Dove sono quelle organizzazioni che difendono le donne violate, stuprate e stalkerizzate quando succede uno di questi fatti?
Oggi 8 marzo, nella FESTA DELLA DONNA, la domanda del titolo viene naturale, vedendo come quella ragazza sammarinese picchiata dal gendarme violento, assieme alla sua bambina di 6 anni come si sente chiaramente dagli audio, non abbia ancora avuto giustizia e come quel tipo possa ancora girare liberamente per la Repubblica e continuare a stalkerizzarla facendo appostamenti, con la sua auto, sotto la casa della giovane vittima.
Atti, questi, in aperta violazione della disposizione di allontanamento a firma del magistrato inquirente che aveva probabilmente disposto che lo stesso gendarme non frequentasse gli stessi luoghi della vittima e che, ovviamente, non continuasse la sua opera di stalkeraggio.
Interrogato dall’Autorità Giudiziaria sembra che abbia risposto che nella sua auto sotto casa della vittima, peraltro filmata e fotografata, non ci fosse lui ma suo fratello. Peccato che la stessa vittima – sue parole – lo abbia riconosciuto e denunciato per la violazione dell’ordine del tribunale.
La festa della donna mi ricorda come questa giovane donna, disperata, si rivolse nel novembre 2020 al sottoscritto ed al GiornaleSM vedendo in me, ed in quel media, una vera e propria ultima spiaggia data l’inefficacia, dopo ben 5 mesi dalla violenza, delle azioni fino a quel momento intraprese dagli organi competenti.
E la cosa funzionò! Ne scaturì un’ondata mediatica enorme e per alcuni giorni in Repubblica non si parlò d’altro. Su Facebook vi fu una vera e propria rivolta della gente!
I fatti precipitarono in maniera vorticosa, il gendarme fu sospeso, gli fu tolta – alcune ore prima – la pistola e disposto un suo interrogatorio.
Si scoprì anche che il direttore dell’Ugraa dott. Tonino Ceccoli, esponente di CL San Marino, cercò di aiutare il gendarme violento, infatti inviò un messaggio whatsapp alla vittima per invitarla a desistere nel fare nuovamente una denuncia penale ‘’che avrebbe distrutto Massimiliano’’, sue parole.
Già la vittima lo aveva ‘’graziato’’ per una violenza subita alcuni mesi prima. Quella volta, anche se dapprima lo denunciò, la giovane donna sammarinese ritirò la denuncia. Fù data una seconda possibilità al gendarme violento. E lui la sprecò!
Nonostante ciò il gendarme, come abbiamo visto, la picchiò nuovamente! Lo stesso è tuttora libero di fare quello che vuole, nonostante le restrizioni imposte dal tribunale.
I fatti parlano chiaro.
E la donna, oltre ad essere delusa ed amareggiata sia dal paese che dagli avvenimenti, è totalmente distrutta, affranta, preoccupata ed arrabbiata.
Lo Stato può e deve intervenire subito! E non aspettare altro.
Le associazioni.
A seguito dei nostri articoli di fine novembre 2020 si sollevò un vero polverone mediatico che portò alla luce dell’opinione pubblica il caso.
La forte indignazione della gente e dei sammarinesi portò solo alcune associazioni ad inviare alla stampa qualche comunicato di sostegno alla donna. E tutto finì li per quelle associazioni.
Anche la politica reagì inviando dei comunicati stampa. C’è da dire che alcuni politici presero a cuore la questione e sollecitarono interventi urgenti.
Una sola associazione fece una cosa costruttiva ovvero, in accordo con la Gendarmeria, creò una stanza di ascolto per donne vittime di abusi. Una cosa utile e molto interessante.
E poi? Nulla di piu’!
Caso messo già nel dimenticatoio, solo dopo 4 mesi?
La donna continua ad oggi ad essere stalkerizzata, visto l’appostamento sotto casa, e teme realmente per la sua incolumità e quella dei suoi figli.
Possiamo fare solo questo? Qualche comunicato stampa sia per lei e tutte le donne vittime di abusi! La società ed il nostro stato può fare solo questo?
Solo questo?
Perchè, nonostante il fatto sia successo la scorsa estate, il recidivo gendarme violento può fare quello che vuole e quando vuole.
Occorre, in questi casi ed in quelli più importanti, una veloce corsia preferenziale di tutte le istituzioni, di tutti i gradi, in modo che questi atteggiamenti finiscano il prima possibile e che i responsabili, una volta accertati i fatti, siano assicurati alla giustizia!
Che siano giudicati in tempi record vista la gravità, anche sociale che questi reati possono avere.
A prescindere questo fatto, non possiamo piangere una tragedia quando un caso di questo genere può essere risolto con una risposta celere dello stato!
Non addoloriamoci quando è troppo tardi. Tocca fare bene, ora, e subito!
Che sia esso un gendarme, un figlio di un politico o appartenente ad una potente associazione, come disse fin da subito il comandante della gendarmeria dott. Faraone, nessuno sconto per nessuno.
Chi sbaglia deve pagare e le vittime devono essere prontamente tutelate. … in uno stato di diritto.
Ma San Marino lo è?
Marco Severini