San Marino. ”Lo gonfiano di botte per un parcheggio”. Anche La Tribuna riprende il caso Grandoni-Vezzoli

Omar VettoliUn semplice diverbio fuori dal Poliedro è sfociato in un furioso pestaggio a colpi di spranga.

La vittima dell’aggressione ha subito la frattura di alcune ossa del naso guaribili in 15 giorni.

Lesioni personali, ingiurie e minacce, un colpo ben assestato al volto che gli rompe il naso (ne avrà per 15 giorni si legge nel referto medico) con una spranga di ferro.

“Come tutte le mattine sono andato in palestra al Phisicol -racconta la vittima, O. V. (Omar Vezzoli nella foto facebook ndr) classe ‘87- quando sono uscito sono tornato alla mia moto nel parcheggio coperto del Poliedro sullo stesso piano del fitness club e mi sono vestito con casco e giubbotto e guanti. A quel punto mi è piombata addosso un’auto da dietro suonando il clacson a tutta e ne sono scesi due uomini, il più vecchio mi ha iniziato a insultare urlandomene di tutti i colori, dicendo d’essere il padrone di tutto lo stabile e a quel punto il ragazzo sui 30-35 anni, che presumo fosse il figlio, mi ha raggiunto dalla parte opposta, mi ha spento la moto ed è scappato via con le chiavi.

Io l’ho inseguito intimandogli di ridarmele e lui per risposta le ha lanciate lontano.

Le ho recuperate e sono tornato verso la moto (nel frattempo mi ero tolto il casco) e a quel punto l’aggressore è uscito da un garage interno al parcheggio brandendo una spranga di ferro con la punta ricurva.

Ha continuato a urlarmi contro una marea di insulti e mi ha iniziato a menare con questo tondino di ferro, sul corpo non mi ha fatto quasi nulla perché indossavo un giubbotto da moto con le protezioni (gli ha solo rotto lo schermo dello smartphone che aveva in tasca ndr), ma quando mi ha colpito al volto mi ha fratturato le ossa del naso. Un male indescrivibile”.

O.V. è un ragazzone di un metro e ottantacinque per un centinaio di chili che di professione fa la guardia del corpo: se avesse reagito poteva ridurli in poltiglia. “Sono un professionista e non mi sognerei mai di reagire in una situazione simile – afferma- non sono un violento e il mio lavoro serve a proteggere e garantire sicurezza alle persone, non a offendere o fare del male”.

Marco Bollini, La Tribuna