinese.
Un’opposizione parlamentare seria, già all’indomani della sentenza italiana, avrebbe concentrato la sua azione politica sul pressare l’esecutivo affinchè avviasse subito un serrato e fermo confronto con la controparte italiana; un governo serio e preparato non avrebbe dato il tempo all’opposizione di cavalcare l’onda agendo in tal senso già nell’immediatezza della sentenza forlivese…
Invece… Invece, distratti da “porchette illegali” e “volatili indisciplinati”, i sammarinesi hanno già pagato e ancor di più pagheranno anche i deficit di bilancio, i debiti, gli esborsi dalle casse pubbliche determinati da -lo dice un tribunale italiano, non io- ingiustificate azioni tutte e solo italiane!
Enrico Lazzari