San Marino. Lonfernini: “Politiche opache e persone indegne apriranno fronte molto forte” (da La Serenissima)

Riforma del lavoro e non solo: occasione per una chiacchierata a 360 gradi con il Segretario Teodoro Lonfernini.

Segretario, va in prima lettura la riforma del lavoro. Non sono mancate le polemiche, cosa risponde?

“Ci siamo impegnati in maniera molto intensa in una riforma che ha riguardato soprattutto un riordino che ritenevamo necessario, introducendo delle forme assolutamente innovative nel mercato del lavoro. L’obiettivo è quello di guardare con fiducia ai tempi che verranno e in maniera sempre più globale e organizzata, ricordandoci chiaramente chi ci muoviamo all’interno di un modello e contesto europeo. La riforma guarda anche alla dignità del lavoratore soprattutto ai tempi della stabilizzazione che vengono accorciati. Mi ritengo dunque soddisfatto del prodotto legislativo anche in funzione del confronto che c’è stato con i sindacati e le categorie. Le polemiche ci sono ed è logico che ci saranno, ma fanno parte di un percorso che potrà essere portato avanti assieme agli stessi sindacati e categorie fino alla lettura conclusiva del testo di legge”.

 

La Fed alza ancora i tassi, la guerra incombe così come volano i costi dell’energia. Ci sono sempre più poveri. La sua aria politica punta sul “lassez-faire”, sul liberismo. Non crede invece che in questa fase mondiale lo Stato debba farsi carico di chi è più in difficoltà ed essere maggiormente “assistenziale”?

“E’ vero: la situazione anche nel nostro Paese ci deve fare restare particolarmente concentrati e le questioni di natura internazionale con pandemia prima e la guerra in Europa oggi, hanno risvolti che ricadono direttamente anche all’interno del nostro sistema, partendo dalla gestione dei costi finanziari energetici. Questi ultimi impattano direttamente su una gestione di bilancio generale sempre molto delicata. Io sono per una politica liberale, competitiva, che metta le persone in grado di competere e di conseguenza contribuire in base alla propria capacità. E’ chiaro però che non possiamo dimenticarci di chi è in difficoltà. San Marino ha già tutte una serie di tutele e forme di assistenza verso chi è più vulnerabile e continueremo a lavorare su questo in modo che tali strumenti continuino ad essere fruibili e aperti. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire a concepire un modello Paese sempre più competitivo e di conseguenza anche liberale sotto quell’aspetto”.

 

Lei fu protagonista di un “siparietto”, mi passi l’eufemismo, in transatlantico (Palazzo Montecitorio) con l’allora ministro Tremonti, il quale non la trattò particolarmente bene, anzi le disse chiaro e tondo che avrebbe dovuto prendere in giro qualcun altro, quando lei provò a prendere la parti sammarinesi durante l’offensiva italiana contro i paradisi fiscali. Ora il professore se lo ritroverà quasi certamente di nuovo quale ministro per le finanze. Che effetto le fa? Vuole mandargli a dire qualcosa?

“Quello fu certamente un passaggio sia personale, che di sistema Paese, di un’epoca che non c’è più. Il nostro Paese era in grave difficoltà e quello con Tremonti in effetti, come rimarca lei, fu qualcosa di più di un siparietto. Fu brutale e fece male sia alla mia persona in quanto rappresentante in quel momento delle Istituzioni, che al nostro sistema. Ma guardiamo avanti: da quel periodo abbiamo fatto passi da giganti e abbiamo ristrutturato completamente il sistema delle norme che creavano turbativa con la vicina Italia e i suoi rappresentanti. Siamo in una condizione diversa anche in termini di credibilità e di accordi ufficiale sanciti con la Repubblica italiana. Credo dunque che se il prof. Tremonti dopo le elezioni di domenica avrà di nuovo un ruolo di governo, potrà avere sicuramente la giusta fiducia nei nostri confronti e ci sarà dovuta a propria volta la massima collaborazione, per fare crescere tutto il territorio sammarinese e quello vicino a San Marino e in particolare quello emiliano-romagnolo e marchigiano”.

 

C’è chi dà all’esecutivo un anno di vita o poco più. Punterà agli Esteri o a diventare Segretario politico della Dc al posto di Venturini nel prossimo futuro?

“Il governo non solo andrà avanti, ma deve andare avanti. La legislatura per certi versi, e intendo quelli legati alle riforme, di fatto parte adesso. Abbiamo tempo davanti a noi, molto lavoro da fare e una attività legislativa da condurre in maniera non più rinviabile. Credo quindi che soggetti politici che si definiscono responsabili devono affrontare le sfide che verranno con grande determinazione. Detto questo e per rispondere alla sua domanda, quello a cui punto io ha poco valore: non sono abituato a vivere di rimorsi o pentimenti e quel che farò è continuare ad essere utile alla causa, sia che possa riguardare la politica in senso stretto quindi nel partito, che gli interessi generali nella veste di Segretario di Stato ora e domani, magari in un altro ruolo e posizione, quella che decideranno per me i cittadini”.

 

Insisto. c’è un movimentismo molto “attivo”, non può non averlo visto. Dal quale sbucano anche politici non proprio di primo pelo…

“Il movimentismo fa parte sicuramente della componente politica. Chi conosce attentamente gli schemi e le logiche della politica non si deve né stupire, né impressionare. Parto da un concetto di fondo: questa legislatura è composta da forze molto diverse fra loro che partono da un perno, che è il rapporto fra Dc e Rete e si è allagato poi ad altre componenti fondamentali tanto quanto Dc e Rete. La volontà del partito di maggioranza relativa è quello di continuare a vedere l’alleato Rete come l’interlocutore prevalente e importante di questa maggioranza, tanto quanto le realtà minori. Qualunque movimento che dovesse creare una turbativa in uno o negli altri, creerebbe un difetto insanabile nel prosieguo della legislatura. Il mio invito quindi è che ognuno indipendentemente da aspettative e ambizioni future guardi in maniera responsabile alla legislatura in corso. Chi pensa di costruire in una legislatura tanto complicata nuove alleanze fallirà, soprattutto nel rapporto coi cittadini. Quando la legislatura lo consentirà e ci saranno le condizioni per incominciare a fare strategia di natura politica, vorrà dire che avremo completato quel lavoro fondamentale richiesto dai sammarinesi e ci potremo dedicare alla costruzione di nuove alleanze. Al momento la Dc non ha di queste intenzioni e se qualcuno lo sta facendo io credo fallirà e quando saranno maturi i tempi è logico che si dovrà partire da un riconoscimento degli attuali alleati, a partire da Rete e dalle componenti minori. Mi faccia aggiungere un concetto importante: quando i tempi saranno maturi, se qualcuno vorrà rievocare politiche opache e in tanti casi indegne in termini di rappresentanza, io credo si aprirà un fronte di discussione molto forte sia nei partiti tradizionali, che in quelli che devono ancora dimostrare di essere un gruppo organizzato politico e non solo un cartello elettorale. Confido molto nella maturità di tutte le persone in campo”.

 

Sarà il distretto economico speciale (Des), o come qualcuno le ha definite, residenze per Vip, il collante della futura maggioranza?

“No il Des non sarà il collante della futura maggioranza, ma una opportunità economica che ci si presenta e che dovrà essere ben gestita, strutturata, organizzata, nella consapevolezza tuttavia che non sarà certamente la risoluzione di tutti i problemi del Paese. Se saremo bravi e maturi, saremo in grado di fare subentrare progettualità che richiamino di conseguenza nuove opportunità economiche. Non dobbiamo avere paura e al contempo non deve esserci una via esclusiva di sviluppo del progetto”.

 

Se vincesse il centrodestra le elezioni di domenica crede che l’accordo col quale l’Italia finanzia la nostra tv di Stato possa essere messo in discussione?

“Sbaglieremmo a entrare nelle questioni politiche di un altro Stato in questo momento. Per ora è giusto rimanere fuori e osservare con grande attenzione. Detto questo io credo che indipendentemente da chi vincerà e da quale sarà la futura maggioranza, non credo possa andare a incidere su rapporti che sono consolidati da tantissimo tempo come quello che riguarda la nostra tv. Non credo quindi che accordi tra Stati possano essere messi in discussione”.

 

Chiudo con una domanda provocatoria: in un Paese dove la politica ricorre sempre più spesso alla querela per zittire le voci scomode, crede sia garantita realmente la libertà di stampa?

“La libertà di stampa rappresenta un elemento fondamentale in qualsiasi sistema grande o piccolo. La libertà di esprimersi, mantenere posizioni, esplicitare una opinione, svolgere un corretto servizio informativo, potere trasmettere una giusta informazione alla comunità… si tratta di elementi imprescindibili sanciti in ognuna delle nostre carte dei diritti. Quindi la sua provocazione, che la politica ricorra a querele per zittire le voci scomode, la rimando al mittente. Da Segretario all’informazione sto portando avanti una battaglia proprio per qualificare quella libertà di stampa, per renderla conforme alla deontologia professionale. Credo di essere nel giusto avendo già depositato la prima parte di una importante riforma dell’informazione che spero possa vedere la luce quanto prima. Mi auguro attraverso tale legge che non si debba più parlare di scontro e guerra in atto fra i media, in modo da concorrere insieme nel generare una corretta informazione all’interno del nostro Paese”.

 

David Oddone

(La Serenissima)